Cooperare al vero sviluppo. L'unica crescita possibile di persone, popoli e Stati
Solo attraverso la crescita della cooperazione tra persone, tra popoli, tra Stati riusciremo a governare processi globali che altrimenti si muoveranno per inerzia.
Sono tanti modi per guardare l’orizzonte e per comprendere come migliorare le condizioni della famiglia umana. Alcuni fenomeni globali appaiono allarmanti: la crisi ecologica che lega la desertificazione di alcune aree della Terra con lo scioglimento dei ghiacciai; l’incertezza dei flussi finanziari che saranno imprevedibili finché non si deciderà di adottare misure di controllo internazionali; l’accelerazione delle innovazioni tecnologiche che con l’intelligenza artificiale esautorano parecchi lavori umani; l’esodo di milioni di persone che lasciano il proprio paese per trovare una speranza di vita.
Da soli siamo davvero troppo piccoli per affrontarli. Eppure una delle logiche dominanti oggi afferma la difesa dell’autonomia delle singole nazioni (il sovranismo); un’altra privilegia il valore della competizione perché i singoli soggetti si migliorino. Queste scorciatoie portano a visioni parziali che non potranno offrire una via d’uscita.
Invece per uno sguardo globale è fondamentale adottare un approccio integrale allo sviluppo che prenda in considerazione insieme: le persone, il pianeta, la pace, la prosperità e la collaborazione come evidenziano gli obiettivi fissati dalle Nazioni Unite. Solo attraverso la crescita della cooperazione tra persone, tra popoli, tra Stati riusciremo a governare processi globali che altrimenti si muoveranno per inerzia.
Papa Francesco durante l’incontro svolto con i rappresentanti delle Nazioni Unite e delle religioni mondiali, che hanno partecipato a una conferenza sugli obiettivi di sviluppo sostenibile, ha evidenziato l’importanza di avviare processi coinvolgenti e capaci di integrare le tante dimensioni del benessere attraverso il dialogo. In particolare, ha sottolineato il ruolo delle tradizioni religiose. Nel suo saluto, infatti, ha affermato: “tutti gli interlocutori di tale dialogo su questa complessa questione sono chiamati in qualche modo ad uscire dalla propria specializzazione per trovare risposte comuni al grido della terra e a quello dei poveri.
Nel caso delle persone religiose, abbiamo bisogno di aprire i tesori delle nostre migliori tradizioni in ordine ad un dialogo vero e rispettoso sul modo in cui costruire il futuro del nostro pianeta”. I racconti religiosi, sebbene antichi, sono normalmente densi di simbolismo e contengono “una convinzione oggi sentita: che tutto è in relazione, e che la cura autentica della nostra stessa vita e delle nostre relazioni con la natura è inseparabile dalla fraternità, dalla giustizia e dalla fedeltà nei confronti degli altri”.