Confesercenti: su chiusure attività incertezze e contraddizioni. Urgenti chiarimenti, si rischia il caos
È urgente chiarire le nuove disposizioni di chiusura delle attività di vicinato. Il DPCM sul contenimento dell’emergenza, infatti, lascia spazio a dubbi e interpretazioni su quali imprese debbano restare chiuse e quali invece possano continuare a svolgere normalmente il proprio lavoro.
Una situazione caotica che rischia di rendere meno efficace lo shutdown.
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Rimangono dubbi da chiarire sulle attività delle agenzie di viaggio, sulle imprese di ristorazione non esplicitamente nominate dal decreto, su i servizi d’asporto in loco e a domicilio, sulle attività ricettive con annesso servizio di ristorazione, come anche per i bar che vendono tabacchi e ancora molti altri casi.
Si registra anche qualche contraddizione difficilmente spiegabile, visto l'evidente rischio assembramento: rispetto alle misure varate la scorsa settimana, inoltre, parrebbe scomparso l'obbligo di chiusura nel weekend di centri e gallerie commerciali. A quanto sembra, infatti, con il nuovo DPCM si permetterebbe l'apertura nei centri commerciali sia degli ipermercati che di tutte le altre attività - ad esempio i grandi negozi di elettronica - non direttamente menzionate nei provvedimenti di chiusura.
È necessario fornire al più presto informazioni puntuali alle imprese e ai cittadini: ne abbiamo bisogno per evitare di infrangere involontariamente divieti o magari di rimanere chiusi per eccesso di prudenza, interrompendo così servizi utili alla comunità.
“Troppa confusione e molto lasciato alla interpretazione locale, dichiara Nicola Rossi Presidente Confesercenti del Veneto Centrale.
Non si comprende perchè una fioriera (me è uno degli esempi) non possa consegnare fiori a domicilio mentre amazon sì.
Non si comprende perché l'erboristeria che vende alimentari debba chiudere e l'ipermercato che vende erboristeria possa restare aperto.
Non si capisce perchè gli ipermercati ed i supermercati possano aprire mentre abbiamo segnali che, alcuni comuni, non vogliano far aprire i banchi del settore alimentare come previsto dal decreto.
I nostri negozi le nostre piccole imprese sono pronte ad un ulteriore sacrificio nell'interesse comune ma dobbiamo farlo tutti non premiamo ancora una volta la grande distribuzione e l'e-commerce.
Sia molto chiaro, il sacrificio lo facciamo tutti, i nostri soci lo stanno già facendo con negozi, bar ristoranti, mercati, attività b&B, agenzie di viaggi, alberghi ecc. chiusi . Ma deve valere per tutti “.
dott.ssa Alessandra Trivellato
Responsabile area Sviluppo
Confesercenti del Veneto Centrale