Cinema. “Best of…”: i titoli più interessanti della stagione da (ri)vedere in sala o sulle piattaforme
All’orizzonte c’è l’81ª Mostra del Cinema della Biennale di Venezia, pronta ad alzare il sipario dal 28 agosto, l’inizio di una nuova stagione per la sala. Anche se le novità al cinema non mancano in estate. Il mese d’agosto è comunque un tempo, grazie al ritmo dolce delle vacanze, per recuperare qualche titolo forte della stagione appena conclusa. E allora, come ogni anno, proponiamo un “Best of”, un elenco di film che hanno lasciato il segno da (ri)vedere, per lasciarsi provocare, conquistare o coinvolgere
All’orizzonte c’è l’81ª Mostra del Cinema della Biennale di Venezia, pronta ad alzare il sipario dal 28 agosto, l’inizio di una nuova stagione per la sala. Anche se le novità al cinema non mancano in estate. Il mese d’agosto è comunque un tempo, grazie al ritmo dolce delle vacanze, per recuperare qualche titolo forte della stagione appena conclusa. E allora, come ogni anno, proponiamo un “Best of”, un elenco di film che hanno lasciato il segno da (ri)vedere, per lasciarsi provocare, conquistare o coinvolgere.
“The Holdovers. Lezioni di vita”
Vincitore di un Premio Oscar e di due Golden Globe, “The Holdovers. Lezioni di vita” è una delle belle sorprese dell’anno. Firmato dal regista-sceneggiatore Alexander Payne (suoi “Sideways” del 2004 e “Paradiso amaro” del 2011), il film è un racconto di formazione che corre sul binario de “L’attimo fuggente” (“Dead Poets Society”,1989) di Peter Weir – con il mai dimenticato Robin Williams nel ruolo del prof. John Keating –, ma con uno stile narrativo diverso: ironico, a tratti ruvido, dolcemente malinconico. Payne tratteggia la condizione di tre solitudini: un professore “bollito”, un ragazzo alla deriva e una cuoca in lutto. In particolare, Paul Giamatti cesella il personaggio del prof. Hunham quasi nella stessa traiettoria del prof. Keating, ma sovvertendone lo stile: via il fascino e il trasporto, calcando invece la mano sul lato goffo e ammaccato di un docente schiavo della bottiglia. Quando si trova però davanti a un giovane abbandonato dai suoi cari, prigioniero del suo dolore esistenziale, il prof. Hunham ha un moto di ribellione. Desidera per una volta fare la cosa giusta, assolvere davvero al suo compito di educatore e salvare l’adolescente da un destino di miseria. “The Holdovers” è un’opera scritta e diretta magnificamente, un racconto dalla cornice tipicamente americana acuto e stratificato, esaltato al meglio da una recitazione incisiva: ottimi Paul Giamatti, Da’Vine Joy Randolph e Dominic Sessa. Consigliabile, problematico-poetico, per dibattiti.
Dove trovarlo: Cinema, Prime Video, Apple TV, YouTube, GooglePlayFilm
“Past Lives”
Come una polaroid giocata tra sguardi esistenziali e di sentimento. “Past Lives”, opera prima della sudcoreana Celine Song, si è fatto notare al Sundance Film Festival e poi è passato in cartellone alla 18ª Festa del Cinema di Roma, finendo in ultimo nella rosa dei titoli forti dei Premi Oscar 2024. Interpretato con grande eleganza da Greta Lee, Teo Yoo e John Magaro, è il racconto di un’amicizia che sconfina dell’amore nel corso di tre decenni, dall’infanzia a Seul alla vita adulta a New York. “Past Lives” è una storia minuta, intima, raccontata in maniera elegante e poetica. Con grande controllo Celine Song ci regala una storia di esistenze, radici e sentimenti che si snoda in maniera dolce e dolente. Seguiamo le traiettorie di Nora e Hae Sung lungo tre grandi blocchi temporali; le loro vite procedono spedite, rincorrendo sogni e ambizioni professionali, ma il loro cuore sembra riportarli sempre allo stesso punto, a quella promessa sussurrata nelle stanze dell’infanzia a Seul. Consigliabile, poetico, per dibattiti.
Dove trovarlo: Cinema, Sky-Now, Prime Video, Apple TV, YouTube, TimVision, GooglPlayFilm
“La sala professori”
Un thriller dell’anima, che si gioca tra le aule scolastiche e le stanze di casa. “La sala professori” (“Das Lehrerzimmer”) di Ilker Çatak è stato presentato alla Berlinale73, candidato poi agli Oscar come miglior film internazionale. Nella Germania di oggi, è la storia della giovane e tenace insegnante Carla Nowak, al primo incarico; quando a scuola si verificano dei furti, Carla decide di indagare per fare chiarezza, ma senza accorgersene scatena una lotta di classe tra ultimi, dove a farne le spese sono soprattutto i piccoli allievi. “La sala professori” è un film sorprendente per ritmo, dinamica e rigore. Offre uno sguardo in chiaroscuro sul mondo scolastico, tra corpo docente, alunni e genitori; un affresco socioculturale che esplora pregiudizi, fragilità, omissioni e colpe, evidenziando alla fine un’amara sconfitta educativa. Ottima la protagonista Leonie Benesch. Lo stile narrativo di Çatak sembra muoversi nel solco del “pedinamento del reale”, richiamando Zavattini e la lezione neorealista, come pure la scuola del cinema sociale europeo dei fratelli Dardenne, senza dimenticare il potente sguardo di Susanne Bier e il suo “In un mondo migliore” (2010). Consigliabile, problematico, per dibattiti.
Dove trovarlo: Cinema, Sky-Now, Prime Video, Apple TV, YouTube, TimVision, GooglPlayFilm
“C’è ancora domani”
Film italiano che ha sorpreso, commosso e acceso un grande dibattito: è C’è ancora domani”, esordio alla regia di Paola Cortellesi, film di apertura della 18ª Festa del Cinema di Roma, campione d’incassi al botteghino con oltre 35 milioni di euro e vincitore di sei David di Donatello. In uno splendido bianco e nero che richiama lo sguardo neorealista, è il racconto nella Roma del maggio 1946 degli affanni di una donna, Delia, che si barcamena tra le richieste violente di un marito frustrato e il desiderio di regalare ai figli, soprattutto alla maggiore Marcella, un futuro di libertà, di speranza. Nel cast anche gli ottimi Valerio Mastandrea, Emanuela Fanelli, Giorgio Colangeli, Romana Maggiora Vergano, Vinicio Marchioni e Francesco Centorame. La Cortellesi offre uno sguardo acuto sulla società italiana dell’immediato dopoguerra, erosa da povertà, macerie (anche morali) e da un ingombrante maschilismo che non lascia spazio alle donne; e raccontando l’Italia di ieri, non mancano però incalzanti parallelismi con la società odierna. Un esordio alla regia riuscito, splendido e commovente; un’opera stratificata, dolente, illuminata dalla leggerezza della risata. La Cortellesi rimane fedele ai suoi codici interpretativi di matrice sociale, al suo desiderio di raccontare figure di donne che rompono barriere e tabù.
Consigliabile, problematico, per dibattiti.
Dove trovarlo: Cinema, Sky-Now, Netflix
“Civil War”
Thriller di denuncia sociale scritto e diretto dal britannico Alex Garland: è “Civil War”, opera che mette a tema lo sbandamento della società preda di laceranti divisioni e violente contrapposizioni. La storia si snoda negli Stati Uniti, in un contesto che ricorda molto il traumatico dell’assalto a Capitol Hill nel 2021, e prospettiva del racconto è lo sguardo di tre fotoreporter – interpretati da Kirsten Dunst, Cailee Spaeny e Wagner Moura – che si muovono lungo il territorio imbattendosi in città fantasma, assalti armati, guerriglie a briglia sciolta e fosse comuni. Un mondo che ha perso le sue coordinate democratiche, la sua umanità. Garland compone una suggestione dura, disturbante e profondamente realistica: il pericolo di scivolamento nel buio, nella violenza, di cui la Storia ci dà continuamente conto. Un’opera originale e al contempo debitrice di una riflessione sempre più ricorrente: pensiamo al duro “Nuevo orden” (2020) di Michel Franco, ma anche alle acute e provocatorie serie “The Handmaid’s Tale” (dal 2017) o “The Last of Us” (dal 2023). Uno storytelling distopico sempre meno fantastico e con ricorrenti punti di tangenza con il nostro oggi fragile e incerto. Complesso, problematico, per dibattiti.
Dove trovarlo: Cinema, Sky-Now, Prime Video, Apple TV, YouTube, TimVision, GooglPlayFilm
“Perfect Days”
Ancora una volta Wim Wenders conferma le sue qualità di fine osservatore della realtà, di grande narratore. Con “Perfect Days” ha incantato tutti, tra 76° Festival di Cannes, Premi Oscar 2024 e pubblico in sala. Un titolo di grande fascino, che inizialmente doveva essere una raccolta di cortometraggi sui bagni pubblici di Tokyo, vere e proprie opere di design, che lo stesso Wenders ha definito “dei piccoli santuari di pace e dignità”. Wenders confeziona un’opera minuta e potente, intessuta di poesia; si addentra in spazi urbani di Tokyo, scomponendone la grandezza e riducendola a misura d’uomo, alla vita gentile dell’addetto alle pulizie Hirayama, interpretato magnificamente dal divo giapponese Koji Yakusho. Wenders ci schiude la bellezza del mondo di Hirayama, regalandoci vedute inedite di Tokyo, con una fotografia elegante e una colonna sonora cesellata alla perfezione con brani di Lou Reed, Patti Smith, Rolling Stones e Van Morrison. Un film arioso, profondo, di struggente bellezza. Consigliabile, poetico, per dibattiti.
Dove trovarlo: Cinema, Sky-Now, Prime Video, Apple TV, YouTube, TimVision, GooglPlayFilm.