Centenario di mons. Nervo. Ripartiamo dalla vita, spinta per il welfare
Giovedì 13 dicembre Fondazione Zancan in collaborazione con Caritas Italiana, la Diocesi e la fondazione Nervo-Pasini ricordano una data molto importante, il centenario della nascita di monsignor Giovanni Nervo, con un convegno sul tema “Welfare e nuove sfide per Carità e Giustizia a cent’anni dalla nascita di Mons. Giovanni Nervo”. Una proposta che abbraccia i diversi ambiti, dall’ecclesiale al sociale al giuridico che hanno attraversato la vita di don Giovanni. Una ricchezza per la Chiesa di Padova che va valorizzata. I 100 anni dalla nascita sono anche un pretesto per dare impulso alla nascita, in ambito più generale, alla rinascita cioè di un welfare attento ai bisogni come lo voleva monsignor Nervo.
«La proposta – spiega Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione – è legata all’anniversario, ma anche al convegno nazionale di Caritas Italiana tenutosi a Padova in aprile. Un evento simbolico che ripercorre e riconosce ciò che mons. Nervo ha fatto per la Chiesa, dall’avvio della Caritas alla Fondazione Zancan, con la volontà di costruire una società più giusta. È un ripercorrere il suo cammino riprendendo i due fondamenti su cui don Giovanni ha coniugato il suo impegno: Vangelo e Costituzione».
Il programma guarda a entrambe le fonti di ispirazione: apre l’incontro mons. Giuseppe Merisi, vescovo emerito di Lodi e presidente di Caritas Italiana dal 2008 al 2014, con “La Caritas Italiana: un dono per la Chiesa”. Don Marco Cagol, vicario episcopale per i rapporti con il territorio della Diocesi di Padova, pone poi ai presenti un interrogativo: "Don Giovanni, un profeta del nostro tempo?". A questo intervento segue quello del costituzionalista e giurista Emanuele Rossi, vice rettore della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. Con la sua esperienza dirà se e in che misura don Giovanni è stato contributo autentico per lo sviluppo del welfare italiano nei diversi ambiti. Concludono il convegno brevi testimonianze di chi ha conosciuto don Giovanni.
«L’idea del convegno – conclude Vecchiato – è abbracciare i diversi ambiti, dall’ecclesiale al sociale al giuridico. Don Giovanni e il suo operato sono una ricchezza per la Chiesa di Padova che va valorizzata. I cent'anni dalla nascita sono anche un pretesto per dare impulso alla nascita, in ambito più generale. Don Giovanni faceva sempre riferimento alle gemme, che a fatica, sotto il gelo, crescono... Quell'idea è stata trasferita poi nel cambiamento sociale: una società capace di crescere è immagine di vita. Oggigiorno ci ritroviamo invece con natalità tendente allo zero, valori come inclusione e solidarietà che vacillano. C’è bisogno di ripartire dai fondamenti della vita. La nascita deve essere, di nuovo, punto di partenza per trovare nuove forme di approccio e dare spinta al welfare. Adesso o mai più. Perché altrimenti si rischia una recessione del welfare e della solidarietà; perché altrimenti non diamo speranza alle nuove generazioni». Celebrare i cent'anni dalla nascita di don Nervo è proprio questo: ridare spinta, speranza. Quelle gemme possono ancora svilupparsi e crescere.
Convegno e mostra: ecco le informazioni
Il convegno si tiene nella nuova sede della Fondazione Zancan, in via del Seminario 5/A, all’interno del complesso dell’Istituto Barbarigo. Prende avvio alle 14.15 con l’accoglienza dei partecipanti e l’introduzione ai vari interventi a opera di Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione. Dopo le testimonianze, le conclusioni dell’incontro sono lasciate al presidente, Cesare Dosi. Il pomeriggio termina con la celebrazione eucaristica alle ore 17 nella cappella dell’Istituto Barbarigo. Per info sul convegno: fz@fondazionezancan.it oppure 049-663800.
La mostra fotografica allestita nella biblioteca di Solagna, invece, raccoglie una cinquantina di immagini suddivise in 33 quadri e viene inaugurata l’8 dicembre alle 9. Sarà poi possibile visitarla fino alle 22. Il 13 dicembre viene celebrata una messa, alle ore 20 e poi alle 21 apertura della mostra. Orari della mostra: 9-12 e 15-20. Le foto provengono dall’archivio della Fondazione Zancan.