Brugine. Alla scuola dell'infanzia Elisabetta Vendramini l'arcobaleno riempie le case di speranza
Nella parrocchia di Brugine non sono state messe in campo azioni particolari per la quaresima di quest'anno: non ci sono messe via streaming, preghiere online, videomessaggi particolari. Gli animatori si stanno incontrando in video chat con il parroco per organizzare i prossimi campi estivi, gli ammalati vengono chiamati al telefono. Alla scuola dell'infanzia però il contatto con i bambini non manca e non mancano le attività...
«Non credo alle messe su Youtube, credo che la nostra fatica di preti sia anche fare vita da eremiti in questo periodo e sostenere la preghiera personale. Mi chiedo: se trasformiamo tutto in digitale, celebrazione delle messe, preghiere, incontri, poi diventa un’abitudine e quando l’emergenza sarà finita ci appelleremo a questa nuova consuetudine per non andare a messa?». È il parroco di Brugine, don Francesco Malaman a fare queste considerazioni alla vigilia della Pasqua, dopo una quaresima "particolare". In tempi in cui, ormai è chiaro, il contatto ravvicinato va evitato, molte parrocchie si sono attrezzate per far sentire la propria vicinanza e per mantenere un senso di comunità. A Brugine non sono state messe in campo azioni particolari. Non ci sono state messe via streaming, preghiere online, videomessaggi particolari. Gli animatori si stanno incontrando in video chat con il parroco per organizzare i campi estivi, gli ammalati vengono chiamati per telefono.
«Mi sarei spinto a fare qualcosa di più, ma cosa? – continua il parroco – Mi sono chiesto: una volta terminata la sospensione di tutte le attività, le persone torneranno a messa, torneranno nei gruppi, torneranno agli incontri di preghiera? Abbiamo collettivizzato le persone e c’è rimasta solo la messa come momento celebrativo e di preghiera. Tolta la messa le persone non sanno pregare da sole. Esiste una preghiera di famiglia? Non siamo abituati a pregare in famiglia. Ecco la riflessione che dobbiamo fare. A chi manca la celebrazione della messa? Ai giovani? Agli anziani? Alle famiglie? Questo tempo di vuoto può essere momento per fare una profonda riflessione in questo ambito. Dobbiamo lavorare sulla nostra realtà, su cosa succede attorno a noi. Il vuoto che questo periodo sta portando o si coglie o non si coglie. Nostro compito di preti è anche quello di aiutare a cogliere questo vuoto, capirlo, provocare».
Un’azione concreta di vicinanza e contatto è quella che ha intrapreso la scuola dell’infanzia Elisabetta Vendramini. Insegnanti e genitori comunicano con messaggi e audio, tramite i rappresentanti di sezione, e danno piccoli compiti ai bambini: un lavoretto, un disegno... «Non avendo il registro elettronico come le scuole primarie e secondarie – racconta la coordinatrice Tatiana Martin – c’è meno facilità di comunicare, ma i gruppi Whatsapp ci sono venuti in aiuto. I bambini sono molto felici di questo contatto, di avere dei lavoretti da svolgere. Abbiamo suggerito anche l’iniziativa #andràtuttobene con il disegno dell’arcobaleno, accolta da tutti con grande entusiasmo. Ci siamo anche ritrovati insieme in una videochiamata utilizzando la piattaforma Zoom e dopo lo scompiglio iniziale, è stato bello rivedersi, famiglie, bambini e insegnanti. I bambini chiedono di essere impegnati, ricercano la loro quotidianità scolastica. Abbiamo detto loro che ciò che stanno facendo poi verrà ripreso il primo giorno di scuola, quando ci ritroveremo tutti insieme».
Anche la scuola parrocchiale di Campagnola di Brugine, Mater Divini Amoris, ha attuato le stesse iniziative: tutorial per il lavoretto della festa del papà, video messaggi con racconti di fiabe e saluti delle maestre e delle suore, l’arcobaleno, per fino la lezione di inglese. «Questa comunanza di intenti – conclude la coordinatrice di Brugine – ci fa capire che siamo tutti sulla stessa lunghezza e questo dà valore alla scuola, è il valore della scuola. L’idea che ci accomuna infatti è di non lasciare i nostri bambini da soli, farci sentire vicini».