Il conclave. Il 7 maggio l’apertura, maggioranza dei 2 terzi

Mercoledì 7 maggio si aprirà, nella cappella Sistina, il conclave per l’elezione del 267° pontefice romano, il successore di Jorge Mario Bergoglio al soglio petrino.

Il conclave. Il 7 maggio l’apertura, maggioranza dei 2 terzi

Lo hanno stabilito i cardinali, riuniti nella quinta congregazione generale, lunedì 28 aprile. Il termine conclave deriva dal latino cum clavis, cioè un luogo chiuso a chiave, dove si riuniscono i cardinali per eleggere il nuovo papa, in segretezza e senza alcuna possibilità di contattare l’esterno. Con la costituzione Universi Dominici Gregis, entrata in vigore nel 1996, Giovanni Paolo II ha abolito due dei tre metodi tradizionali di voto (l’acclamazione dei cardinali e la delega a un gruppo di grandi elettori composto da 9 a 15 porporati). Oggi per eleggere il papa è necessaria la maggioranza qualificata dei due terzi dei voti espressi da tutti i cardinali. Con la lettera apostolica De aliquibus mutationibus in normis de electione Romani Pontificis, dell’11 giugno 2007, Benedetto XVI ha infatti ristabilito la norma, sancita dalla tradizione, secondo la quale per la valida elezione del romano pontefice «è sempre richiesta la maggioranza dei due terzi di voti dei cardinali elettori presenti», per tutti gli scrutini e indipendentemente dalla durata del conclave. Attualmente sono 135 i cardinali aventi diritto di voto (sono 252 i cardinali in totale), dopo dieci concistori convocati da papa Francesco in dodici anni di pontificato. Servono quindi 90 voti tra i porporati per essere eletti a successore di Pietro. Al momento del primo scrutinio, i cardinali scrivono il nome del loro candidato su una scheda, la piegano e la depositano in un calice. Le schede vengono poi scrutinate e i risultati vengono annunciati. Se nessuno ottiene la maggioranza richiesta (due terzi dei voti), le schede vengono bruciate, producendo una fumata nera che segnala al mondo che l’elezione non è ancora avvenuta, e si passa dunque ad una nuova votazione. Quando viene eletto il nuovo papa, le schede vengono bruciate con paglia secca, la cui combustione dà luogo alla classica fumata bianca. Dopo l’elezione, al cardinale protodiacono, attualmente Dominique Mamberti, il compito di annunciare al mondo, dalla loggia di San Pietro, la frase celeberrima frase «habemus papam», seguita dal nome del nuovo pontefice. All’annuncio segue il primo incontro tra il nuovo vescovo di Roma e il suo popolo che culmina con la prima benedizione urbi et orbi.

Sarà il card. Parolin a guidare i porporati al voto

Sono in corso i lavori per l’allestimento della Cappella Sistina, dove nel pomeriggio del 7 maggio entreranno i cardinali, dopo la messa Pro eligendo Pontifice presieduta dal card. Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio. A guidare il conclave sarà il card. Pietro Parolin. Per quanto riguarda le possibilità di alloggio per i cardinali, visto che le stanze a Casa Santa Marta sono 120 e il numero dei cardinali elettori è di 135, le possibilità sono varie: una di quelle è di collocare i cardinali “in eccesso” nella vecchia Santa Marta. Nel frattempo, alcuni porporati hanno fatto sapere che ritarderanno l’arrivo a Roma per motivi di salute.

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