Borgo Veneto. Sostegno sociale parrocchiale. Non servono solo aiuti economici, ma soprattutto ascolto e solidarietà
Il primo gesto simbolico, di attenzione all'altro, è “Un dono da donare”, la benedizione di un dolce, il primo giorno dell’anno nuovo, da donare poi a un vicino di casa. Accanto anche una proposta per gli anziani soli che coinvolge giovani e giovanissimi. Insieme al sacerdote infatti porteranno un pacco regalo e un po' di compagnia. Ecco le prime iniziative messe in campo dall'unità pastorale di Borgo Veneto per il Sostegno sociale parrocchiale.
Primo obiettivo per l'up di Borgo Veneto nell’aderire al Sostegno sociale parrocchiale è che non sia un gesto automatico, quasi dovuto, ma che sia condiviso da tutti. «Quello che spaventa di più – racconta il parroco don Sandro Ferretto – non è tanto l’aiuto economico, quanto il buon vicinato che ci costringe a uscire dalla nostra autoreferenzialità. Non solo, anche il dover lavorare in rete, con scuole, servizi sociali, per paura di riservatezza e privacy, intimoriva. Ma tutto è stato superato».
Il primo gesto simbolico, di attenzione all'altro, è “Un dono da donare”: si tratta della benedizione di un dolce, il primo giorno dell’anno nuovo, da donare poi a un vicino di casa. Accanto anche una proposta per gli anziani soli che coinvolge giovani e giovanissimi: insieme al sacerdote porteranno un pacco regalo e un po' di compagnia. «I problemi sono vari: ad esempio abbiamo ragazzi esclusi dalla didattica a distanza e ci siamo attivati per recuperare dei computer. Le fragilità sono molte e forti. L’attenzione però non deve essere concentrata solo sul piano economico, ma anche sull’ascolto e su una dimensione collettiva della solidarietà. E il buon vicinato si rivela davvero necessario, è possibilità di sentirsi meno soli, di essere dentro una comunità. Questo ci manca, non solo a causa del Covid. Siamo soli, non ci bastiamo. Lo stiamo capendo e questo progetto ci aiuterà ancora di più».