Bbc: i 100 anni di “Auntie”. Tv pubblica al giro di boa, è tempo di cambiare?
Correva l’anno 1922 e nella visione di John Reith, padre della British Broadcasting Corporation, quella radio di Stato doveva essere un’emittente indipendente, in grado di istruire, informare e intrattenere l’intera nazione. Libera da interferenze politiche e da pressioni commerciali. Poi sono arrivati la tv, i documentari, i dibattiti. Ma anche la concorrenza delle reti commerciali e a pagamento. Il sostegno dei governo sembra venir meno. Secondo Tony Hall, ex direttore, “nell’epoca delle fake news la Bbc rimane un modello di imparzialità e verità”.
La Bbc festeggia, nel 2022, i suoi cento anni di vita. Per questo il servizio informativo britannico ha predisposto una intensa programmazione. Che comprende, fra l’altro, ampio spazio per i 70 anni di regno di Elisabetta (con i festeggiamenti dal 2 al 5 giugno), per il campionato mondiale di calcio e per i Commonwealth games, le olimpiadi dei 54 Paesi ex colonie britanniche. E poi edizioni speciali di serie popolarissime come “Strictly come dancing”, lo spettacolo che ha ispirato “Ballando sotto le stelle”, “Doctor Who”, le puntate di fantascienza più longeve del mondo, un vero culto nel Regno Unito dove hanno battuto ogni record di ascolto. E anche proposte nuove come “Frozen Planet II”, un seguito del documentario, lanciato nel 2011, che racconta la storia di tutta quella quarta porzione del nostro pianeta coperta di ghiaccio e di neve.
Il ruolo di Guglielmo Marconi. Correva l’anno 1922 e nella visione di John Reith, il padre della British Broadcasting Corporation, quella radio di Stato doveva essere un’emittente indipendente, in grado di istruire, informare e intrattenere l’intera nazione. Libera da interferenze politiche e da pressioni commerciali, con un occhio ad ovest alla radio commerciale americana e anche ad est al sistema di Stato sovietico rigidamente controllato che muoveva, allora, i primi passi. Fin dall’inizio la Bbc godette di un vantaggio,
quel finanziamento di dieci scellini, sotto forma di tassa pagata dai cittadini negli uffici postali, che le garantivano lo status di servizio pubblico e un grande vantaggio di indipendenza rispetto alle stazioni commerciali.
Nel lancio fu coinvolto anche Guglielmo Marconi perché la nuova impresa partì anche grazie a un consorzio di aziende manifatturiere di apparecchi radio tra i quali vi era la ditta del famoso inventore. Il primo notiziario venne trasmesso, proprio dallo studio londinese Marconi, il 14 novembre 1922. Entro un anno la Bbc offriva concerti di musica classica e pop, programmi di varietà e informazione e qualche notizia, ma soltanto dopo le 19, per evitare di sottrarre pubblico ai giornali.
La programmazione del 2022. Proprio alla cronaca di questi suoi cento anni di storia saranno dedicati alcuni dei programmi del 2022 come “Bbc Big Birthday Bonanza!”, pieno di scherzi e aneddoti, “Here’s One I Made Earlier”, con il meglio delle serie per l’infanzia dell’ultimo secolo, e le tre parti del documentario curato dal giornalista David Dimbleby che considererà l’impatto della Bbc sulla vita nazionale e, soprattutto, i conflitti con il governo che non sono mai mancati considerata la forte tradizione di indipendenza dei giornalisti dell’emittente pubblica britannica. Basti pensare agli scontri di questi mesi con quella parte del partito conservatore, vicina a Boris Johnson, che vorrebbe la Bbc imbavagliata anziché agguerrita nelle sue inchieste sul premier e sul suo governo.
Ogni cinque anni… Ma il 2022 è anche, per Auntie Beeb, così i cittadini hanno soprannominato, affettuosamente, l’emittente di Stato britannica, l’anno della review di mid term, ovvero il momento in cui, di solito ogni cinque anni, il governo rivede il ruolo della Bbc e decide se si merita ancora i soldi dell’abbonamento annuale. Quelle 154,50 sterline, circa 180 euro, che ogni cittadino britannico, che possieda un televisore e guardi programmi televisivi, deve pagare.
Una feroce concorrenza. Mentre questi soldi pubblici sono stati progressivamente tagliati, negli anni, da diversi governi conservatori,
il costo dei programmi è salito perché la “Beeb”, oggi, deve reggere la concorrenza di Netflix, Amazon e degli altri servizi in abbonamento
che hanno fatto lievitare i prezzi di attori e presentatori e degli studi televisivi. Con il risultato che il calendario degli eventi sportivi che la Bbc segue è stato ridotto, abbandonata la Formula Uno, e sospeso il canale Bbc Three. Per non parlare della decisione, molto impopolare, di far pagare agli ultra settantacinquenni l’abbonamento quando il governo scelse, nel 2015, di non accollarsi più questo costo.
“Tassa non più giustificata”. Insomma questa istituzione è reduce da anni di drastici tagli che non sono stati ancora sufficienti a garantire la sua sopravvivenza come emittente pubblica indipendente. Il premier britannico Boris Johnson, già due anni fa, in campagna elettorale, ha minacciato di sospendere i soldi dell’abbonamento, definendolo “una tassa non più giustificata”. Tuttavia qualunque modifica di questo sistema di finanziamento, che risale alle origini della Bbc e non si può alterare fino al 2027, richiederebbe un voto favorevole del parlamento, anche se tagli di altra natura potrebbero essere introdotti a cominciare dal prossimo anno.
Cambiamento profondo. Secondo Tony Hall, ex direttore generale della Bbc tra il 2013 e il 2020, l’abbonamento annuale obbligatorio potrebbe essere sostituito da uno volontario, stile Netflix, dopo il 2027. Tuttavia, nelle parole dello stesso Hall,
“l’emittente di Stato britannica cambierebbe profondamente, in questo modo, perché, a quel punto, dovrebbe servire gli utenti che pagano e non la maggior parte della popolazione”.
Una rivoluzione per un’istituzione che, sempre nelle parole dell’ex direttore generale, “nell’epoca delle fake news rimane un modello di imparzialità e verità, molto prezioso per il nostro Paese”.