Bartolomeo Sorge: Notarstefano (Lumsa Palermo), “è stato un profeta per tutti i siciliani, in prima linea contro la mafia”
Padre Bartolomeo Sorge “è stato un profeta per tutti i siciliani che hanno sperato in un rinnovamento morale ed etico della vita sociale e politica e nello sradicamento della cultura mafiosa che ha avvelenato e condizionato la vita pubblica, infiltrandosi e pervertendo la classe dirigente politica ed economica della regione”.
Giuseppe Notarstefano, vicepresidente nazionale Ac per il settore Adulti, insegna all’Università Lumsa a Palermo. Per il Sir ricorda il gesuita scomparso ieri, con una visuale che riporta all’impegno siciliano di Sorge, a lungo in prima linea contro la mafia e tra gli ispiratori della “primavera di Palermo”.
“Ho avuto modo di conoscere padre Sorge alla fine degli anni ’80, ero un liceale in un paese dell’agrigentino e lo invitammo a parlarci del rapporto tra cattolici e politica in una grande assemblea cittadina che mise a confronto giovani e politici locali in un vivace dibattito che lui diresse con una maestria straordinaria, facendoci capire che dovevamo impegnarci in prima persona e non delegare l’impegno politico mettendoci in gioco per il bene comune”. Sorge “ci raccontava che le persone a Palermo lo fermavano per strada per ringraziarlo e per incoraggiarlo: non erano tanti coloro che sceglievano in quel periodo di venire in Sicilia, dove dilagava una terribile guerra di mafia. La ‘primavera palermitana’, di cui lui è stato indubbiamente un artefice e un interprete autorevolissimo, è stata per la mia generazione una spinta a vivere la testimonianza cristiana immersi nella storia, soffrendo personalmente per le contraddizioni che in essa si incontrano ma mantenendo viva la capacità di scorgere le luci che spesso il Vangelo irradia in ogni tempo e in ogni situazione”.
Infine: “L’ho ritrovato qualche anno dopo, quando ero già un collaboratore molto attivo dei Gesuiti a Palermo e docente presso l’Istituto Arrupe da lui diretto per molti anni, e insieme ai nuovi responsabili dell’Istituto cercavamo di ripensare modalità innovative e attuali di fare formazione politica. Ritornava periodicamente nella sua amata Palermo come relatore ad alcune gremitissime conferenze attraverso cui ci forniva chiavi di lettura per leggere e partecipare fiduciosamente e positivamente ai cambiamenti sia della vita della Chiesa sia della vita del Paese”.