Azione Cattolica. "Quante belle relazioni". Parlano tre responsabili diocesani che concludono il mandato
Dopo due mandati... Tre responsabili associativi – Andrea Barzon, Carmen Savarese e Giandomenico Bellomo – leggono la loro esperienza di servizio, tra gioie e fatiche, e rivolgono un augurio all'Ac che verrà
Tre momenti forti. Rispondono così Andrea Barzon (responsabile Acr), Carmen Savarese (vice presidente dei giovani) e Giandomenico Bellomo (vice presidente degli adulti) alla domanda: del triennio associativo che si conclude (anche se di trienni ne hanno vissuti due), qual è un momento che ti è rimasto nel cuore? Andrea parla dell’Acierrissimo (2017): «C’era un po’ di timore, ma la presidenza diocesana ci ha creduto. Belle le energie messe in gioco da parte di tutta l’Ac e ancora di più da parte di educatori e parrocchie». Carmen, pur temendo di essere scontata, fa riferimento a Radar, la festa diocesana dei giovani dell’8 febbraio scorso: «Da anni gli educatori chiedevano quando avremmo organizzato una festa giovanissimi, ma mettere in moto la macchina organizzativa non era assolutamente facile. Con tanta speranza e molta incoscienza abbiamo raccolto le energie e ci siamo tuffati in questo grande progetto e il risultato è stato spettacolare, emozionante, rigenerante». E Giandomenico? «La festa dei 150 anni dell’Ac a Roma con il papa in piazza San Pietro. Un po’ per la vicinanza al papa (ero a pochi metri da lui), ma soprattutto per l’ampio respiro ecclesiale e associativo: associazioni da tutta Italia e dal mondo, persone anche sconosciute, con cui sono entrato in sintonia in brevissimo tempo».
Un incontro significativo
Giandomenico: «I molti “adultissimi” incontrati sono stati una sorpresa e una scoperta. In Ac non si invecchia mai! Ho trovato persone lucide, attente al mondo, alla storia, testimoni coerenti di fede e vita vissuta, con esperienze quasi incredibili. Ricordo in particolare Costantina Cavarzerani di Este, che ha compiuto 100 anni nel 2019, felice di far parte della grande famiglia associativa e presente alle iniziative».
Andrea: «Penso più che altro a due occasioni: i weekend formativi “Si parte” e “Acr start”. Stare insieme in un tempo prolungato, nel confronto e nella condivisione, è impagabile. Lo auguro a tutti gli educatori... La seconda occasione è stata la festa della pace della Saccisica (vicariati Legnaro, Piove di Sacco, Arzergrande e Pontelongo), che ho coordinato. È stato stimolante essere in prima linea. Questa è stata una gioia inaspettata...».
Una fatica superata e una non superata
Carmen: «Spesso è faticoso vivere il proprio incarico di responsabilità... Ma quello che fa bene al cuore e alla mente è fermarsi (come mi è capitato di fare durante Radar) e guardarsi intorno, per scoprire che non siamo soli. In tutti questi anni non sono mai stata sola».
Andrea: «Sono riuscito a mantenere l’impegno di responsabile diocesano, con tutto ciò che comporta, in un momento della mia vita pieno di cambiamenti: 4 anni fa mi sono sposato, 2 anni fa è nato mio figlio, mi sono laureato in scienze religiose e ho cambiato lavoro. Sono contento di non aver mollato nulla. È stato faticoso uscire di sera e di domenica, soprattutto dopo la nascita di Simone. Anche perché ho scelto di continuare a impegnarmi anche in parrocchia».
Giandomenico: «La fatica non superata è e rimane quella che si respira in tutte le parrocchie: riuscire a coinvolgere gli adulti tra 35 e 50 anni, molto presi dal lavoro, dalla famiglia...».
Cosa vi hanno lasciato questi sei anni di servizio
Carmen: «Belle relazioni, nuove amicizie e un moroso. Anche una sfida: saper vivere da cristiana di Ac nella mia vita quotidiana, anche oltre la responsabilità associativa».
Giandomenico: «Volti, persone, nomi, amicizia, entusiasmo, progettualità, sguardo positivo sul presente e sul futuro. L’esperienza diocesana in Ac è stata lavorare insieme, ascoltare, dialogare, mettersi in discussione, confrontarsi, camminare insieme nella fede, laici e preti in una crescita continua di stima e fraternità».
Andrea: «Persone di cui potermi fidare. Tanta comprensione... E amicizie! Spero possano continuare».
Consegne per i responsabili che verranno
Giandomenico: «Lascio a chi mi succederà quello che a sua volta Emanuele Marin, mio predecessore, mi aveva consegnato: le chiavi degli uffici diocesani! Ma soprattutto l’amore e la passione per l’associazione che si traduce nella capacità di stare con tutti e lavorare con tutti: ragazzi, giovani e adulti, preti, insieme in uno stile di famiglia, con uno sguardo aperto al futuro».
Carmen: «Affido tante idee e progetti nel cassetto ma soprattutto un augurio: godetevi questi anni, donate sorrisi e accoglieteli, perché oggi più che mai abbiamo bisogno di gioia»
Andrea: «Prima di buttarvi a capofitto nelle “associative”, cercate un equilibrio con la vita personale... che va assolutamente preservata!».
Un pensiero per l’Azione cattolica che verrà
Andrea: «La Chiesa, come l’Ac, sono in continuo cambiamento. Sarà importante, per affrontare tutto questo, la freschezza di chi comincia un tratto di strada come responsabile associativo». Carmen: «Auguro all’Ac che sappia rimanere salda sulle sue radici e sui valori, ma anche trasformarsi per riuscire a intercettare la vita delle persone in un tempo che scorre sempre troppo veloce». Giandomenico: «All’Ac dico di uscire, incontrare le persone, vivere la fede e il vangelo nei contesti della vita di tutti i giorni specialmente il lavoro, la famiglia e la cultura. Proporre iniziative concrete di carità in questi ambiti, anche legate a una solida riflessione e formazione».