Azione Cattolica Maserà. Benedetta tecnologia: cento presenze al percorso on line sulla Laudato si' con don Marco Cagol
Ai muri fisici si risponde con ponti digitali. Così in tempi di pandemia, il settore adulti ha proposto un'iniziativa sull'enciclica sulla cura della casa comune via Zoom
«La tecnoscienza, ben orientata, è in grado non solo di produrre cose realmente preziose per migliorare la qualità della vita dell’essere umano. È anche capace di produrre il bello e di far compiere all’essere umano, immerso nel mondo materiale, il “salto” nell’ambito della bellezza». Lo dice papa Francesco nell’enciclica Laudato si’, e l’abbiamo potuto toccare con mano in questi giorni: quanta bellezza c’è nel poter contattare le persone che ci mancano? Quanto è confortante prendere in mano un cellulare e chiamare o videochiamare amici e parenti?
Come Azione cattolica del vicariato di Maserà abbiamo voluto sfruttare l’onda di questa bellezza. L’isolamento ci pone limiti fisici al ritrovo, e noi abbiamo voluto abbatterli con ponti digitali. Ritrovarsi on line ci ha aiutato a riempire di senso queste giornate improvvisamente vuote, in cui il lavoro non c’è più e di uscire non se ne parla. L’Azione cattolica ha proposto quel che è nel suo dna: prendersi questo tempo per formarsi.
L’équipe adulti ha recuperato dal cassetto un vecchio progetto e, in poco tempo, ha messo in cantiere “Il creato, casa comune. Conversazioni con don Marco Cagol sull’enciclica Laudato si’”. Gli incontri si sono svolti in tre martedì (il 7, 14 e 21 aprile) tramite la piattaforma Zoom, scaricabile da smartphone e pc. La forma è stata quella delle brevi conversazioni (45 minuti circa), di modo che non fosse una formazione “passiva” ma un confrontarsi su temi che riguardano noi tutti. La proposta ha coinvolto tra le 80 e le 100 persone, non necessariamente di Ac, anche fuori vicariato e fuori provincia.
Don Marco ci ha guidati con presentazioni e spiegazioni nel pensiero di papa Francesco, che tramite questa enciclica ci esorta a prenderci cura del creato. Ogni giorno ci affidiamo a scienza, tecnologia, comodità di tutti i tipi. Le possibilità sono talmente tante che noi ci crediamo onnipotenti. Ma a che scopo? Abbiamo tanti mezzi per scarsi e rachitici fini, ci dice papa Francesco: stiamo perdendo di vista il senso di quel che facciamo. La nostra casa comune, il mondo in cui siamo immersi oggi, non versa ormai in buone condizioni. Inquinamento, disuguaglianze sociali e politiche, povertà, globalizzazione, consumismo, ansia generale… Come creature e custodi del Creato, dobbiamo ritrovare in Dio la nostra origine comune, recuperare la nostra comune appartenenza e ridefinire così un futuro, sì, ma condiviso.
La riflessione risuona ancora più forte in giorni come questi, in cui tutti stiamo capendo veramente cosa è importante e quante cose davamo per scontate nella nostra quotidianità.
Grazie a papa Francesco, grazie a don Marco Cagol, grazie all’Ac. E un po’ anche grazie alla tecnologia.