Auguri dalla presidenza diocesana dell'Azione Cattolica. Natale: tocchiamo le vesti di questo infinito che si fa vicino
In braccio, l’avranno tenuto sicuramente in braccio questo bambino nuovo, questo Dio con noi.
Più di tutti lo avrà tenuto vicino sua madre (su questo anche la storia dell’arte è concorde) ma certo anche altre donne – di certo, infatti, dovevano esserci delle donne in quei momenti di parto, in quei primi istanti di incarnazione venuta alla luce – e quelle lo avranno avvicinato sorridendo all’imbarazzo di Giuseppe, e da lui di mano in mano e di braccio in braccio a tutti gli altri goffi uomini, dai pastori fino ai re. Non può che riempire di stupore e meraviglia «un Dio piccolo che si può prendere nelle braccia e coprire di baci, un Dio caldo che sorride e respira, un Dio che si può toccare e che vive» (Jean-Paul Sartre, Bariona, 1944). Tocca e si fa toccare, trasforma la nostra fede in un’esperienza concreta, tutt’uno con la nostra vita quotidiana e con il corpo, il nostro e il suo a contatto. Chiede la nostra tenerezza, la leggerezza di un ritmo che culla, braccia che sappiano sorreggere con delicatezza una nanna. Fa fiorire in noi la capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro. Chiede anche la nostra concretezza, il latte del nostro impegno umile e il coraggio di chi non teme di sporcarsi le mani, la destrezza del cambio di pannolino e l’azione nella quotidianità. Non gli piace stare fermo (caratteristica che manterrà per tutta la vita) e ci costringe perciò a camminare, a muoverci per portarlo in giro perché veda e sia visto, ci mette, tutti insieme, in cammino. Buon Natale dall’Azione cattolica di Padova, dai suoi tanti bambini e da tutti quanti in essa si sforzano di toccare le vesti di questo infinito che si fa vicino.