Assemblea diocesana il 6 ottobre. Tutti invitati. A uscire
Le due "tracce di cammino" per l'anno pastorale che inizia (e non solo) – l'orizzonte dell'evangelizzazione e il nuovo volto della parrocchia – non sono per pochi "addetti ai lavori", ma sollecitano tutto il popolo di Dio. Più che cose da fare, quest'anno, c'è uno stile da assumere. È quello del seminatore: che attende, ha pazienza, coltiva semi buoni...
«Un fatto largo di Chiesa». È così che don Leopoldo Voltan vede, ma soprattutto vive, l’assemblea diocesana di inizio dell’anno pastorale, in programma sabato 6 ottobre dalle 9.30 in Cattedrale. «Questo momento, in cui ci ritroviamo per affidare al Signore la strada che percorriamo come Chiesa, chiama a raccolta tutto il popolo di Dio. Certo, sono particolarmente coinvolti i membri degli organismi di comunione a tutti i livelli – l’assemblea è l’inizio simbolico del loro mandato, dopo l’elezione nella scorsa primavera – ma i temi al centro di questo anno pastorale sono qualcosa che condividiamo tutti. Ecco perché sarebbe bello che all’assemblea diocesana ci fossero anche altri rappresentanti delle comunità parrocchiali. Per creare una mentalità condivisa intorno alle due “tracce di cammino” individuate per questo anno pastorale: l’orizzonte dell’evangelizzazione e il nuovo volto delle parrocchie».
Il Vangelo al centro
L’assemblea diocesana celebra quest’anno, oltre all’avvio dell’anno pastorale, anche l’apertura della prima visita pastorale del vescovo Claudio. «Due partenze – continua don Leopoldo – che muovono dal Vangelo: la parabola del seminatore (Mt 13 1-9), che accompagna le “tracce di cammino” per l’anno pastorale 2018-19 e le parole di Paolo a Barnaba: “Ritorniamo a far visita ai fratelli in tutte le città nella quali abbiamo annunciato la parola del Signore, per vedere come stanno” (Atti 15, 36). Sono questi i due riferimenti che ci faranno camminare insieme. L’assemblea sarà l’occasione per riprendere, dopo gli incontri di presentazione delle “Tracce di cammino” in diverse zone della Diocesi, la domanda che il vescovo Claudio mette al centro dell’anno pastorale che iniziamo e che nasce dalla strada già percorsa tra Sinodo dei giovani, rinnovo degli organismi di comunione, Tempo della fraternità, vita ordinaria e… riflessione a partire dal testo La parrocchia, strumento per la consultazione. Il vescovo si chiede, e invita tutta la Chiesa di Padova a chiedersi: come il Signore ci sogna? È una domanda che guarda all’orizzonte dell’evangelizzazione e al nuovo volto delle parrocchie, “tracce” sui cui tutti siamo chiamati a lavorare. È una domanda che “fa da motore” anche alla visita pastorale in partenza. Che è un momento significativo per il vescovo Claudio e per la Chiesa di Padova! C’è tanta attesa, anche rispetto alle scelte pastorali future, per questo “ritornare a far visita ai fratelli”».
È una questione di stile
Chi ha partecipato agli incontri di presentazione nel territorio delle “Tracce di cammino” – «tutti molto partecipati» sottolinea don Leopoldo – ha già avuto modo di cogliere una particolarità dell’anno pastorale che inizia: più che cose da fare, c’è uno stile da assumere.
«È lo stile del seminatore. Lo trovo molto affascinante… In molti hanno apprezzato che le “Tracce di cammino” non diano scadenze precise, ma invitino a camminare tutti secondo lo stile del seminatore: che attende, ci mette pazienza, coltiva semi buoni… A tutti noi Gesù chiede “solo” di uscire a seminare. Cioè passare dalle cose da fare, dai calendari, dai programmi al condividere alcuni doni e viverli con responsabilità. Il dono della fede, del vangelo, delle relazioni, di questa Chiesa di Padova… che è fatta di belle esperienze di vita traboccante».