Anno della famiglia. Fecondità verso il prossimo e il mondo. La storia di Ilaria Artusi e Giacomo Arcangeli
La vocazione della famiglia. Hanno 29 anni ciascuno, Ilaria Artusi e Giacomo Arcangeli, e si sono sposati il 29 agosto scorso. Con il racconto della loro esperienza continua il percorso – condiviso da ufficio di Pastorale della famiglia e Difesa – per approfondire l’Amoris laetitia nell’anno che papa Francesco ha voluto dedicare alla famiglia. Riflettono, con la vita, sul capitolo 3 dell’esortazione apostolica
Pensando a come è nata in noi la vocazione alla famiglia, diversi sono stati i percorsi che ci hanno portato a maturare questa scelta. Io, Ilaria, ho sempre avuto un grande desiderio di costruire una famiglia e mi sono sempre immaginata, guardando al futuro, in compagnia di un marito e di figli. Tuttavia questo ideale ha cominciato a diventare concreto e reale quando ho incontrato Giacomo nel quale ho riconosciuto un fedele, entusiasta e frizzante amico e amante con il quale condividevo la stessa visione della vita. Per me, Giacomo, la consapevolezza del voler formare una famiglia è maturata nel tempo, non è stata immediata ed è passata attraverso un lungo discernimento. In me era forte il desiderio di una famiglia cristiana, in cui cercare di mettere Dio al centro; conoscendo Ilaria ho intuito che quel sogno che portavo nel cuore si poteva realizzare. Ci siamo subito messi in cammino per capire se la strada del matrimonio e della vita di coppia fosse la nostra strada. È stato proprio durante questo percorso fatto di formazione, condivisione con altre coppie di fidanzati e confronto con delle guide che abbiamo cominciato a interrogarci su che cosa volesse dire per noi formare una famiglia. Il fidanzamento è stato essenziale per porre delle buone fondamenta: ci ha aiutati a esercitarci nell’attesa, nell’aiuto reciproco, nell’ascolto, nel dialogo, nel rispetto dei tempi diversi e ci ha lentamente fatto capire che il grande sogno di amore che entrambi avevamo si poteva realizzare con la persona che avevamo a fianco.
La nostra famiglia è nata con il sacramento del matrimonio, giorno in cui abbiamo promesso di fronte a Dio di amarci vicendevolmente per tutta la vita. In esso si compie la nostra chiamata a essere dono l’uno per l’altro e riceviamo da Dio la forza per farlo. È grazie a questo sacramento che possiamo affrontare le paure e i dubbi, superare le difficoltà e credere nel “per sempre”, nonostante le nostre piccolezze e fragilità. La vocazione alla famiglia significa, per noi oggi, scegliere di condividere la nostra storia con l’altro e progettare una vita a due: non c’è più solo un “io”, ma ora anche un “noi”. Desideriamo partecipare alla gioia dell’altro e questo implica anche il compromettersi e il rinunciare a qualcosa per il bene della coppia. È un esercizio che quotidianamente cerchiamo di vivere e che ci chiede sempre un nuovo “sì”, a partire dalle piccole cose. A volte accade che rimaniamo fermi nelle nostre idee e convinzioni pretendendo di avere ragione a tutti i costi ma è proprio quando proviamo a cambiare prospettiva e a guardare con gli occhi dell’amore che “l’avere ragione” perde d’importanza e vinciamo, diventando famiglia, se vince la coppia. Infine, vivere la vocazione alla famiglia significa per noi nutrire e alimentare il nostro amore, che non vuole chiudersi solo alla coppia ma essere accogliente. È un amore che diventa fecondo e si apre alla vita. Una fecondità che desidera essere apertura verso il prossimo e il mondo in cui viviamo.
Con entusiasmo nell’avventura del matrimonio
Giacomo Artusi e Ilaria Arcangeli hanno 29 anni e si sono sposati lo scorso 29 agosto. Ilaria è ricercatrice assegnista presso l’Università di Padova e Giacomo medico in formazione per diventare medico di famiglia. Vivono a Padova e si stanno «addentrando con entusiasmo nell’avventura del matrimonio».
Ilaria Artusi e Giacomo Arcangeli