Affamatevi di conoscenza, aprite la mente: il murale con cui il liceo "Marchesi Fusinato" incoraggia i suoi studenti
Nel quartiere Palestro di Padova, il liceo Concetto Marchesi - Fuà Fusinato ha accolto il murale di Koz Dos, artista venezuelano, come gesto per celebrare gli studenti, dopo un biennio difficile a causa della pandemia. Un'opera universale ispirata ai due personaggi che danno nome al liceo, propugnatori di libertà e che si sono battuti per i giovani. Loro che stanno costreundo il futuro, che passa dall'esame di maturità. Cresceranno, faranno le loro esperienze, motivati dall'istruzione. E poi chissà, torneranno nei luoghi in cui sono cresciuti, come il senso che l'opera vuole trasmettere.
Non saranno bollati come i “ragazzi del Covid” o quelli che stanno affrontando “esami di Serie B”. No, gli oltre 540 mila studenti italiani che a partire da mercoledì 16 giugno sono coinvolti negli esami di maturità 2021, sono quelli che, nonostante tutto, stanno costruendo la loro vita futura. Resa ancor più sensibile dalla pandemia, dalla didattica a singhiozzo, dalle relazioni sospese: ecco perché questo passaggio va supportato, con qualsiasi messaggio di sprono e determinazione.
Una comunità momentaneamente svuotata. Ed è per questo che il liceo “Concetto Marchesi - Fuà Fusinato” nel quartiere Palestro di Padova ha voluto ricucire legami e premiare gli studenti che hanno riportato le medie più alte nell’anno 2019-2020, ma non solo: per tutti, per chi lascerà il liceo o per quelli che hanno messo piede nell’istituto proprio in questo biennio travagliato, la dirigenza ha accettato di realizzare un murale sulla palestra dell’edificio. Un’opera proposta da Alternative Padova e affidata all’estro artistico di Koz Dos, artista venezuelano che lavora assieme a sua moglie Nikita.
L'uomo in dialogo con la natura
Osservando il murale nella sua completezza, negli occhi si accende una luce brillante, un sincretismo tra natura e uomo, soffi che partono dal Sud America e arrivano fino a noi. La figura femminile in primo piano ha il volto, latinoamericano come i due artisti, di una giovane ragazza così da ridurre le distanze con gli studenti. Fiera nella postura, la stessa fierezza del gatto che avvolge il suo capo. I tratti di Koz Dos, delicate pennellate che ci portano nell’iperrealismo, cercano un utopico dialogo fra il regno umano e quello animale in cui l’uomo scende dal piedistallo di dominatore della terra e cerca di ritrovare un dialogo più equo con la natura. L’opera, scomposta e riprodotta come insieme di più matrici, si adatta alle diverse anime e personalità della ragazza – le stesse che abbiamo tutti noi – rappresentate dall’accostamento del giorno e della notte.
«L’idea principale dell’opera è la libertà che può dare la parola – spiega Marcello Gasparini dell’associazione Alternative Padova che promuove la steet art in città – L’ispirazione è arrivata pensando ai due personaggi storici che danno il nome ai licei, ora uniti: Concetto Marchesi ed Erminia Fuà Fusinato. Seppure in secoli diversi, entrambi si sono battuti per i giovani e per la libertà, entrambi patrioti e docenti, entrambi legati all’utilizzo della parola come arma per diffondere le proprie idee. Ma è stata proprio Erminia Fuà Fusinato che ha colpito l’artista che da tempo cercava il momento giusto per raffigurare un volto femminile in una delle sue opere. Nasce da questo connubio tra la parola come mezzo di libertà e il ruolo importante della donna nella società, tutto quello che viene poi rappresentato».
I riferimenti a Giotto e all'Orto Botanico
L’universalità del murale, in realtà, ha radici con il luogo e con la città. Evidente il richiamo al cielo stellato di Giotto all’interno della Cappella degli Scrovegni, anche se Koz Dos ha confidato di esser stato ammaliato dal soffitto di un tratto della basilica del Santo. Essendo una composizione che ha molto a che fare con la natura, il secondo elemento è la stilizzazione della pianta del giardino antico dell’Orto Botanico ripetuta alle spalle dei soggetti principali. E poi c’è la luna, simbolo femminile e che in questo caso rappresenta la madre perché nonostante la voglia di crescere e trovare l’indipendenza dei giovani, la madre è sempre pronta ad accudire e proteggere i propri figli.
Gli amici, il legame con le proprie origini
Un cordone ombelicale o per usare un’altra immagine legata alla natura è come le foglie che cadono dove ci sono le radici. Il senso dell’esperienze, del crescere per poi tornare nei luoghi dove si nasce. Anche questa metafora ritorna osservando gli animali che circondano la ragazza, quasi a proteggerla, come gli amici. La curiosità dei tucani, i lemuri che vivono in branco e ritornano nel luogo d'origine, così come il gatto, un animale indipendente ma che torna sempre alla casa nella quale si sente protetto.
L'istruzione deve aprire la mente dei ragazzi
E infine un simbolo, evidente sulla sinistra, sospeso sul palmo della mano: «Tutto inizia con un punto, un disegno o la vita stessa – spiega l’artista Koz Dos – Ma come c’è un punto d’inizio ce n’è anche uno finale. Volevo regalare un’opera che fosse positiva, di stimolo e di speranza per questo ho ingrandito i due punti formando due cerchi che si uniscono nel simbolo dell’infinito. Anche una lettera inizia da un punto, dalla A alla Z, ma con l’alfabeto e la parola si possono aprire scenari infiniti e pensare e realizzare futuri migliori, la parola dev’essere forza di libertà, allo stesso modo l’istruzione apre la mente dei ragazzi aumentando le loro possibilità di scelta».