Adozioni internazionali, il percorso medio è di 45 mesi. Il 64% dei minori portatori di special needs
Report annuale della Commissione per le adozioni internazionali. Nel 2019 sono 1.205 i minorenni stranieri per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia. L’età media dei bambini adottati è di 6,6 anni. Provenienza: la Colombia supera la Russia
Ancora dati e analisi tratte dal Report annuale della Commissione per le Adozioni Internazionali.
I tempi medi che hanno caratterizzato le diverse tappe dell’iter adottivo delle coppie mettono in evidenza che l’intero percorso – ovvero il tempo che intercorre tra la domanda di adozione e l’autorizzazione all’ingresso - è stato mediamente di 45 mesi. I percorsi mediamente più lunghi si rilevano per le coppie che hanno adottato ad Haiti (73,2 mesi) e in Bulgaria (63,2 mesi), di contro sono stati relativamente brevi i tempi dell’adozione in Ucraina e nel Burundi (meno di 36 mesi).
Gli “step” intermedi dell’iter adottivo testimoniano di circa 11 mesi tra la domanda di adozione e il decreto di idoneità, 8 mesi tra l’ottenimento del decreto di idoneità e il conferimento dell’incarico all’ente e circa 27 mesi tra il conferimento dell’incarico e l’autorizzazione all’ingresso. Quest’ultimo periodo è risultato particolarmente breve – intorno ai 15 mesi - per le coppie che hanno adottato in Ungheria e in Ucraina.
I minorenni autorizzati all’ingresso in Italia a scopo adottivo
A fronte delle 969 coppie adottive, nel 2019 sono 1.205 i minorenni stranieri per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia a scopo adottivo (in media 1,2 adottati per coppia). In un solo anno, il numero di minorenni adottati diminuiscono di 189 unità per una variazione percentuale negativa del 13,6%. E così come evidenziato per le coppie adottive, il dato assume ancora più rilevanza se rapportato all’ultimo quinquennio, dove rispetto ai 2.216 adottati nel 2015 la diminuzione percentuale relativa sale fino al 45,6%.
A livello regionale, sono solo cinque le realtà che nel corso del 2019 superano i 100 ingressi annui: la Campania (153), la Lombardia (151), la Puglia (116), il Veneto (110) e la Toscana (104). Regioni che, tranne la Campania che conta nel 2019 un seppur minimo incremento dei minori adottati (dai 142 del 2018 ai 153 del 2019), fanno segnare significative diminuzioni. In termini assoluti le riduzioni più consistenti si registrano in Lazio (-40 minorenni con autorizzazione all’ingresso), Lombardia (-36), Puglia (-34) e Veneto (-25).
Rispetto alla popolazione minorile di riferimento, nel 2019 il valore medio nazionale è di 12,4 adottati ogni 100 mila residenti sul territorio. Le regioni con le più alte performance adottive risultano la Basilicata (26,4), la Calabria (23,5), il Molise (18,8), la Toscana (18,6) e la Puglia (17,8), diversamente, le regioni con le performance più basse risultano la Sicilia (5,9), la Liguria (8,5), la Lombardia (9,1) e il Piemonte (9,6).
La Valle d’Aosta nel 2019 non conta alcun ingresso per adozione internazionale.
ETÀ DEI MINORI ENTRATI IN ITALIA.
Nel 2019 cambia di qualche punto percentuale la distribuzione per età dei minorenni entrati in Italia a fini adottivi. La classe 5-9 anni rafforza rispetto al 2018 l’incidenza sul totale delle adozioni (52,5%), seguita dalla classe 1-4 anni con il 32% del totale. Decisamente meno rilevanti sono le incidenze delle classi di età estreme: appena l’1,2% per la classe fino ad un anno di età, ed il 14,2% per la classe 10 anni e più. La composizione percentuale di genere non risente di significativi scostamenti nel tempo. Nel 2019 si conferma la prevalenza dei maschi (53,3%) rispetto alle coetanee (46,7%) ma con uno scostamento decisamente più basso rispetto a quanto registrato nel 2018 - e anche negli anni precedenti - dove i maschi incidevano per il 59% del totale.
PROVENIENZA DEI MINORI.
Il 2019 segna il deciso sorpasso delle Colombia sulla Federazione Russa quale principale Paese di provenienza dei minorenni adottati in Italia. Tra il 2018 e il 2019 la Colombia aumenta il numero degli adottati da 169 a 222 per un incremento percentuale del 31,3%, contestualmente la Federazione Russa diminuisce da 200 a 159 adozioni per una diminuzione percentuale del 20,5%.
A questi due Paesi seguono l’Ungheria (129), l’India (104), la Bulgaria e la Bielorussa (81). Molto più staccati e sotto le cento adozioni, il Perù (52), la Repubblica Popolare Cinese che tra il 2018 e il 2019 passa da 84 a 46 minori adottati, l’Ucraina e il Vietnam (37 adottati ciascuno) e il Brasile (36). Seguono altri trentadue Paesi con un numero di minori adottati sotto le 30 unità.
La scelta di adottare in un Paese piuttosto che in un altro incide notevolmente sul profilo dei bambini autorizzati all’ingresso. In tal senso, nel 2019 si osserva che l’età media dei bambini adottati in Italia è di 6,6 anni – in linea con il 2018 ma in crescita rispetto agli anni precedenti – e risulta molto eterogenea in relazione ai diversi Paesi di provenienza. Il range dell’età media dei principali Paesi di provenienza oscilla in un ampio spettro che va dagli 1,6 anni dei bambini provenienti dalla Corea del Sud – unico Paese con età media sotto i tre anni - ai 12,4 anni di quelli bielorussi – unico Paese con età media sopra i 10 anni. Tra i bambini con età media più alta, sopra gli 8 anni di età, si collocano i bambini adottati dal Brasile (8,9 anni), i bambini adottati dall’Ecuador (8,8), gli adottati dalla Bulgaria (8,5) e quelli adottati dal Cile (8,4). Tra i più piccoli invece si collocano i bambini adottati dal Togo (3,6) e quelli adottati dal Vietnam (3,7). Tutti gli altri Paesi hanno età media che varia tra i 4 e gli 8 anni.
In alcuni Paesi di provenienza varia in maniera significativa la composizione per genere. In Colombia a differenza di quanto avviene mediamente sul complesso delle adozioni è decisamente più alta l’incidenza delle femmine (56%); diversamente gli adottati dalla Federazione Russa sono per il 69,8% maschi e per il 30,2% femmine. La più bassa incidenza di femmine spetta comunque agli adottati dalla Repubblica popolare Cinese.
L’Europa è il continente da dove arrivano gli adottati con età media più alta tra quanti risultano autorizzati all’ingresso.
MOTIVI DELL’ABBANDONO.
Una delle variabili dell’adozione che più delle altre risulta strettamente legata al Paese di provenienza del minore è il motivo dell’abbandono. Poco più di un minore su 2 (52,7%) è stato adottato a seguito della revoca della responsabilità genitoriale dei genitori biologici. Una percentuale più bassa ma comunque fortemente significativa (36,6%) interessa invece i minorenni per i quali è indicato un più generico “abbandono”, mentre si scende fino al 6,3% nel caso in cui si sia verificata una rinuncia alla genitorialità da parte dei genitori biologici e ad un più marginale 2,3% dei minori adottati in quanto orfani.
Le differenze tra Paese e Paese sono molto rilevanti, basti pensare che per i minorenni provenienti da Africa e Asia la situazione di abbandono o rinuncia cumulano nel 2019 più del 90% delle adozioni (97,2% per l’Asia), mentre in America e in Europa queste percentuali oscillano tra il 20% e il 30%. In questi ultimi due continenti invece si attesta sul 70% dei casi la revoca della potestà/responsabilità genitoriale
ADOZIONI DI RAGAZZI CON SPECIAL NEEDS.
Il massiccio ingresso di bambini e ragazzi con “special needs” testimonia meglio di ogni altro dato la funzione sussidiaria dell’adozione internazionale. Il report ricorda che i dati sugli special needs richiedono una particolare prudenza in fase di lettura in quanto risentono di alcuni fattori che rendono l’informazione non del tutto robusta e che sfuggono alle attenzioni metodologiche messe in campo nella raccolta e analisi delle informazioni di pertinenza (correttezza delle diagnosi, spesso redatte da personale non medico, parzialità del corredo informativo sullo stato di salute pervenute, difformità delle informazioni sanitarie a seconda del Paese di origine).
Ciò premesso, nel 2019 a fronte di 1.205 minorenni autorizzati all’ingresso in Italia 774 riguardano portatori di uno o più special needs. Numericamente parlando il fenomeno interessa dunque una netta maggioranza degli ingressi, pari al 64,2% del totale, incidenza che è d’altro canto in calo rispetto al 70% registrato nel corso del 2018.
Ancor più di quanto registrato nell’anno precedente, gli special needs 2019 contano un’alta incidenza di minorenni adottati in età maggiore di sette anni che incidono sul totale degli special needs per il 65,9%. Aumenta in particolar modo l’incidenza degli special needs per i quali essere sopra i sette anni di età risulta l’unica caratteristica riscontrata, sono 288 pari al 37,2% del totale (incidenza di circa 10 punti percentuali più alta del 2018). Per 202 minori (il 26,1% degli special needs, in linea con il 2018) invece l’età sopra i sette anni è accompagnata da una situazione di fratria (gruppi di più fratelli, nr), per 16 minori (il 2,1% degli special needs) invece è accompagnata da situazioni legate a traumi, problemi comportamentali, incapacità fisica e mentale, mentre per 4 casi (pari a un residuo 0,5% degli special needs) avere più di sette anni è una condizione che si presenta contestualmente sia ad avere fratelli e sorelle sia alle citate situazioni di traumatismi, problematiche comportamentali, ecc...
Fanno parte dell’insieme degli special needs del 2019 anche un’altra consistente quota di 232 (30% degli special needs) minori in situazioni di fratria - incidenza in forte aumento rispetto al 19,8% del 2018 -, 32 minori con situazioni legate a traumi, problemi comportamentali, incapacità fisica e mentale, in un caso con fratelli o sorelle, che incidono per il 4,1% sul totale degli special needs, quota questa in forte calo rispetto al 20,5% registrato nel 2018.
Tra i Paesi con il più alto numero di autorizzati all’ingresso in Italia a scopo adottivo nel 2019 spiccano, per alte incidenze di special needs, la Bielorussia (100%) e il Cile (100%), il Brasile (97,2%) e la Bulgaria (96,3%). Incidenze invece tra le più basse in assoluto si registrano per le adozioni realizzate nella Repubblica Popolare Cinese, dove tra i minorenni adottati il 28,3% sono special needs, in Vietnam (32,4%), nelle Filippine (37%) e in India (38,5%).
Daniele Iacoponi