Usura: mons. Russo (Cei), “serve una reazione corale, virtuosa ed efficace”
“Il problema dell’usura è alquanto complesso e richiede una presa di coscienza attenta e consapevole. Soprattutto da chi ha responsabilità perché si eviti che chi versa in difficoltà
sia costretto a rivolgersi a usurai senza scrupoli”.
Lo ha messo in evidenza, mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, in un messaggio rivolto ai partecipanti al convegno promosso stamattina dalla Consulta nazionale antiusura, a Roma, nell’ambito dell’Assemblea annuale. “In questo quadro, possiamo immaginare una reazione corale, virtuosa ed efficace?”, ha domandato il presule. “Diversi soggetti stanno già operando in tal senso – ha evidenziato il segretario generale della Cei – e ne abbiamo riscontro dall’impegno e dalla dedizione delle istituzioni sanitarie, dalle decisioni assunte da varie istituzioni politiche, dalle risposte generose che giungono dalle realtà educative, da tante amministrazioni locali, dal volontariato, dalle stesse comunità cristiane che, con generosità, si sono attivate per stare accanto a chi è nel bisogno”.
In momenti come questi si avverte, inoltre, “l’urgenza di tutelare con particolare cura i soggetti più deboli e fragili, coloro che magari già prima della pandemia sperimentavano povertà, sofferenze, solitudini, emarginazione, tutte situazioni aggravatesi proprio con l’avvento del Covid”. Da qui l’invito a “intraprendere azioni che aiutino a superare questa fase senza costringere le prossime generazioni a portare il peso di pesanti debiti, non solo finanziari, accumulati nell’attuale emergenza”.
Secondo mons. Russo, “non di meno occorre rilevare che, pur nella drammaticità di ciò che stiamo vivendo, possiamo cogliere qualche opportunità per il nostro futuro”. Si tratta, per esempio, “di migliorare la predisposizione ad affrontare situazioni imprevedibili e inattese come quella presente; di rimodellare i sistemi economici con una rafforzata sostenibilità ambientale; di intraprendere scelte politiche nella direzione di una vera giustizia sociale; di costruire relazioni internazionali fondate sulla cooperazione e la pace; di investire sull’istruzione e la ricerca; di scommettere maggiormente sui legami interpersonali e sulla edificazione di società più giuste, aperte, attente a ogni dimensione dell’essere umano, compresa quella religiosa e spirituale”. In questo, il suggerimento, “può essere essenziale stringere alleanze e reti collaborative tra istituzioni e organismi, impegnati su obiettivi comuni. So che diverse associazioni antiusura sono in contatto con le Caritas locali; auspico che per il futuro si possa attivare sempre più una proficua collaborazione fra queste realtà nel segno di quella prossimità, che vi vede spesso in contatto con le ferite profonde dell’umanità del nostro tempo”.
E ha concluso: “L’incoraggiamento è anche traccia per il cammino futuro perché la cura del bene comune non sia un sogno, ma diventi realtà che unisce”.