Un intreccio di pensieri. Le emergenze, i giovani in piazza e la lettera di un anziano
La denuncia rivela la maturità di giovani nel tempo dell’incertezza e della paura. Si rivolgono agli adulti e in particolare a quanti tra essi hanno responsabilità di governo.
Affrontare con identica determinazione l’emergenza sanitaria e l’emergenza climatica è possibile e quindi è doveroso. Trentacinquemila giovani nei giorni scorsi hanno pubblicamente manifestato con mascherina e distanziamento fisico. Hanno riempito molte piazze italiane per il sesto sciopero dei Fridays for Future, è riapparso il volto di Greta, piccola donna coraggiosa che oggi non è più sola nella battaglia contro le minacce all’ambiente, contro il disastro ecologico che sta avvenendo in contemporanea con quello del Covid 19.
I giovani pensano che le due emergenze, senza dimenticarne altre, siano da superare in contemporanea e nel caso specifico chiedono che le risorse europee del Recovery Fund siano utilizzate al più presto per entrambe.
Invece, scrivono mentre il dibattito politico europeo lascia sempre più intravvedere il rischio di un ritardo nella erogazione dei contributi: “Nessuno si confronta con noi giovani per decidere come spendere i fondi e costruire un futuro diverso”.
La denuncia rivela la maturità di giovani nel tempo dell’incertezza e della paura. Si rivolgono agli adulti e in particolare a quanti tra essi hanno responsabilità di governo. per chiedere una conversione nel pensare e nell’agire politicamente. Occorre far presto, aggiungono, perché “non è più il futuro in gioco siamo già in emergenza, bisogna agire ora”.
C’è nel messaggio il segnale di un disaccordo sull’idea di politica che si continua a praticare.
Il richiamo al Recovery Fund ne è un esempio concreto e mette in evidenza delusione, indignazione ma anche una grande forza ideale e culturale per cambiare la direzione a un processo politico che risente di una lettura incompleta dell’emergenza.
Gli stessi media vengono richiamati all’etica professionale: come potranno ritenersi credibili osservatori e narratori della realtà se la loro attenzione continua a essere quasi esclusivamente rivolta ai giovani che trasgrediscono le norme di sicurezza sanitaria? E gli altri giovani?
A quanti di loro che nelle scuole e nelle piazze dicono il loro impegno per gli altri e per la casa comune è arrivata la voce di papa Francesco attraverso la lettera enciclica “Fratelli tutti”. Si è formato un intreccio di maturità, di responsabilità, di capacità di leggere i segni dei tempi che anche nella stagione delle emergenze consente di credere nella rinascita di “una sana politica capace di riformare le istituzioni, coordinarle e dotarle di buone pratiche che permettano si superare pressioni e inerzie viziose”.
E’ da questo intreccio di pensieri, tra giovani e un anziano, che la buona politica può rafforzarsi, se non rinascere.