Settimanali cattolici: un patrimonio del passato aperto alle sfide dell’informazione
Chiedo a voi e alla Federazione di intensificare sempre di più la collaborazione con il Sir, segnalandoci operazioni, fatti e iniziative di rilievo locale e nazionale. Vi chiedo quindi di fornirci contributi da ospitare e intuizioni da sviluppare, mettendoci in difficoltà con le vostre proposte, assicurandovi al tempo stesso, che il nostro contributo a supporto del vostro lavoro e delle vostre testate non verrà mai meno. Posso solo immaginare la fatica che quotidianamente mettete nel confezionare un prodotto che, riprendendo sempre Papa Francesco, sia capace di “offrire quei criteri di giudizio e quelle informazioni utili affinché la pubblica opinione possa essere in grado di capire e discernere, e non resti stordita e disorientata”
Cari direttori,
alla vigilia della XIX assemblea elettiva della Fisc che apre un nuovo quadriennio di lavoro e di servizio, nel salutarvi, di cuore, uno per uno, colgo l’occasione per scrivere due righe a voi che siete sicuramente tra i nostri lettori più attenti ed assidui.
Anzitutto vi giunga la mia “gratitudine” per la fiducia che mi accordate in anticipo e con essa anche la certezza che l’Agenzia, che dal giugno scorso ho il privilegio di guidare grazie alla benevolenza dell’Ufficio comunicazioni sociali della Cei, era e resta a servizio dei settimanali diocesani. Come ultimo arrivato, e in punta di piedi, anche io voglio ribadire che il legame che unisce il Sir ai settimanali diocesani, in una storia più che trentennale, è ancora solido, forte, con radici profonde e non può né deve cambiare per il futuro. La “mission” di questa gloriosa testata guidata fin dall’inizio da grandi direttori, resta anche per me un’assoluta priorità. Ognuna delle vostre testate e ognuno di voi è importante per il Sir. Da una parte attraverso le vostre pagine, il Sir ha la possibilità di parlare alla gente, di avvicinare tanti uomini e donne di città e paesi, di raccontare gli avvenimenti dall’Italia e dal mondo alla luce del Vangelo e del magistero della Chiesa. Dall’altra rappresentate concretamente quell’insostituibile e prezioso aggancio con la realtà che ci permette di conoscere e raccontare la vita, i fatti, le storie, le vicende tristi e gioiose che ogni giorno il territorio narra al nostro paese. Non a caso Papa Francesco, accogliendovi nel 2017, ricordava l’importanza dei settimanali diocesani, che, “integrati con le nuove forme di comunicazione digitale, rimangono strumenti preziosi ed efficaci”.
Per questo, chiedo a voi e alla Federazione di intensificare sempre di più la collaborazione con il Sir, segnalandoci operazioni, fatti e iniziative di rilievo locale e nazionale. Vi chiedo quindi di fornirci contributi da ospitare e intuizioni da sviluppare, mettendoci in difficoltà con le vostre proposte, assicurandovi al tempo stesso, che il nostro contributo a supporto del vostro lavoro e delle vostre testate non verrà mai meno.
Posso solo immaginare la fatica che quotidianamente mettete nel confezionare un prodotto che, riprendendo sempre Papa Francesco, sia capace di “offrire quei criteri di giudizio e quelle informazioni utili affinché la pubblica opinione possa essere in grado di capire e discernere, e non resti stordita e disorientata”.
Preservare, conservare e alimentare, tre verbi che utilizzo per ricordare e rinsaldare, casomai ce ne fosse bisogno, il legame che unisce il Sir alla federazione e ai Settimanali diocesani, che passa dal pastore locale per arrivare all’ultimo dei vostri cittadini.
Un grande patrimonio che arriva dal passato, quindi, ma gettando lo sguardo al futuro, sono consapevole delle nuove sfide che attendono e interpellano il mondo dell’informazione, già gravato dalle mille difficoltà che sembrano minare la nostra professione. Prima su tutte quella del Web, un ambito che coinvolge direttamente il Sir, come “medium”, in maniera totale e totalizzante, un mondo che non possiamo permetterci di non abitare. Siamo chiamati ad accettare la sfida del confronto, utilizzando però strategie ben precise e non dobbiamo rinunciare a parlare anche a chi rappresenta quella parte del Paese che oggi sbrigativamente etichettiamo come ‘pancia’ e che invece alla fine risulta determinante in ogni ambito della vita pubblica e sociale.
Vi lascio con le parole suggeritemi da un caro amico e che scelgo come base di partenza del mio mandato: sono qui per cucire, con l’ago dell’unità e il filo della pazienza, le voci, i pensieri, le parole di tutti e di ciascuno, dalla Federazione al singolo settimanale, sempre nella logica dell’inclusione e della stima reciproca.
Dunque ancora grazie, e già da ora vi chiedo di avere pazienza. La porta del Sir è sempre aperta alla richiesta di aiuto e collaborazione da parte di ciascuno di voi, delle vostre testate, dei vostri collaboratori.
In conclusione, permettetemi di chiedervi di unirvi a me nell’invocare su noi tutti l’azione dello Spirito Santo, Luce e Sapienza, affinché ci suggerisca strade nuove e obiettivi comuni per dare gloria a Dio nella nostra vita, col nostro lavoro e con mezzi messici a disposizione dalla Provvidenza. Tutto, sempre, sotto lo sguardo di Maria. Contiamo su di voi e voi contate sul Sir.
Amerigo Vecchiarelli