Pro-vocati dal Vangelo. Essere profeti oggi
Come cristiani non possiamo più stare a guardare la storia che passa. È giunto il tempo di lasciare i nostri luoghi protetti, per addentrarci nei sobborghi dei poveri spesso tanto intrisi di umanità, per imparare dagli abbandonati della società la vita autentica che viene da Dio. E noi come stiamo vivendo da profeti nella storia, in opere e parole, come Gesù?
Ci muoviamo in questo tempo con un certo imbarazzo, mentre fatichiamo a chiamare con il proprio nome il disagio che proviamo: spesso attribuiamo agli altri la causa del nostro malessere. Sembra che anche noi cristiani abbiamo perso il senso della nostra vita, la meta da raggiungere. Brancoliamo, a volte, nel buio per cercare il benessere e la felicità e non ci rendiamo conto di aver smarrito la strada del Vangelo, abbandonando l’amore di prima (cfr. Ap 2,4) verso il Signore.
Quando pensiamo che per essere cristiani basta sapere tante cose su Dio, senza rimanere in contatto con il suo Spirito che anima la nostra esistenza, rischiamo di trasformare la nostra vita cristiana in una difesa ideologica, distante dalla realtà o in uno spiritualismo, lontano da Dio e dalle persone. Se, infatti, non viviamo di fede che si nutre della Parola e dell’ascolto della voce di Dio, lasciamo morire in noi, giorno dopo giorno, la vita secondo lo Spirito: scivoliamo verso una vuota religiosità, senza testimoniare un’esistenza incarnata, che fa vedere il Risorto nella ferialità esistenziale.
Oggi siamo chiamati ad essere incisivi nella storia, perciò abbiamo bisogno di rivisitare il nostro cammino di fede, per non lasciarci trasportare dal torrente in piena del momento o trascinare dalla voce del più forte, che tenta di rendere insignificante anche la Parola di Dio.
Siamo invitati da Gesù a camminare sulle acque con fede, rimanendo ancorati a Lui. È la relazione con Cristo, infatti, che unifica profondamente la persona, che dà la forza e il coraggio di seguire le sue orme, anche nelle difficoltà, che fa essere segno efficace della Sua presenza. È il Risorto che sprona, invia, rende sensibili e lungimiranti, dona il cuore di carne, fa scegliere secondo Dio, per il bene non solo personale ma anche comune, permette di essere aderenti alla realtà, interpretare la vita reale illuminati da Cristo e dal Vangelo. Chi ha il cuore abitato da Dio vede, ascolta, interpreta, discerne, agisce come Gesù. Il cristiano che, per amore, permette a Dio di operare sempre nella sua vita, è chiamato a diventare un inviato dello Spirito, non solo nelle grandi occasioni, ma nella ferialità di ogni giorno, a lavorare in rete e in sinergia con gli altri.
Dove fondiamo le nostre scelte? Come coniughiamo il nostro operare con il Vangelo? Da che cosa capiamo che stiamo agendo secondo Dio?
Il mondo oggi ha bisogno di profeti che consentono al Signore di manifestare, attraverso di loro, la Sua prossimità agli uomini e alle donne del nostro tempo, attraverso la cura delle persone, la tenerezza soprattutto verso coloro che si trovano ai margini dell’esistenza. Urge, perciò, la presenza di profeti che non blaterano a nome proprio e non cercano il protagonismo, ma che siano canali di trasmissione della vita di Dio nella quotidianità, attraverso la testimonianza della carità. Dio continua ad interpellare ogni battezzato per essere, nella fedeltà, un autentico profeta tra la gente con atteggiamenti di accoglienza, di gratuità, di ascolto, di rispetto, di condivisione, di solidarietà. Non basta conoscere cerebralmente il Vangelo, occorre tradurlo in scelte coerenti e concrete per il bene dell’umanità.
Che cosa significa per noi l’esperienza di Gesù, che condivideva personalmente la sofferenza umana di coloro che incontrava, con gesti, sentimenti, emozioni, concretezza di vita? Quale incidenza ha il suo esempio sulla nostra vita?
In quale luogo siamo chiamati ad essere oggi autentici testimoni di Gesù Cristo nella carità? Come riconosciamo la presenza di Dio laddove viviamo e in che modo aiutiamo gli altri a vedere il Signore risorto nella vita di tutti i giorni? La nostra esistenza quotidiana rimanda alla prossimità di Dio? Siamo portatori della pace donata da Cristo tra gli uomini e le donne di oggi, come i profeti? Dove troviamo il coraggio di denunciare le ingiustizie, come Gesù? In che modo ci stiamo liberando di tutto, per vivere solo secondo il Vangelo?
Come cristiani non possiamo più stare a guardare la storia che passa. È giunto il tempo di lasciare i nostri luoghi protetti, per addentrarci nei sobborghi dei poveri spesso tanto intrisi di umanità, per imparare dagli abbandonati della società la vita autentica che viene da Dio.
E noi come stiamo vivendo da profeti nella storia, in opere e parole, come Gesù?
Diana Papa