Prendiamoci il tempo per fermarci, in silenzio, di fronte alla Bellezza, come lo scoiattolino col fiore
Quand’è stata l’ultima volta che ci siamo chinati per annusare il profumo di un fiore (senza, naturalmente, strapparlo da terra)?
In tanti, nel corso dei secoli, hanno provato a descrivere con le parole la Bellezza, ma non ci sono mai riusciti. Perché alla Bellezza, quella vera, con la “B” maiuscola, non servono le parole. Fulminea, va diritta al cuore, come una freccia che, sicura, colpisce il centro del bersaglio, accompagnata dal soffio di un vento leggero. La Bellezza attraversa veloce le nostre esistenze come la spola passa nell’ordito, per disegnare la trama della vita. Il più delle volte non ce ne accorgiamo, perché siamo troppo concentrati sulla nostra quotidianità. Talvolta può capitare però che riusciamo a catturare l’attimo in cui si intreccia con il nostro cammino. Ed è in quell’istante che la Bellezza ci parla, in silenzio, di eternità. E a noi mancano le parole. Nemmeno le faccine con gli occhi a cuore sono in grado di raccontare veramente quello che proviamo.
È quanto è capitato a chi, in questi giorni, si è imbattuto nella foto di Dick Van Duijn, fotografo naturalista olandese, che è riuscito a catturare, con il suo obiettivo, l’istante in cui uno scoiattolo annusa un fiore di campo in un prato di Vienna. Due ore di attesa, silenziosa, e duecento scatti. Tanto è stato necessario per cogliere quell’attimo di Bellezza, che nel giro di poche ore ha fatto il giro del mondo, diventando subito virale su Facebook e Instagram.
Nella semplicità di quel gesto – le zampette che avvicinano il fiore al musetto di quei quattro soldi di cacio, dritto in piedi, con gli occhi chiusi per concentrarsi ancor più sul profumo di quella piccola meraviglia della natura – c’è nascosta una grande lezione di vita e di rispetto.
Quand’è stata l’ultima volta che ci siamo chinati per annusare il profumo di un fiore (senza, naturalmente, strapparlo da terra)? Quando ci siamo presi il tempo per lasciarci abbracciare dai profumi e dai colori della natura che ci circonda?
Siamo così ingabbiati nel nostro piccolo mondo, che anche quando andiamo a fare una passeggiata, non riusciamo a staccarci da telefonini e oggetti vari, tutti rigorosamente di ultima generazione. Come quei turisti armati di smartphone montati su bastoni per i selfie, che – ahimé, sempre più spesso – capita di incontrare lungo i sentieri di montagna mentre camminano, sventolando a destra e a manca le loro “bacchette magiche”, novelli “rabdomanti dell’aere” in cerca di campo per fare una diretta Facebook. O, ancora, come quei “portatori di inciviltà”, che amano passeggiare con, appeso allo zaino, l’ultimo modello di cassa bluetooth rigorosamente collegato a tutto volume allo smartphone, per insegnare agli animali del bosco (anche a quelli che – di fronte a tanto frastuono – decidono di ritirarsi nelle loro tane, anticipando così il tempo del letargo), la hit dell’estate.
In questo mese di settembre, mese del Creato, non limitiamoci alle faccine innamorate e ai cuoricini palpitanti. Prendiamoci il tempo per fermarci, in silenzio, di fronte alla Bellezza che ha attraversato l’istante in cui lo scoiattolino immortalato Dick Van Duijn annusa quel piccolo fiore di campo.
“È questo – scrive Papa Francesco in un tweet del 2 settembre – il tempo per riabituarci a pregare immersi nella natura, dove nasce spontanea la gratitudine a Dio creatore”.