La scuola, monito per l’Italia di oggi e domani. Tornano le pagine di Scuola a tutto campo, un viaggio da fare insieme
Tornano le pagine di Scuola a tutto campo, un viaggio da fare insieme
L’avvio della scuola è un fenomeno sociale, ha ragione Stefano Bertin nella sua Lettera.d che pubblichiamo a pagina 2. È un fatto epocale per i ragazzi che in classe ci vanno in prima persona – a partire dai piccoli di prima elementare che partono per un viaggio unico. Lo è per le famiglie, che riprendono la velocità di crociera che l’estate fatalmente spezza. Lo è anche per un Paese, l’Italia, che deve trovare le energie e le competenze necessarie per risolvere i propri atavici problemi. La scuola è l’architrave del nostro futuro, ma anche un monito a superare l’inerzia che ci caratterizza da decenni. Ma proviamo ad andare con ordine. Primo tema: il Veneto partirà ancora una volta con il 30 per cento delle cattedre vacanti, che salgono addirittura al 40 per cento alla scuola primaria, ritenuta fondamentale da tutti i maggiori pedagogisti ed educatori. Eppure si è accelerata l’immissione in ruolo degli insegnanti. Eppure gli uffici scolastici territoriali (i vecchi provveditorati) pescano dalle graduatorie grazie ad algoritmi che fluidificano le operazioni. Niente da fare, le rassicurazioni del ministro Valditara sono rimaste sulla carta, mancano insegnanti, si raggiungerà una stabilità probabilmente a ottobre. Secondo tema: l’inflazione si abbatte sulle famiglie anche per quanto riguarda l’acquisto dei libri di testo. Si sentono cifre inaffrontabili, almeno 600 euro a studente, ma per quanto riguarda le ultime classi delle secondarie si sforerebbero i mille euro di spesa. Riprendendo il pensiero del presidente dell’Associazione dei librai italiani, Paolo Ambrosini, occorre ammettere che questo diritto-dovere (diritto per ragazzi e giovani di formarsi, dovere per le loro famiglie fornire ai figli tutti gli strumenti per crescere) da decenni non si trova ai primi punti delle agende politiche di nessun governo. Terzo tema: l’edilizia scolastica. Quante scuole e moderne ci sono nei nostri paesi? Tolte le poche eccezioni, che si concentrato per lo più sugli istituti superiori di competenza provinciale, bambini e giovani frequentano ambienti vetusti, non sempre ben manutenuti, tutt’altro che efficienti dal punto di vista energetico. Una situazione che nemmeno il Pnrr pare riuscire a migliorare. Tre temi per tre cose che si ripetono ogni anno. Proprio così. Sembriamo incapaci di prendercene cura, di individuare una soluzione, oppure non abbiamo la costanza (o la stabilità politica) per realizzarla fino in fondo: ci fermiamo a metà strada, così poi occorre ripartire daccapo. E la scuola è un sintomo di molte altre patologie italiane, come dicevamo. I capannoni vuoti di cui parliamo alle pagine 4-5 sono un altro esempio e lo sono anche le 100 mila case vuote-sfitte-fatiscenti-vetuste che si contano nella nostra regione, mentre le Aziende territoriali per l’edilizia popolare (Ater) non riescono a garantire un alloggio a chi ne ha diritto. Per non parlare di un debito pubblico mostruoso che ipoteca il nostro futuro, un macigno che anziché diminuire stiamo accrescendo con politiche fuori controllo come il Superbonus 110%: dei 36 miliardi di euro che doveva costare, siamo già a quota 100 miliardi e non è detto che non salga ancora. Infine, l’enorme questione manutenzione: ponti, strade, acquedotti, palazzi, ferrovie sono opere che risalgono per lo più a un cinquantina di anni fa, vanno curate ma servono sistemi di sicurezza basati sulle moderne tecnologie, non possiamo più accettare stragi sul lavoro come quella di Brandizzo, in Piemonte, costata la vita a cinque operai. Possiamo farlo: partiamo dalla scuola per curare il nostro Paese e gettare le basi del futuro. Nel suo piccolo, dalla prossima settimana lo farà anche La Difesa, grazie all’impegno dell’Ufficio diocesano per l’educazione e la scuola, la Fondazione Bortignon, la Fism, la Fidae e l’Istituto superiore di Scienze Religiose: dopo un anno di “vacanza”, torna nelle nostre pagine Scuola a tutto campo e diventa un inserto mensile rivolto alle scuole, agli insegnanti, alle famiglie e, perché no, agli stessi studenti, per pensare la scuola e viverla meglio, sottolinearne le potenzialità e coglierne le opportunità. È un viaggio che riparte, compiamolo tutti assieme.