La fede? Sempre più individualizzata. In tempi incerti e pandemici si affacciano spiritualità sempre meno comunitarie
La pandemia è passata con forza anche sulla pratica religiosa. Dopo la sospensione dei riti, durante la prima fase, e nell’andamento altalenante delle misure di distanziamento diventa difficile riprendere la pratica religiosa. Non si tratta soltanto della frequenza alle celebrazioni domenicali, ma della vita ordinaria: la partecipazione ai gruppi, le attività di servizio di formazione, le variegate forme di volontariato.
Il processo di secolarizzazione è diffuso in Italia. Il lento declino della pratica religiosa ha raggiunto il 22 per cento tra i cittadini secondo una ricerca, appena pubblicata, che rende conto di dati raccolti nel 2017. Lo evidenzia “L’incerta fede. Un’indagine quanti-qualitativa in Italia”, curata da Roberto Cipriani. Il sociologo della religione spiega che si sta affacciando una particolare tipologia di credenti. La caratteristica predominante è una forma di spiritualità nuova, meno convenzionale, poco attratta...