L’Europa sia casa della buona politica: la presa di posizione dell'Azione Cattolica del Triveneto

L’urgenza di scelte concrete su clima, welfare e accoglienza

L’Europa sia casa della buona politica: la presa di posizione dell'Azione Cattolica del Triveneto

Oltre quattrocento milioni di persone saranno chiamate alle urne per eleggere i membri del Parlamento Europeo. È utile ricordare che il Parlamento elegge il presidente della Commissione Europea, nomina i commissari e garantisce che essi agiscano nell’interesse dei cittadini dell’Unione Europea, vigilando in particolare su temi politici, economici, sociali; sostiene inoltre i valori dell’Unione Europea, quali il rispetto dei diritti umani, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza e lo Stato di diritto. Con il voto non si eleggono invece i singoli componenti della Commissione europea, ramo esecutivo dell’Unione Europea che detiene il potere di iniziativa legislativa. La partecipazione democratica al voto di ogni elettrice e di ogni elettore è quindi fondamentale per determinare le strategie e le linee di azione che, grazie al pensiero e all’agire dei 720 eurodeputati eletti, influiranno in modo decisivo sul nostro futuro, indirizzando le scelte della Commissione europea.

Ciascuna e ciascuno di noi, con il proprio voto, contribuisce a proseguire il “sogno europeo” nato dal Manifesto di Ventotene, sviluppatosi grazie alla lezione di politici cattolico-democratici quali il francese Robert Schuman, il tedesco Konrad Adenauer, l’italiano Alcide De Gasperi, che con profetica intuizione avviarono il progetto con un trattato per riunire le rispettive industrie del carbone e dell’acciaio sotto una gestione comune. È questo il tempo per rilanciare una nuova forma di collaborazione politica in Europa, capace di opporsi a quei venti di guerra tra i Paesi europei che, purtroppo, una parte della società tende a legittimare, nonché a quelle pulsioni che tendono a escludere anziché includere. Oggi come allora, da soci di Azione Cattolica ribadiamo che «la pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano» (R. Schuman, dichiarazione del maggio 1950). Ci riconosciamo nell’appello che i presidenti e leader di Acli, Agesci, Azione Cattolica, Comunione e Liberazione, Comunità di Sant’Egidio, il Movimento cristiano lavoratori, il Movimento politico per l’unità e Rinnovamento nello Spirito hanno sottoscritto a Trieste, lo scorso 3-4 maggio, in cui chiedono alle forze politiche e a chi si candida alle imminenti elezioni europee di «assumersi esplicitamente la responsabilità di porsi come interlocutore per la pace, proponendo senza riserve la via diplomatica e della vera politica». Sappiamo che tutto questo però non basta: ciascuna cittadina e ciascun cittadino europeo deve fare i conti con la propria coscienza, la propria parte di responsabilità, esercitando liberamente e con decisione il proprio voto. In questo modo è possibile contribuire fattivamente all’edificazione di un bene veramente comune. Vogliamo, tramite il nostro voto, contribuire a realizzare un’Europa che sia vera comunità, solidale e accogliente, che doni il giusto valore all’istruzione e alla cultura a scapito degli investimenti bellici, che promuova percorsi partecipativi per i cittadini, che metta al centro la persona e in particolare le persone più deboli, garantendo una vissuta parità di genere e l’equità socio-economica, che sia capace di incentivare politiche di sostegno alle famiglie promuovendo la cultura del welfare, capace di favorire la natalità e la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro.

Avvertiamo l’urgenza, ormai improcrastinabile, di scelte concrete attente alla sostenibilità e alla lotta al cambiamento climatico, alla qualità dell’ambiente e dei territori, all’accesso all’acqua e al cibo per tutti. Chiediamo si ponga grande attenzione alla crescente digitalizzazione, all’uso dell’intelligenza artificiale, alle nuove forme di lavoro, alla promozione e alla tutela dei diritti, all’allargamento dell’Unione Europea. Sogniamo un’Europa che non si chiuda di fronte alla grande sfida del fenomeno delle migrazioni: dietro a esso chiediamo di riconoscere sempre volti, persone, storie. Invitiamo a votare non contro qualcuno, ma per desiderio vero di libertà, pace, giustizia, rispetto di sé e degli altri; ma soprattutto invitiamo a esercitare il discernimento per scegliere candidati che interpretino coerentemente l’Europa che vogliamo. Affidiamo a ogni elettrice ed elettore la responsabilità di andare a votare, il prossimo 8 e 9 giugno, con la consapevolezza che, se la pace è il dovere della politica, contribuire a costruire una buona politica è il dovere di ogni cittadina e cittadino, di ogni cristiana e cristiano.

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