Il lupo, alla conquista della pianura
È il primo lupo dopo secoli di storia, quello visto e fotografato agli inizi di febbraio mentre girovagava per le campagne di Longare, quasi sul confine con il padovano.
Un evento naturale di portata storica che ha disorientato cittadini e autorità davanti alla prova fotografata, sulla presenza reale di un esemplare solitario “canis lupus” in pianura. Un segnale di terrore per qualcuno. Di naturalità per altri, in tempi in cui tutti vogliono preservare gli equilibri, senza però comprenderne le sfaccettate dinamiche. La confusione in questi casi impera, mentre gli esperti confermano che quello visto a Longare, può essere iscritto come “il ritorno del lupo in pianura”, dopo secoli di totale assenza. E potrebbe non essere il solo, con qualche sporadico avvistamento anche nell’area dei Colli Euganei. L’avvistamento in località Casoni di Longare, è stato confermato dagli esperti del Cras (Centro Recupero Animali Selvatici Natura 2000) di Villabalzana sui Berici, che monitora il passaggio della fauna selvatica nei nostri ambienti. “E’ un giovane esemplare di lupo in dispersione – spiega Andrea Dellai, responsabile per la fauna selvatica-, che cerca in solitaria di occupare spazi nuovi. Un comportamento tipico dei giovani lupi che in questa stagione si staccano dal branco e migrano. Da mesi avevamo sparute segnalazioni della presenza di qualche esemplare sui Berici, molto verosimilmente esemplari provenienti dai ceppi stanziati sui Lessini, che nonostante i mille ostacoli stradali e urbanistici, si sono spinti fin sui Berici e probabilmente tenderanno a spostarsi anche verso il Padovano. Ricordiamoci che sono queste le uniche aree naturali e selvatiche presenti nella pianura vicentina» precisa Dellai. «La situazione è ora monitorata, con l’animale che può compiere lunghe distanze in una notte. Difficile quindi si possa rivedere a Longare. Lasciamo aperto il nostro numero per segnalarne la presenza, scongiurando ogni azione contro l’animale, che a oggi non ha fatto registrare alcun tipo di predazione». “Si raccomanda –ammoniva il sindaco di Longare, Matteo Zennaro in un messaggio alla popolazione che ha scatenato le reazioni in Rete-, di mantenere un comportamento responsabile, mantenendo la calma senza alcun allarmismo, evitando ogni tentativo di approccio con l’esemplare. In caso di avvistamenti, si prega di contattare tempestivamente il seguente numero dedicato: 351-8297966 (Cras)”. «Avevamo ricevuto già alcune segnalazioni –precisa Zennaro-, da cittadini, sulla presunta presenza di un lupo nel territorio comunale. L’incredulità prima e poi l’assenza di documentazione, c’ha portato a dedurre che si trattasse di un cane randagio. Forse un pastore cecoslovacco, notoriamente scambiato per un lupo selvatico. Tra le segnalazioni c’era pure chi ci diceva di aver tentato di avvicinarlo offrendogli del prosciutto, nel tentativo di poterlo catturare per restituirlo al proprietario. Altri invece, giuravano che di lupo si trattasse!». «Così tra leggenda e realtà –aggiunge il sindaco- è passato qualche giorno, fino a quando la prontezza di un guidatore è riuscito a immortalare l’esemplare». «Non abbiamo memoria di una sua presenza in tempi storici -conclude Zennaro-, concertando un comunicato che informasse la cittadinanza vista l’area fortemente antropizzata, senza però creare allarmismo, così da evitare atteggiamenti “zelanti” da parte di cittadini confidenti verso l’animale». Nell’area poi da qualche settimana stava svernando un nutrito gregge di pecore in sosta invernale. Per il giovane pastore Manuel Carotta abituato in montagna a difendersi da lupi e orsi, (l’anno scorso ha perso due capi per predazione selvatica), la notizia lo sorprende marginalmente: «Abbiamo i cani e i recinti elettrizzati, ci siamo noi poi durante la notte a guardia del gregge. E’ un lupo isolato, diverso da quanto accade in montagna con i branchi». Resta comunque aperta quanto dibattuta la questione, sia nell’arco alpino e prealpino, ma ora anche in pianura, con i lupi destinati a fare gli animali selvatici, e gli uomini invece, che fagocitano ogni spazio naturale. E quei pochi spazi rimasti, tra questi, pretende di gestirli per i suoi sport, passioni, magari mettendoci pure le Olimpiadi, senza considerare che siamo parte di un ecosistema, dove il lupo ci contende il primato in termini di catena alimentare.