Giovani, l'Agenzia nazionale: senza di loro il Paese non si risolleva
Presentazione del rapporto alla Camera. Il direttore dell'Ang, De Maio: "Il Paese e l'Europa tutta devono ripartire dai ragazzi che si sono impegnati in questi mesi così difficili. La sfida che ci attende non ammette risposte non all'altezza". Il 79% dei giovani dichiara di essere felice. E l'emergenza sanitaria li ha resi più propensi al cambiamento (54%)
"L'Italia di oggi esce da una crisi sanitaria e si appresta ad affrontarne una sociale paragonabile ad una ricostruzione. Va detto molto chiaramente: questa ricostruzione, se non vedrà coinvolti attivamente i nostri giovani non ci consentirà di risollevare il Paese". Lo ha detto Domenico De Maio, direttore dell'Agenzia nazionale giovani (Ang), nel corso della presentazione del rapporto alla Camera.
"Il Paese e l'Europa tutta devono ripartire dai ragazzi che si sono impegnati in questi mesi così difficili. Sono la speranza che una luce in fondo al tunnel ci sarà. La sfida che ci attende non ammette risposte non all'altezza, non ammette tentennamenti, non ammette infine una sconfitta. L'Agenzia nazionale per i giovani è pronta a fare la propria parte quale presidio di democrazia e partecipazione", ha sottolineato.ù
Il 79% di loro si dichiara felice
"Dopo le paure e le preoccupazioni che hanno invaso la nostra dieta mediatica di questi ultimi mesi, i giovani possono percepirsi felici? Il 79% di loro dichiara di esserlo". È quanto emerso da una indagine Ipsos citata dalla relazione dell'Agenzia nazionale giovani, illustrata dal direttore De Maio. "I più positivi sono i più giovani tra i giovani, i 14-19enni, che ancora non si trovano a dover fare i conti con il mercato del lavoro e con l'esigenza di indipendenza economica", si legge nel rapporto.
"Ma la felicità sta nel qui ed ora, nei progetti a breve termine realisticamente realizzabili date le condizioni. Proiettarsi alla vita ideale crea invece frustrazione: seppur felici, due giovani su tre dichiarano infatti di vivere una vita reale ben lontana dalla vita ideale che vorrebbero per loro stessi. Il Covid ha lasciato qualche traccia indelebile nei ragazzi? In primis i ragazzi hanno imparato ad apprezzare di più il valore della loro vita (60%) che mai in modo così prepotentemente evidente appare interconnessa con quella degli altri (57%). E non solo, l'emergenza sanitaria ha reso loro ancora più propensi al cambiamento (54%), in un moto di continuo adattamento in cui i giovani, più delle altre generazioni, erano già prima in grado di muoversi. Consapevoli che gli effetti negativi del Covid ci saranno da qui per i prossimi anni, più di un giovane su tre è preoccupato principalmente per la propria situazione lavorativa e quindi economica per altro già decisamente compromessa anche prima dell'arrivo del virus".
Chi partecipa a programmi dell’Ue ha più chance sul lavoro
Nella relazione dell'Agenzia nazionale giovani anche una ricerca di R.A.Y. (Research-based Analysis and Monitoring of European Youth Programmes) realizzata da un network europeo costituito da ricercatori, istituti di ricerca, università e Agenzie nazionali del Programma Erasmsus+ Gioventù in Azione ed European Solidarity Corps. Secondo lo studio, l'80% dei ragazzi che partecipa ai programmi europei ritiene di avere maggiori chanches lavorative. "Ad incidere su questo dato (80%) è l'acquisizione delle soft skills, capacità ed abilità non legate ad una specifica conoscenza tecnica ma di qualità personali e comportamentali che favoriscono una prestazione lavorativa di alta qualità". (DIRE)