Decreto agosto: prevale ancora la logica dei provvedimenti tampone
Di fatto, è la terza manovra economica dall'inizio dell'anno, dopo quelle di aprile e di maggio. Il “decreto agosto” mobilita gli altri 25 miliardi di deficit autorizzati dal Parlamento con il voto a maggioranza assoluta sullo scostamento di bilancio. E il conto totale viaggia ormai intorno ai 100 miliardi di euro messi in campo per fronteggiare le conseguenze della pandemia. Nel decreto ci sono elementi tendenzialmente più strategici, come la fiscalità agevolata per le imprese meridionali (sgravio del 30% sui contributi previdenziali), ma lo spirito di fondo è quello di evitare che dopo l'estate la scadenza simultanea delle misure di protezione avviate nei mesi scorsi possa rendere insostenibile la situazione, soprattutto sul versante del lavoro.
Di fatto, è la terza manovra economica dall’inizio dell’anno, dopo quelle di aprile e di maggio. Il “decreto agosto” mobilita gli altri 25 miliardi di deficit autorizzati dal Parlamento con il voto a maggioranza assoluta sullo scostamento di bilancio. E il conto totale viaggia ormai intorno ai 100 miliardi di euro messi in campo per fronteggiare le conseguenze della pandemia. Le rilevazioni dell’Istat registrano segnali di ripresa economica di una certa consistenza, forse anche superiori alle previsioni, ma allo stesso tempo documentano che i danni provocati dal Covid sono così profondi ed estesi da rendere lungo e faticoso il recupero dei livelli precedenti, che pure erano tutt’altro che entusiasmanti.
Il decreto-legge varato dal Consiglio dei ministri – con l’ormai consueta formula “salvo intese” – si muove quindi ancora nella logica dei provvedimenti tampone.
Ci sono elementi tendenzialmente più strategici, come la fiscalità agevolata per le imprese meridionali (sgravio del 30% sui contributi previdenziali), ma lo spirito di fondo è quello di evitare che dopo l’estate la scadenza simultanea delle misure di protezione avviate nei mesi scorsi possa rendere insostenibile la situazione, soprattutto sul versante del lavoro. Di qui la proroga della cassa integrazione legata al Covid, 18 settimane divise però in due gruppi: le prime 9 gratuite per tutte le aziende, le seconde modulate in relazione ai cali di fatturato (chi ha perso poco o niente dovrà contribuire). Solo dopo aver usufruito della cig o dell’esonero contributivo di quattro mesi previsto in alternativa, le aziende potranno tornare eventualmente a licenziare: fino a quel momento permane il blocco. Prorogate anche la Naspi per i disoccupati e la possibilità di rinnovare i contratti a termine senza obbligo di indicare la causale (per 12 mesi). Nuove indennità vengono introdotte per le categorie particolarmente colpite: 1000 euro per gli stagionali del turismo e dello spettacolo e 600 per i marittimi e gli stagionali sportivi. Altri 400 euro di reddito d’emergenza saranno erogati alle famiglie più bisognose.
Ma negli oltre 100 articoli del decreto ci sono misure di ogni tipo: dai fondi per la scuola a quelli per la sanità; dagli incentivi per il mercato dell’auto e il made in Italy agli aiuti per le città d’arte e gli stabilimenti balneari; da un fondo per la formazione delle casalinghe all’anticipo del cashback, il bonus per chi paga in modo tracciabile; dall’ulteriore blocco delle cartelle esattoriali alla rateizzazione lunga per i versamenti fiscali.
Per avere la certezza di tutti i dettagli bisognerà attendere la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Per ora si può fare riferimento al comunicato di Palazzo Chigi.
Il Consiglio dei ministri ha approvato anche il disegno di legge delega per la riforma dell’ordinamento giudiziario e i nuovi criteri di elezione del Consiglio superiore della magistratura.
Nella riunione, inoltre, si è parlato del nuovo Dpcm che è stato firmato dal premier: le misure precauzionali anti-contagio vengono prorogate fino al 7 settembre, con qualche ulteriore apertura per fiere e crociere, settori economicamente non irrilevanti.
Il Governo, insomma, è riuscito ancora una volta a trovare la quadra tra le spinte spesso divergenti dei partiti che lo sostengono. Ma adesso lo aspetta la prova decisiva del piano da presentare in Europa entro metà ottobre per l’utilizzo degli eccezionali finanziamenti resi disponibili dalla Ue.
In quella sede dovrà compiere delle scelte strategiche che finora non sono emerse se non in maniera frammentaria, senza una prospettiva complessiva coerente.
Al netto delle divisioni che sussistono all’interno della maggioranza, sarà molto importante anche il rapporto con le opposizioni e Conte ha mandato messaggi in questo senso nel corso della conferenza stampa di presentazione del “decreto agosto”. Ma i segnali non sono confortanti. A fine mese già si preannuncia un ostico passaggio parlamentare per il decreto sulle semplificazioni. Ed è veramente arduo sperare in un confronto costruttivo se dall’opposizione si tenta di criminalizzare il presidente del Consiglio per la gestione dell’emergenza sanitaria, che invece continua a ricevere apprezzamenti a livello internazionale, fino al punto di essere indicata come modello, e consente anche oggi al nostro Paese di essere tra i meno colpiti a livello di contagi. Ma a fine settembre si vota e la tentazione della ricerca del consenso a tutti i costi è sempre in agguato.