Costruire un nuovo umanesimo. Le parole chiave del nostro futuro, e quindi anche dei percorsi educativi, sono cura e interdipendenza
Occupazione, formazione e quindi educazione sono sempre più strettamente legate.
L’estate offre a giovani ed educatori tempo proficuo per le riflessioni. È un periodo che si presta ai bilanci e alla programmazione rivolta al futuro. Gli argomenti su cui soffermarsi sono molteplici, ma i piani sono ovviamente differenti.
I giovani proseguono il proprio cammino e ponderano le proprie scelte, tentando di individuare e costruire il proprio futuro. Gli educatori si interrogano sulle tendenze sociali, analizzano le criticità e cercano di offrire delle chiavi di lettura utili a chi è in un percorso di crescita.
Entrambi, però, in maniera complementare compiono un itinerario di orientamento. In gioco ci sono molti aspetti, ma la cifra più marcata è quella del cambiamento. La nostra società si appresta rapidamente ad affrontare l’ennesima transizione epocale, squassata dalle fondamenta da una feroce pandemia, con tutte le incognite, le fragilità e le incertezze del caso.
Ma quali sono gli elementi in gioco? Il forte impulso alla digitalizzazione, l’affermarsi della new economy, la costruzione di nuovi equilibri sociali e la progressiva maggiore consapevolezza dei meccanismi di interdipendenza che legano ambiente ed esseri viventi.
In maniera particolare, quest’ultimo aspetto pare essere la lezione più significativa che l’emergenza sanitaria ci lascia. L’esperienza del lockdown e le politiche ambientaliste, che hanno di poco preceduto la pandemia, mostrano in maniera evidente che abbiamo bisogno di maggiore condivisione e che i nostri destini sono legati strettamente. Per sostenere la società è quindi necessario un lavoro di reciproca cura e solidarietà.
Le parole chiave del nostro futuro, e quindi anche dei percorsi educativi, sono cura e interdipendenza. In sintesi, il nostro domani si delinea più che mai all’insegna della reciprocità. La società irrazionale, capitalistica e antiecologica è giunta al punto di rottura.
Si aprono ampi margini per la costruzione di un nuovo umanesimo che parta proprio dall’educazione e dalla formazione dei nostri giovani, chiamati a costruire attivamente la nuova società ecologica, decentralizzata, fondata su relazioni solidali e sul reciproco senso di responsabilità.
I nuovi bisogni e le trasformazioni operano un cambiamento forte anche nel campo delle future occupazioni. Qualche settimana fa Adecco, un’agenzia di selezione del personale leader nel nostro Paese, ha stilato l’elenco delle professioni emergenti più richieste. Interessano soprattutto gli ambiti della comunicazione, della pianificazione aziendale e della tecnologia. I profili evidenziati sono innovativi e chiedono anche una revisione di alcuni percorsi di studio. C’è bisogno di broadband architect, esperti in grado di integrare i vari canali della comunicazione, di category manager e data scientist, professionisti nella raccolta e nell’interpretazione dei dati di tendenza sociale ed economica, di cloud architect, creatori e organizzatori di spazi virtuali, di energy manager e growth manager, capaci di elaborare strategie sostenibili di gestione e crescita delle risorse sia nel campo dell’energia che in quella del marketing. Occorrono anche UX designer, ovvero specialisti che si occupino di tutelare la dimensione umana del mercato, diventando l’anello di congiunzione fra i bisogni delle aziende e quelli degli utenti. Per questi ultimi la formazione richiesta riguarda settori umanistici come la psicologica, l’ergonomia cognitiva, la semiotica.
Occupazione, formazione e quindi educazione sono sempre più strettamente legate. Per realizzare un futuro più umano, più sostenibile e più “sano” occorre investire nell’educazione e nella formazione e maturare consapevolezze in primis nel mondo degli adulti. Significa valorizzare i percorsi scolastici, renderli più sfaccettati e concreti. Tra le iniziative che vanno in questa direzione l’impiego di esperti dell’orientamento professionale all’interno delle istituzioni scolastiche, a partire dal segmento dell’obbligo, che siano in grado di aiutare docenti e discenti nella costruzione di un percorso efficace e valido di realizzazione dei singoli e della società globale.