Claudio Sinigaglia, il ricordo. Un cristiano chiamato alla politica
La prematura scomparsa del due volte consigliere regionale Claudio Sinigaglia ha lasciato sgomento tanto il mondo politico quanto la cittadinanza che lo aveva conosciuto prima come vicesindaco della Città del Santo.
«La Chiesa — ha scritto nel suo ricordo indirizzato alla famiglia il vescovo di Padova, Claudio Cipolla — è grata al vostro sposo e papà Claudio, per la sua luminosa testimonianza cristiana. Il suo impegno nella famiglia, nella Chiesa, nelle associazioni, nella politica è stato il frutto buono e abbondante della sua fede».
Un impegno civile che, nelle parole del vescovo, emerge come la pietra d'angolo su cui costruire un ricordo destinato a durare a lungo nel tempo. «Claudio — continua mons. Cipolla — si è sentito mandato in particolare nel campo della politica, sempre irto di rischi, anche per un cristiano: e Claudio ha sempre vigilato sui rischi che la politica porta con sé, rimanendo fedele a se stesso, e allo stile evangelico di servizio per il bene comune. Mi piace immaginare che nella gratitudine della Chiesa ci sia anche la gratitudine degli ultimi della nostra città».
«Ciò che di Claudio mi ha sempre colpito — racconta don Marco Cagol, vicario episcopale per le relazioni con il territorio e le istituzioni — sono il grande garbo e la grande sensibilità che come uomo politico manifestava in ogni occasione. Non c'era mai, in lui, una ricerca dell'immagine ma una vocazione al servizio che l'han portato a compiere scelte significative, frutto anche della sua fede e del suo impegno cristiano. Lo ricorderò sempre come una persona che aveva il piacere di confrontarsi, parlare, andando alla sostanza dei problemi».
Una capacità di ascolto e visione che gli viene riconosciuta anche dagli avversari politici, come il presidente Luca Zaia. «L’ho conosciuto — ricorda Luca Zaia — sempre su posizioni differenti nelle idee e negli schieramenti, tuttavia laico e capace di una politica costruttiva, mai polemicamente sterile o fine a se stessa».
«Una grave perdita — conclude Luigi Alessandro Bisato, sindaco di Noventa Padovana e segretario regionale del Partito democratico — per la politica e per il partito. Perdiamo la capacità di coniugare la pacatezza nei modi con la ricerca di interlocutori e non di nemici politici oltreché un presidio importante sul sistema sociosanitario veneto».
Si è aperta con la commemorazione di Claudio Sinigaglia l'undicesima legislatura del Consiglio regionale del Veneto, lo scorso 13 ottobre
«Un uomo onesto — ha ricordato il riconfermato presidente del Consiglio, Roberto Ciambetti — un avversario non facile ma sempre leale, un laico di cultura laica ma saldamente ancorato a una visione cattolica della società: ha speso la sua vita nelle istituzioni per difendere ideali e valori di giustizia sociale, vivendo come missione il suo impegno dapprima nell’Azione cattolica quindi nelle istituzioni democratiche locali e regionali».
«Figura chiave — l'ha definito il consigliere anziano, Fabiano Barbisan, nel corso del primo intervento d'aula — della minoranza a palazzo Ferro Fini ma soprattutto un galantuomo: io che l’ho conosciuto, assieme a quanti con lui in quest’aula hanno condiviso tanti momenti, lo ricordo per la competenza e l’intelligenza».
Gianluca Salmaso
Azione Cattolica. Interprete della scelta religiosa, fautore di processi senza occupare spazi
Claudio Sinigaglia mi cercò nel 2007 perché aveva saputo che avevo firmato a sostegno della candidatura di Rosi Bindi alle primarie del PD, ma già ci conoscevamo, anche se solo superficialmente. L’adesione di entrambi all’Azione cattolica ha facilitato il dialogo, consentendo di mantenere un rapporto di fiducia e stima anche quando capitava avessimo posizioni diverse.
Quando è iniziato per me il servizio di presidente diocesano di Padova, è stato compagno di strada nel vivere la scelta religiosa dell’associazione. Per lui, e ho scoperto anche per me, la scelta religiosa dell’Ac significa equidistanza dai partiti, non indifferenza per le singole scelte politiche. Il che vuol dire prendere le questioni politiche (per esempio l’autonomia regionale, il reddito di inclusione, le scelte sanitarie, le politiche sociali) come occasione per rispondere a un bisogno formativo, per crescere nella capacità di discernimento, per offrire criteri di valutazione a partire dalla Parola del Signore, dalla dottrina sociale della chiesa, dalle esperienze dei nostri soci impegnati nel sociale e nel politico.
Spero che come associazione siamo riusciti ad offrire a lui e a quanti altri si impegnano da credenti in politica, nei diversi partiti, un luogo di confronto franco e aperto, e un’occasione di sosta rinfrescante nella fatica di un servizio politico non sempre adeguatamente stimato.
Claudio è sempre stato pronto a rispondere a ogni appello a mettere da parte i personalismi per iniziare percorsi di convergenza tra credenti e tra persone di buona volontà impegnati nel suo partito e nell’ambito di un centrosinistra che ha sempre immaginato ampio e inclusivo.
Mi ha accompagnato a maturare, come cittadino e come credente. Si è fatto amico a partire da ideali condivisi che si sono fatti vocazione, risposta a una chiamata esigente. Adesso che non è più visibilmente con noi, resta tutto quanto ha seminato con il suo esempio, le sue scelte, il suo impegno.
A noi, grati al Signore per averlo conosciuto, e debitori alla sua famiglia di tutto il tempo speso per il bene comune, il compito di coltivare la sua eredità morale.
Filippo Doni
Delegato Triveneto dell’Azione cattolica