Cara energia… Elettricità e gas sono vitali per la seconda economia manifatturiera del continente, la nostra
Il vero rischio è quello di una crisi energetica che mini un po’ tutta l’economia italiana.
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L’essersi dichiarati nemici di un autocrate russo che però ci rifornisce abbondantemente del vitale metano, ci sta creando problemi che non si esauriscono nella famosa frase: preferite l’aria condizionata o aiutare gli ucraini? La risposta quasi univoca è: entrambi, mentre la situazione impone quasi un aut aut.
Ma è un aut aut che non regge. Ci affrancheremo dal gas russo entro un paio d’anni, ma nel frattempo? Per l’Italia il gas è necessario per produrre una buona fetta di elettricità, per scaldare le case, per determinati utilizzi industriali (vetro, ceramiche, acciaio…). Qui non si tratta semplicemente di essere più sobri, di moderare i consumi: quasi tutti l’hanno fatto dopo la prima bolletta che ci ha fatto rizzare i capelli. Oscureremo le vetrine di notte, i lampioni dell’illuminazione stradale e qualcos’altro.
Ci sarebbe da discutere casomai su come scuole, ospedali, edifici pubblici non abbiano particolari riguardi verso un consumo più consapevole ed equilibrato. Ma tant’è: pubblico e privato da tempo sembrano vivere in universi paralleli e quindi non comunicanti.
Il fatto è che elettricità e gas sono vitali per la seconda economia manifatturiera del continente, la nostra. E pure per la prima, la Germania: ricordiamoci che noi lavoriamo moltissimo per le aziende tedesche, e se quella locomotiva rallenta o si ferma…
Ora stiamo pensando a riempire gli stoccaggi del metano, purtroppo acquistato a prezzi stellari; ad affidarci alle importazioni di elettricità più di prima, soprattutto dal nucleare francese; a velocizzare l’iter di realizzazione degli impianti eolici e fotovoltaici, che però hanno i loro tempi. Si sta ragionando su un piano di riduzione delle forniture a certe industrie energivore, in cambio di indennizzi: cioè lavorare meno proprio mentre l’economia sta correndo e le commesse fioccano.
Il vero rischio però è quello di una crisi energetica che mini un po’ tutta l’economia italiana: meno soldi nei nostri portafogli da spendere; costi insostenibili per le piccole e piccolissime imprese (si pensi a una pizzeria con forno elettrico o ai fornai); perdite di ordini e di competitività; chiusure.
Ecco cosa si prepara per l’autunno italiano, nei giorni in cui finirà il gioco preferito dalla politica: la campagna elettorale. Chi vince stavolta, avrà gran poco da rallegrarsi.