Azienda Ospedale Università Padova: il prossimo riassetto della sanità cittadina. Le prospettive future della cura

Le tappe Entro l’estate 2025 sorgerà la nuova pediatria nel Polo Giustiniani. Per la Torre polifunzionale è stato appena consegnato il progetto di fattibilità. Azienda Ospedale Università Padova Il prossimo riassetto della sanità cittadina e provinciale passa dalla demolizione del “monoblocco” al futuristico e specializzato di San Lazzaro. Padova sarà polo (o poli?) della Salute: «La medicina sia più vicina possibile alle persone»

Azienda Ospedale Università Padova: il prossimo riassetto della sanità cittadina. Le prospettive future della cura

Il Gaslini a Genova. O il Meyer a Firenze. Così come il Bambino Gesù di Roma. E poi quello che Padova vorrebbe essere in un prossimo – non lontano – futuro. Un vero e proprio ospedale pediatrico, esattamente come i tre sopracitati. Mentre la nuova pediatria nell’area del Giustinianeo prende forma, da bozza diventa sostanza, Giuseppe Dal Ben, direttore generale dell’Azienda Ospedale Università Padova lancia il suo sguardo oltre l’edificio alto 40 metri. Anzi, dal punto più alto, mentre le gru vengono smontate, guarda l’orizzonte della sanità padovana e non solo. «Ipotizzo anche un nome, Salus pueri, per sottolineare anche l’impegno dell’omonima fondazione che da sempre promuove progetti e raccoglie risorse a favore della pediatria di Padova. Noi attualmente in città abbiamo la clinica pediatrica, con la nuova struttura vorremmo far emergere ancor di più la parte della chirurgia, vorremmo però marcare anche la caratteristica che ci contraddistingue maggiormente, quella sì di occuparci di tutte le patologie pediatriche, ma in particolar modo abbiamo un importante ruolo nelle malattie rare. Ricordiamo che partecipiamo alla rete europea delle malattie rare con 22 di queste patologie su 24, il numero più alto a livello nazionale ed europeo». Con il Giro d’Italia appena transitato per Prato della Valle, vien spontaneo ragionare del domani attraverso un percorso a tappe, alcune determinate, altre in via di definizione. Il primo traguardo è l’inaugurazione della nuova pediatria, il primo getto di cemento nel dicembre del 2022 sembra un tempo lontano: «Il taglio del nastro sarà per l’estate 2025 – sostiene Dal Ben – Siamo quasi all’ultimo miglio, lo considero quasi raggiunto». Il Polo Giustiniani, come visto, potrà contare sul nuovo ospedale pediatrico, a cui si affiancherà il nuovo ospedale Mamma bambino che sorgerà proprio lì a fianco, dopo la demolizione degli edifici di Malattie infettive, clinica Ostetrica, Divisione ostetrica e la palazzina di Neuroscienze. E poi c’è la Torre polifunzionale, detta anche Torre dell’emergenza, che ospiterà in via temporanea il percorso nascita e in via definitiva il pronto soccorso cittadino e la medicina di emergenza: «Tutto questo, è bene sottolinearlo, comporterà la demolizione del “monoblocco” come lo intendiamo oggi. Per quanto riguarda l’edificio polifunzionale, abbiamo appena consegnato il progetto di fattibilità tecnica ed economica, parliamo di un quadro economico di circa 83 milioni di euro di spesa. Il traguardo è certamente lontano, ci vorrà qualche anno, ma siamo già partiti e avviati. Per il terzo percorso, la costruzione dell’ospedale Mamma bambino, siamo solo all’inizio avendo presentato alla Regione un’idea di fattibilità».

Le basi sono quelle di una profonda riorganizzazione dell’assetto sanitario cittadino e provinciale. E inevitabilmente la linea di congiunzione arriva a Padova est, zona San Lazzaro, dov’è previsto l’avveniristico Polo della salute. Una paio di numeri utili per capire la portata, almeno su carta: 963 posti letto, di cui 90 di terapia intensiva, il centro disporrà di un’area dedicata di circa 40 ettari si svilupperà su una superficie di circa 212 metri quadrati. Verrebbe da etichettarla come la quinta essenza dell’Azienda Ospedale dove ricerca e cura assistenziale si intrecciano: un edificio sostenibile per la scelta dei materiali, 45 sale operatorie, dotate di elevata tecnologia. Il progetto prevede anche la realizzazione di una Torre della ricerca dove l’attività universitaria integrerà con la ricerca, la didattica e il trasferimento tecnologico. «Il Giustinianeo sarà l’ospedale della città, al servizio della realtà urbana di Padova, con un pronto soccorso che darà risposte a livello locale – puntualizza Dal Ben – San Lazzaro sarà dotato di un hub di alta specialità e un hub interregionale, con affianco attività di ricerca universitaria e con un pronto soccorso selettivo. È un pronto soccorso altamente specialistico, ovviamente aperto a tutte e tutti, che risponderà a patologie gravi e pesanti, come politraumi, incidenti cardiovascolari o pazienti oncologici con acuzie. Quello al Giustinani è un pronto soccorso “normale”: va da sé che la persona che arriva in uno dei due viene prima stabilizzata e nel caso trasferita nel settore più idoneo, ma sempre in sicurezza». Ma dunque, quale modello di medicina si sta delineando per il prossimo futuro? Come si declina il concetto di “paziente al centro” nel contesto di Padova? «L’obiettivo è quello di portare le cure sanitarie il più vicino possibile alla residenza delle persone, una medicina che deve svilupparsi in maniera importante sul territorio, lasciando alla realtà ospedaliera quelle necessità che non possono essere trattate nelle vicinanze. E dunque svilupperemo sempre più cure sanitarie domiciliari, ospedali di comunità, case della comunità, attenzione ai centri servizi per gli anziani. Una medicina altamente tecnologica che non deve perdere di vista la relazione umana che è importante. È il concetto della rete: concretamente, Padova est si collegherà con gli ospedali spoke, si lavorerà con il Polo Giustiniani, con Schiavonia, con Camposampiero, con Cittadella e con Piove di Sacco. Manterremo, avendo noi la centrale operativa Suem, la gestione delle urgenze ed emergenze».

C’è, tuttavia, un presente che chiede risposte immediate. Il timore è che tutto questo sapere “svolazzi” lontano dalla realtà. Un esempio? L’annosa questione delle liste d’attesa. Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità del Veneto, a inizio maggio ha stemperato il clima parlando di numeri incoraggianti per quanto riguarda il sistema sanitario regionale a cominciare dall’azzeramento delle attese di tipo B (entro dieci giorni), che precedentemente faceva segnare 1.500 prestazioni in galleggiamento. Sono «crollate» anche le code nelle altre classi, la D (entro 30 giorni) che partiva da 82.210 prestazioni in galleggiamento, precipitate a 13.900 al 16 aprile; trend confermato anche nella classe P (90 giorni), dove si partiva da 74.500 prestazioni in attesa e si è arrivati a 28.300. «È un problema nazionale – conclude Dal Ben – Qui in Veneto, dal mio punto di vista si sta facendo un grande lavoro. Per quanto riguarda l’Azienda Ospedale, quando un cittadino si presenta ai nostri sportelli Cup per una visita in priorità B noi la garantiamo entro i dieci giorni e lo stesso facciamo con le altre. Poi stiamo dando risposte alle altre Ulss territoriali con i nostri professionisti in supporto. Certo, bisogna lavorare sul lato della domanda, ma le prospettive sono confortanti».

Salgono i costi per Padova est: circa 870 milioni di euro

Il Polo Giustiniani con una dotazione di 719 posti letto, avrà interesse locale, mentre il Polo di Padova est, con 963 posti letto, di cui 90 di terapia intensiva, avrà un hub di alta specialità e un hub interregionale. Il progetto di fattibilità ha avuto il contributo di nove gruppi di lavoro tematici con 70 professionisti interni e oltre 120 ingegneri e architetti esterni. Focus sui costi: l’importo per la realizzazione dell’opera è di poco superiore agli 870 milioni di euro, quando in realtà si partiva con una previsione di 590 milioni di euro. Tra le motivazioni, spinge la revisione del piano: è stata alzata tutta la superficie di camminamento per evitare il rischio di allagamenti, e si pensa a un parcheggio multipiano. Non da ultimo, l’incremento dei costi del 30 per cento. A fine novembre 2023, il presidente Luca Zaia aveva parlato di un prestito ventennale di 800 milioni di euro dall’Inail.

Il Dipartimento di salute della Donna e del bambino
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L’attuale Dipartimento di salute della Donna e del bambino è composto dalla palazzina del Calabi dove hanno sede il pronto soccorso pediatrico, le degenze internistiche e radiologia; il prefabbricato retroCalabi dedicato a tutte le attività di emato-oncologia; la palazzina di Ostetricia e Ginecologia; il prefabbricato attiguo, destinato alla Neonatologia e Terapia intensiva neonatale; la palazzina di Chirurgia pediatrica. A questo si aggiunge l’edificio all’angolo tra via Ospedale e via Cesare Battisti dove hanno sede l’Hospice pediatrico e il Centro regionale per la Diagnosi e il trattamento del bambino maltrattato. La nuova pediatria, invece, avrà 157 posti letto più otto posti di osservazione breve intensiva e cinque postazioni di dialisi. Le sale operatorie saranno al settimo piano. Il piano d’investimento è di circa 61 milioni di euro.

Non solo posti letto, i numeri dell’Azienda

I numeri dell’Azienda Ospedale Università di Padova, aggiornati al 2022: i posti letto sono 1.740; 64.675 ricoveri e 63.823 interventi chirurgici; 444 pazienti dimessi per trapianto; 150.283 accessi al pronto soccorso e quasi 7 milioni di prestazioni per esterni. Il personale, inclusi 567 universitari, è di 6.728 dipendenti.

Malattie rare, Padova dentro 22 reti europee su 24

L’Azienda Ospedale Università Padova partecipa a 22 reti su 24 dell’European Reference Network (Ern) per le malattie rare. Nel dettaglio, a partire da gennaio 2017 è stata riconosciuta la partecipazione dell’Azienda Ospedale alle prime 18 Ern e, da gennaio 2022 ad altre 4 Ern. Dopo cinque anni di attività le Ern sono sottoposte a verifica e le prime 18 Ern hanno superato il monitoraggio richiesto dall’Europa. Tra le 22 Ern alle quali l’Azienda partecipa ci sono malattie ossee rare, malattie cutanee rare, malattie rare del cuore, ma anche tumori rari e trapianti in età pediatrica. In Veneto vengono presi in carico circa cinquantamila pazienti l’anno con malattie rare, sono 2,5 milioni in Italia.

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