Quando brillano i particolari. Nessun decreto lo tiene a distanza
Niente può impedirgli di fare di tutti noi il suo popolo, la sua Chiesa
Comunicare è forse il verbo più importante per qualsiasi realtà fisica. Nessun sistema è davvero perfettamente isolato: non ne esiste uno che non scambi massa, lavoro o calore con l’ambiente circostante, seppure in minima parte. Anche noi, come esseri viventi, siamo costantemente in relazione con quanto ci è attorno, e il nostro corpo è in grado di termoregolarsi a seconda delle condizioni in cui si trova. Mangiamo, e il cibo si trasforma in energia e rifiuti; respiriamo, scambiando ossigeno e anidride carbonica. Se fossimo perfettamente isolati non potremmo vivere.
Il nostro pianeta è in relazione con gli altri corpi del sistema solare attraverso la forza di gravità. Non esiste oggetto nello spazio che non abbia influenza, anche infinitesimale, sugli altri. Un’influenza che siamo in grado di calcolare. Se togliessimo un pianeta dal nostro sistema solare, il movimento di tutti gli altri cambierebbe. È così che fu scoperto Nettuno, nel 1846: a un certo punto si cominciò a cercare un nuovo corpo celeste a partire da alcune irregolarità dell’orbita di Urano, che non si muoveva come prevedeva la legge della gravitazione universale di Newton.
Ogni oggetto, ogni realtà comunica con ciò che la circonda, dalla galassia più lontana, che ci raggiunge attraverso la luce e la gravità, alla semplice aria che respiriamo, e la distanza che ci separa non necessariamente è sinonimo di impossibilità di comunicazione. Scomponendo la luce che ci giunge da una galassia lontanissima possiamo ottenere molte informazioni: la distanza, la velocità di allontanamento, la massa, le dimensioni, la sua età, le caratteristiche della sua popolazione stellare, l’eventuale velocità di rotazione, gli elementi più abbondanti... in pratica la sua carta d’identità. Oggi, grazie alla scoperta delle onde gravitazionali, possiamo andare addirittura oltre a ciò che semplicemente vediamo: anche il movimento dello spazio è in grado di farci sapere che cosa accade attorno a noi. Ogni cosa, a modo suo, comunica.
Oggi, in modo particolare, siamo chiamati a trovare nuovi modi di comunicare. Siamo sempre stati abituati a farlo attraverso il corpo: parole, sguardi, gesti piccoli o grandi attraverso i quali ci rapportiamo con gli altri facendo comprendere la differenza tra ciò che è formale e ciò che invece non lo è. Ma quando siamo costretti alla distanza, quando ci viene negata la possibilità di un abbraccio, quando anche il vedersi diventa difficile, se non impedito per legge, allora è davvero il momento di rendere preziosa ogni forma di comunicazione, anche la più sottile, nascosta, anche quella traccia che altrimenti sparirebbe sovrastata dal rumore.
Una telefonata, un messaggio, una lettera, un semplice saluto da lontano, uno smile la mattina che dice “buongiorno”, un incontro inaspettato su una strada deserta. Un link a un articolo che racconta la vita, una foto condivisa su Facebook o su Instagram. Una citazione da un libro che amiamo, la riflessione di qualcuno che sa ascoltare il silenzio. Una preghiera che non facciamo da tempo, una Parola che intercetta la nostra vita. Perché quando i particolari brillano, facendo la differenza, anche Dio si fa sentire più forte. E proprio come una galassia lontana, è in grado di dirci tantissimo di sé, con la differenza che lui non è affatto lontano da noi: non c’è decreto che possa tenerlo a distanza, né che possa impedirgli di fare di tutti noi il suo popolo, la sua comunità, la sua Chiesa.