Oceani e Trinità sono... connessi
Prima e dopo il 15 maggio. Lo Spirito è il principio vitale di ogni connessione tra noi, con il creato e con Dio.
Il 15 maggio per l’Italia è stato raggiunto il cosiddetto overshoot day, il giorno in cui si considera esaurita la capacità degli ecosistemi di rinnovarsi nell’arco di un anno, fornendo in questo modo le risorse utili per l’uomo e assorbendone i rifiuti.
È una notizia che ci dice poco: la nostra vita non è diversa da quella precedente, eppure abbiamo già esaurito le risorse disponibili per quest’anno con sette mesi e mezzo di anticipo. Ho letto un articolo che riporta uno studio condotto sulle profondità oceaniche, scoprendo tracce di carbonio radioattivo rilasciato nell’atmosfera dai test atomici degli anni ’50 e ’60, depositato sul fondo ed entrato ormai nella catena alimentare. Anche questa notizia forse ci tocca poco, se non per il fatto che gli ultimi consumatori di quella catena alimentare siamo noi.
Si tratta di due esempi che ci mettono di fronte a un fatto di cui la scienza si sta rendendo sempre più cosciente: tutta la realtà che ci circonda è interconnessa, e ciò che accade a una sua parte ha ripercussioni più o meno importanti sull’insieme. A pensarci bene, è una caratteristica che non riguarda solo il nostro pianeta. Se siamo in grado di rilevare le onde gravitazionali che arrivano dalla collisione di due buchi neri o stelle di neutroni, avvenuta milioni o miliardi di anni fa, significa che gli effetti di quell’evento catastrofico così lontano nello spazio e nel tempo ci hanno raggiunto, pur non influendo minimamente sulla nostra vita. Rimanendo all’interno del sistema solare, la nostra stella emette continuamente un flusso di particelle verso la Terra che varia a seconda dell’attività solare. Se dovesse verificarsi un’attività particolarmente intensa, una volta raggiunta la Terra queste particelle potrebbero causare seri danni alla nostra tecnologia.
L’interconnessione tra le parti ci dice che qualsiasi cosa facciamo ha una certa influenza su ciò che ci circonda, nel bene e nel male. Ma ciò che è sorprendente è che Dio non rimane al di fuori di questa interconnessione. Anche lui si immerge dentro a questo gioco tra le parti in un modo che è piuttosto difficile da descrivere. Possiamo dire che prima di tutto egli stesso è relazione tra il Padre e il Figlio, una relazione d’amore il cui nome è Spirito Santo, e non si accontenta: l’amore che è si rende presente nella creazione tutta per metterla in relazione con Lui.
La Scrittura usa delle immagini per dire questa presenza: parla di vento, fuoco, acqua, nube, luce… Nessuna di loro si riferisce a un sistema isolato. Il vento si muove e muove ciò che incontra, trasportando le particelle di cui è composto da una parte all’altra; il fuoco trasforma la materia; l’acqua permette la vita, scava la roccia, apre nuove strade nel terreno; la nube avvolge, permea e penetra; la luce non solo ci fa vedere, ma è energia, passaggio di informazioni, continuo movimento. Allo stesso modo agisce lo Spirito, non solo in noi ma in tutte le creature, per quanto misteriosa possa apparire questa affermazione. Egli è il principio vitale per il quale vi è ogni connessione, relazione, dipendenza tra di noi, con il creato e con Dio stesso.
L’interconnessione ci dice che siamo fatti a immagine della Trinità, dentro al suo movimento d’amore, che si estende nello spazio e nel tempo. Ecco perché ancora di più, come cristiani, ciò che accade negli oceani a causa della sconsideratezza di sessant'anni fa dovrebbe farci sussultare, ecco perché dovremmo sentire differenza tra prima e dopo la data del 15 maggio.