Vaccini ai senza dimora. Fiopsd: “Rimasti nell’ombra, le istituzioni tutelino i più deboli”

Poche le buone pratiche lungo lo stivale, ma il problema non è l’accesso ai vaccini, quanto allo stesso sistema sanitario. Pochi i comuni che hanno deliberato la Residenza fittizia. La presidente Avonto:“Decisore politico metta in atto azioni che agevolino l’esigibilità dei diritti garantiti dalla Costituzione”

Vaccini ai senza dimora. Fiopsd: “Rimasti nell’ombra, le istituzioni tutelino i più deboli”

“Ad oggi, escluso un inizio di vaccinazione di persone senza dimora a Palermo, non si segnalano particolari ‘buone pratiche’, così che la loro vaccinazione sembra una questione rimasta del tutto in ombra”. Mentre in tutta Italia si discute di vaccini, classi d’età e fasce più fragili, per la Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora (Fiopsd) non c’è stata una corsia preferenziale per i più fragili tra i fragili. D’altronde è stata la stessa Federazione ad aver chiesto di applicare alle persone senza dimora i medesimi criteri e tempi di vaccinazione previsti per tutti i cittadini o non cittadini, residenti o senza residenza, italiani o stranieri. Un concetto ribadito anche nel sostegno alla campagna dei soci Fiopsd del Lazio #Aspettoilmioturno. Tuttavia, spiega la Federazione, “alcuni soci ritengono indispensabile richiedere una maggiore tutela per le persone, tutte, che vivono in contesti collettivi/comunitari poiché la percentuale di persone che si infetta in strada è pressoché nulla mentre la possibilità che questo accada all'interno delle strutture di accoglienza è ad elevato rischio. Così come è opportuno che tutti gli operatori sociali siano trattati alla stregua di quelli sanitari”. 
Il vero nodo ancora da sciogliere, per quanto riguarda le persone senza dimora, non riguarda l’accesso alle vaccinazioni prioritario o per classe d’età, ma quello della residenza, spiega la Fiopsd. “È il primo passo e diritto fondamentale che consente l’accesso al sistema sanitario (e quindi ai vaccini) - spiega la Federazione -, al medico di base e alla possibilità di firmare un contratto di lavoro, un affitto, fare domanda del Reddito di cittadinanza e altro ancora. Sono sempre pochi i Comuni che hanno deliberato la Residenza Fittizia e tra essi diversi quelli che la concedono con difficoltà”. L’appello, quindi, resta quello di tutelare i più deboli per quanto riguarda i propri diritti. “Come Fiopsd - Cristina Avonto, presidente della Federazione - auspichiamo che, sia l’emergenza sanitaria imposta dalla pandemia sia la necessità di vaccinare tutte le persone che vivono in Italia, portino il decisore politico, a tutti i livelli, a mettere in atto azioni e scelte che tutelino i più deboli e agevolino l’esigibilità dei diritti garantiti dalla Costituzione”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)