Un vescovo tra i giovani manifestanti di Hong Kong: “Non smettete di sognare. Andate avanti”
Giovani cattolici e protestanti anche questa notte in preghiera in una piazza di Hong Kong. Con loro anche il vescovo ausiliare di Hong Kong, mons. Ha Chi Shing Joseph. “La mia speranza sono i giovani”, dice: “Ho molto apprezzato il loro coraggio, quello che hanno fatto, e li ho incoraggiati ad andare avanti, a credere e lottare per i loro sogni, il loro futuro. Vorrei chiedere loro di persistere, perché la battaglia non è finita, è lunga”
“Ai giovani cattolici vorrei dire, noi avremo sempre speranza perché la nostra speranza non è nelle mani del governo. E’ in Dio. Ma possiamo mettere in atto tutti i nostri sforzi per risvegliare le coscienze delle persone che sono nel governo. Le nostre preghiere sono potenti perché potente è la voce di Dio che parla nelle coscienze degli uomini. Non smettete di sognare. Andate avanti”. È il vescovo ausiliare di Hong Kong, mons. Ha Chi Shing Joseph a parlare. È stato tutta la notte – dalle 4 del pomeriggio di ieri fino alle due di questa mattina – a fianco dei giovani cattolici che hanno manifestato anche ieri per il ritiro definitivo della legge sulla estradizione. Due milioni di persone sono scese anche ieri invadendo 3 strade parallele. Una marea umana tra cui emergevano moltissimi giovani. Dopo la marcia, i ragazzi cattolici insieme ai loro coetanei delle Chiese protestanti si sono riuniti in una zona protetta di Hong Kong (cioè autorizzata dal governo), ed hanno vegliato tutta la notte in preghiera e condivisione di idee. Con loro sono restati anche un sessantina di preti della diocesi e il vescovo ausiliare mons. Ha. “La scorsa settimana – ci spiega il vescovo – ci sono stati scontri tra la polizia e i manifestanti e molti giovani sono stati colpiti. Per questo ho chiesto ad un gruppo di giovani preti di rimanere in piazza e pregare insieme ai giovani delle chiese protestanti. La preghiera è un mezzo potente. Ma soprattutto volevamo essere una presenza di pacificazione tra la rabbia e le emozioni e dare questa testimonianza di pace alla società”. Due gli slogan che ieri alla manifestazione si potevano vedere. Il primo chiedeva la cancellazione della legge sull’estradizione e il secondo le dimissioni del capo del governo, Carrie Lam. “I giovani – spiega mons. Ha – chiedono al governo che la legge sull’estradizioni sia cancellata e non sospesa. Sentono che il governo non sta gestendo la situazione nel modo in cui speravano. Non risponde abbastanza alle loro richieste e per questo stanno chiedendo le dimissioni del capo dell’esecutivo”.
Giovani, famiglie con bambini, persone anziane. Erano tantissimi anche ieri. Ma cosa spinge i giovani a manifestare? “Sono preoccupati”, risponde il vescovo ausiliare che in questi giorni di protesta è stato a fianco dei manifestanti ed ha celebrato messe tutte le sere nella parrocchia cattolica più vicina al luogo delle manifestazioni. “Questa legge prevede che ipotetici criminali siano estradati in Cina ma i giovani pensano che questa legge rappresenti un pericolo, un campanello di allerta sul rischioso cammino verso la perdita della loro libertà. Sentono che in questo modo il loro futuro non è sicuro.
Senza libertà e democrazia non vedono futuro. Ecco perché sono scesi in strada: per manifestare questa preoccupazione e questa profonda insoddisfazione”.
“La mia speranza sono i giovani”, conclude il vescovo ausiliare.Qualcosa si sta muovendo. E’ di stamattina la notizia che Joshua Wong, uno degli studenti leader del “movimento degli ombrelli” che per 79 giorni bloccò nel 2014 il centro di Kong Kong con una protesta pro-democrazia, è stato scarcerato dopo aver scontato la condanna a due mesi di reclusione inflittagli per il ruolo avuto nelle manifestazioni. “Sono i giovani che hanno manifestato in questi giorni in Hong Kong”, prosegue Ho.
“Ho molto apprezzato il loro coraggio, quello che hanno fatto, e li ho incoraggiati ad andare avanti, a credere e lottare per i loro sogni, il loro futuro. Vorrei chiedere loro di persistere, perché la battaglia non è finita, è lunga. Devono avere chiaro ciò che vogliono e rivolgere al governo le nostre richieste e chiedere di essere ascoltati”.