Speranza e ingiustizia nelle rotte balcaniche. Il reportage di Giorgio Romagnoni
Se sei talijanski (italiano) sei privilegiato: puoi permetterti un tuffo nel mare Adriatico a mezzogiorno a Rijeka sotto a un sole che sa di crisi climatica più che di estate di san Martino.
Poi in tre ore sei a Bihać, punta nord della Bosnia ed Erzegovina, e le montagne ti chiedono di mettere la giacca invernale. Per attraversare il confine non serve mostrare nemmeno un passaporto, basta la nostra bella carta d’identità elettronica controllata svogliatamente da un poliziotto alla carina (la dogana). E così in sei ore abbiamo attraversato tre confini, senza paure, ansie o rischiare la vita, solo con un documento. Siamo lo staff dell’associazione Popoli Insieme di Padova e ci facciamo accompagnare per qualche...