Repubblica Centrafricana, il Cuamm apre una nuova "missione" sanitaria
Dal 1° luglio, Medici con l'Africa Cuamm ha raggiunto un altro "ultimo miglio" nell'Africa dimenticata: l'ospedale pediatrico di Bangui nella Repubblica Centrafricana, incastonata tra Ciad, Sud Sudan, Congo e Camerun. Si elevano, dunque, a otto i paesi in cui è presente l'ong, nata nel grembo alla chiesa di Padova.
La porta spalancata di una chiesa, la cattedrale. L'ha aperta papa Francesco quasi tre anni fa, a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana.
In quel giorno solenne, il papa si è caricato sulle spalle le umiliazioni e i dolori degli ultimi e li ha portati con sé, dentro il tempio, non più stranieri e lontani, ma carne della nostra carne. Ha allargato le braccia e li ha stretti a sé perché “figli prediletti”. Una sferzata alla Chiesa e al nostro mondo benestante, indifferente e arrabbiato. Non possiamo far finta che non esistano, non possiamo pensare che non ci riguardino.
La Repubblica Centrafricana, un paese grande due volte l'Italia con 5 milioni di abitanti, di cui 1 in capitale, e solo 400 chilometri di strade “asfaltate”. È al 188° posto su 188, nella graduatoria che mette in fila i paesi in base all’Indice di sviluppo umano. In alcune aree rurali la copertura vaccinale dei bambini non supera il 10 per cento e il numero delle persone Hiv positive è di circa 130 mila di cui solo la metà è in trattamento.
A parte Bangui, ci sono 6 ospedali regionali, senza acqua ed energia, il personale è scarsissimo e poco preparato, manca totalmente un sistema di ambulanze per il trasporto dei casi gravi, la mortalità delle mamme e dei bambini è elevatissima.
Ci sono 4 pediatri locali in tutto il Paese e due di questi in capitale, nell'unico ospedale pediatrico pubblico esistente. Il “complesso pediatrico di Bangui” ha 270 posti letto, pazienti ammassati l'uno sull'altro, un reparto e una sala chirurgica dignitosi (grazie all'aiuto dell'Unione Europea e della Cooperazione Italiana) e una sezione medica allo sbando.
Papa Francesco l'ha visitato e ha voluto fare la propria parte ricostruendo totalmente il reparto malnutriti e aiutando l'ospedale in toto.
L'ha fatto attraverso il “suo ospedale pediatrico”, il Bambino Gesù e la sua presidente, la dottoressa Mariella Enoc. Sono stati questi ultimi a chiedere l'aiuto e l'intervento del Cuamm. Dallo scorso 1 luglio abbiamo iniziato.
Una mamma è accanto al suo bambino in un letto del complesso pediatrico di Bangui. Dentro all'abbraccio di questa mamma sogno di vedere l'abbraccio del mondo a questa povera Africa martoriata, e vedo concretamente l'abbraccio del Cuamm a Bangui e a questo nuovo paese. Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti per allargare sempre più il nostro abbraccio.
Don Dante Carraro