Ambulatorio Caritas-Cuamm. La sanità a misura dei più poveri
In Via Duprè, a Padova, l'ambulatorio Caritas-Cuamm da anni è un punto di riferimento per pazienti odontoiatrici di famiglie con Isee inferiore a 8 mila euro.
Prosegue l’impegno del Poliambulatorio Caritas-Cuamm di via Duprè 26, all’Arcella, ormai storica realtà sociale di Padova nata dalla collaborazione tra il Comune, la Caritas diocesana e Medici con l’Africa Cuamm per le persone che vivono in condizioni di marginalità.
Nella struttura, messa a disposizione dal settore servizi sociali che ne assicura la copertura dei costi delle utenze, la Caritas organizza l’accoglienza e l’assistenza infermieristica per prestazioni relative alla medicina di base, di odontoiatria e di ottica.
Le persone vi giungono dopo un colloquio nel centro d’ascolto della Caritas diocesana, durante il quale viene chiesto il modulo Isee. L’accesso, infatti, è consentito solo alle persone con Isee inferiore agli 8 mila euro. I pazienti accedono ai servizi attraverso una tessera, valida per un anno, rilasciata nel centro d’ascolto.
Nell’ambulatorio operano dodici tra medici e dentisti a titolo di volontariato, supportati nel loro servizio da un’assistente alla poltrona e da una segretaria. I pazienti dell’ambulatorio sono spesso persone con difficoltà a soddisfare i loro bisogni primari, con problemi di salute importanti, assenza di riferimenti, povertà e problematiche psico-relazionali che ne inficiano l’inserimento nella società e che proprio per questo hanno bisogno di un’attenzione particolare.
I numeri: 509 pazienti visitati nel corso del 2017
Sono 509 i pazienti che nel corso del 2017 sono stati visitati nell’ambulatorio Caritas-Cuamm. 213 sono stati i nuovi utenti, pari al 41 per cento del totale, mentre sono 296 le persone che si sono rivolte ai servizi medico-infermieristici della struttura dopo esservi stati in passato. Tre pazienti su cinque, nel corso del 2017, erano stranieri: 311 (156 maschi e 155 femmine), a fronte di 198 italiani (106 uomini e 92 donne). Tra gli stranieri i più rappresentati sono i marocchini (116), seguiti da romeni (32), albanesi (31) e nigeriani (24). Grazie alla collaborazione con il Consorzio Ortopiù, per il progetto “Ora ci vedo”, nel corso del 2017 sono state effettuate 78 visite e consegnati 68 occhiali da vista a persone in stato di povertà (gli altri dieci sono arrivati a gennaio 2018).