Pedofilia. Meter: “Una pandemia globale ma nel web senza regole la lotta è impari”
Una piaga globale che non conosce confini. Pedofilia, pedopornografia on line, abusi e violenze sui minori - sempre più piccoli - non conoscono confini. Dal report di Meter emerge uno scenario raccapricciante. Un mondo sommerso e privo di regole dove i bambini vengono adescati con estrema facilità, mentre gli "orchi" si nascondono dietro il diritto alla privacy. Di qui l'urgenza di leggi in grado di regolamentare l'universo del web
Non esiste solo il Covid: anche la pedofilia e la pedopornografia online costituiscono ormai una pandemia inarrestabile. Il 2021 ha dimostrato che questo fenomeno colpisce tutti i continenti e non esistono più confini. Di più: Internet resta una landa senza legge, nella quale si può fare davvero di tutto. E i centri in cui si trovano fisicamente i server, i computer che ospitano foto, video, chat, cartelle compresse, comunità virtuali di chi stupra, abusa e vende, sono in prevalenza in America e in Europa.
“Il tutto nella massima velocità e nel più comodo anonimato che consentono ai pedofili di beffare le lentezze e le attività di un diritto sempre più inadatto e inadeguato al mondo velocissimo in cui viviamo”,
si legge nel Report presentato ieri dall’Associazione Meter di don Fortunato Di Noto a Pachino (Siracusa), presso il Polo formativo e educativo dell’Associazione. Secondo gli esperti “occorre un’azione congiunta dei legislatori che permetta di emanare leggi capaci di regolamentare il mondo del web e contrastare questo fenomeno. Non si tratta solo di bloccare siti con foto e video d’abusi, ma anche e soprattutto di salvare minori dallo sfruttamento sessuale e dall’immane traffico di materiale che genera lucro sulla pelle delle piccole vittime”.
In estrema sintesi, rispetto al 2021 il numero dei link a siti pedopornografici è salito da 14.521 a 14.679. Scendono le foto da 3.768.057 a 3.479.052, insieme con i video da 2.032.556 a 1.029.170. Calano anche le chat segnalate (da 456 a 316) e le cartelle compresse (da 692 a 637). Salgono invece i casi seguiti dal Centro ascolto (da 111 a 167) e le richieste telefoniche, quasi raddoppiate: da 284 a 406.
“Sono sempre numeri pieni di dolore – si legge nel Report -, non foss’altro che le foto denunciate dal 2014, quando i tecnici di Meter hanno sviluppato una piattaforma per il monitoraggio della Rete, sono arrivate ad un totale di 23.250.123 e i video a quota 6.530.922. I mega archivi denunciati sono 13.703 e le chat 1.530. Dal 2002 a oggi i protocolli inviati alle polizie sono 65.090 e i link segnalati 203.911, mentre i casi seguiti dal Centro ascolto ammontano a 1.999 e le richieste telefoniche 30.686. Dal 2007 le segnalazioni di form da utenti, da persone cioè che hanno digitato www.associazionemeter.org per entrare in contatto con l’associazione e indicare siti a rischio o sospetti, sono 17.755. Ben 8.977 le comunità e social network segnalate dal 2008. E infine il dramma del deep web, la parte nascosta della Rete: 47.637 segnalazioni dal 2012, quando questo fenomeno è esploso”.
Ma l’orrore non conosce limiti. Da qualche anno Meter ha individuato un nuovo fenomeno, quello della cosiddetta infantofilia, ossia
l’abuso e lo stupro di bambini tra 0 e 2 anni.
Spesso i protagonisti sono “coloro i quali dovrebbero accudire i bambini e i familiari più prossimi, anche i genitori”.
La trappola dei giochi on line. Meter lancia l’allarme anche sui giochi online, vero e proprio trend per i giovanissimi che perdono la percezione del tempo che scorre e questo ne altera il ritmo sonno-veglia. Giochi che sostituiscono le attività relazionali all’interno della famiglia isolando i più piccoli e generando in molti casi una vera e propria dipendenza, al punto che se il ragazzino non riesce a superare una prova, il mancato raggiungimento dell’obiettivo di gioco prefissato può provocare crisi di frustrazione e rabbia. “
Tutto questo . si legge nel report – mentre i ragazzini giocano con sconosciuti non necessariamente della loro età e lo fanno con delle cuffie ben calcate in testa, isolandosi dal resto del mondo. Specie dai genitori”.
Pedofilia culturale. La Rete non è esclusivamente uno strumento di diffusione di foto e di video che i pedofili e i pedopornografi utilizzano per arricchirsi, ma serve anche a “difendere” la pedofilia e a tentare un’opera di normalizzazione. Una vera e propria lobby strutturata e ben organizzata (raccolta fondi e giornata internazionale pro-pedofilia) che fornisce consigli su come adescare i bambini e indica siti online dove è possibile trovare foto e video con contenuti pedopornografici. Nonostante la Convenzione di Lanzarote del 2007, ratificata dall’Italia nel 2012 con la legge n. 172 che ha introdotto nel nostro ordinamento l’art. 414 bis del Codice penale), i siti continuano a proliferare nel web.
Il nodo privacy. Secondo Meter, le norme attuali sembrano assecondare l’azione dei pedofili online: un mondo sommerso “diventato insondabile” perché i colossi del web si appellano alla tutela della privacy dei loro utenti, “principio sacrosanto per tutti ma deplorevole ostacolo alle indagini delle polizie del mondo che si trovano a combattere una lotta impari, senza le giuste armi di contrasto, perché i codici della privacy (anche europei) impediscono alle autorità di utilizzare strumenti che ledano la riservatezza di chi naviga in Rete”.
Ascolto e formazione. Negli ultimi 19 anni il Centro ascolto Meter ha accolto 10.729 telefonate e 1.999 consulenze presso la sede nazionale. Nel 2021 il Centro ha accolto 167 richieste di aiuto, soprattutto dal territorio siciliano. L’associazione continua inoltre a svolgere attività di sensibilizzazione e formazione in scuole – supportando insegnanti e genitori – , università, diocesi e parrocchie.