Parlamento Ue: Sassoli ricorda l’Olocausto. “Nazismo e razzismo non sono opinioni, ma crimini”
“Il nazismo e il razzismo non sono opinioni, ma crimini”: lo ha affermato David Sassoli, presidente dell’Europarlamento, aprendo oggi la plenaria a Bruxelles, parlando accanto a Liliana Segre, senatrice a vita, sopravvissuta all’Olocausto. Sassoli ha proceduto con una ricostruzione storica, attualizzando il messaggio dell’Olocausto.
“Siamo qui oggi a ricordare che 75 anni fa si aprirono i cancelli di uno dei luoghi che la memoria degli europei non potrà mai dimenticare”. “Aprire quei cancelli, come tutti gli altri cancelli che si aprirono via via in tutti i campi di sterminio nazisti, ha mostrato alle generazioni future dove può arrivare l’uomo che perde la propria umanità”.
Per Sassoli “ad Auschwitz, terra europea, quel giorno del 1945 vennero aperti i cancelli dell’abisso”. Ad Auschwitz “si è incarnata la negazione stessa della nostra civiltà. La civiltà che ha origini ebraiche e cristiane, che ha incontrato il mondo islamico, che ha conquistato l’Illuminismo e costruito la propria convivenza sul diritto, che si è battuta contro la barbarie e la difesa della dignità umana, che ha cercato di offrire un’idea della bellezza della persona e delle persone che vivono insieme nella nostre città e nei nostri Paesi. Una civiltà che ha fermato la propria corsa verso il desiderio di libertà sulla soglia del cancello di Auschwitz. Dinanzi a ciò, quest’oggi, pieni di emozione e riuniti nel raccoglimento, ci inchiniamo davanti a tutte le vittime della Shoah e vogliamo assumerci il nostro dovere di ricordare”.
“La soluzione finale ha fatto sì che l’inimmaginabile entrasse nell’immaginario; e dimostra che ciò che può essere immaginato, coadiuvato dalle circostanze, può essere portato a incarnarsi. Auschwitz, con tutte le fabbriche della morte disseminate nello spazio europeo, rappresenta una questione fondamentale della nostra società, della nostra civiltà, della nostra cultura e ci impone degli obblighi. Ci impone innanzitutto l’obbligo di agire ogni qualvolta vi è un atto di violenza e discriminazione, tutte le volte che un’azione antisemita e razzista si presenta nelle nostre società. Dobbiamo sempre considerare tutto ciò un attacco alla dignità delle persone e alla nostra idea di Europa”.
Parlamento Ue: Liliana Segre a Bruxelles ricorda l’Olocausto. “Il mio dovere è quello di raccontare, fino alla morte”
“Il mio dovere è quello di parlare, di raccontare, fino alla morte”: Liliana Segre, milanese, sopravvissuta all’Olocausto, ora senatrice a vita, racconta, nell’emiciclo dell’Europarlamento, la prigionia ad Auschwitz e il difficile ritorno alla vita, al termine della seconda guerra mondiale. “Le bandiere dei Paesi europei, oggi affratellati, che ho visto qui fuori – afferma – ricordano la pace, perché qui ci si guarda negli occhi, si dialoga”.
Poi riprende il racconto: “Avevo 13 anni, ero un’operaia schiava, fabbricavamo bossoli di mitragliatrice”. Quando si aprirono le porte del lager, “iniziammo la marcia della morte. In 50mila, ognuno con le sue gambe, senza poterci appoggiare a qualcun altro, iniziammo la marcia del ritorno, dalla Polonia verso la Germania, attaccati alla vita. Camminavamo, camminavamo, mangiavamo schifezze, quello che si trovava. Ero una ragazzina dimagrita, senza sesso, senza mestruazioni, senza mutande… Diciamole queste cose, perché si sappia la verità”. “Camminavo. Una gamba davanti all’altra, una gamba davanti all’altra, voglio vivere, mi dicevo”.
“Fu una marcia che durò mesi. Una volta tornata a Milano ero una ragazza ferita, selvaggia, bulimica, ma chi mi stava attorno pretendeva di avere ancora la ragazzina borghese di una volta”. Con garbo, Liliana Segre denuncia le “complicità con i nazisti, che ci furono in ogni Paese, magari ad opera dei vicini di casa, dei compagni di scuola…”. “Io mi sento la nonna di quella Liliana, una Liliana che mi fa una pena infinita”, dice. Poi racconta la gioia di essere mamma e nonna: “Questo è un miracolo, come è un miracolo questo Parlamento”. Infine un monito alla pace e alla fratellanza. L’aula in piedi applaude a lungo. Quindi l’Europarlamento tributa un minuto di silenzio per le vittime dell’Olocausto.