Minori, "valore sociale da proteggere": 450 mila in carico ai servizi sociali
"La loro tutela da ogni manifestazione di violenza si impone quale dovere morale per la comunità intera". Le parole della ministra del lavoro e delle politiche sociali, in audizione nella Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza
"È innegabile che i bambini e gli adolescenti rappresentino un vero e proprio valore sociale, da proteggere e sul quale investire. La loro tutela da ogni manifestazione di violenza si impone quale dovere morale per la comunità intera, si eleva a responsabilità giuridica nell'ambito della famiglia e delle istituzioni educative ed è fonte di responsabilità istituzionale per gli organi dello Stato". Le parole della ministra del lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, in audizione nella Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.
450 mila minori in carico a servizi sociali, 91mila maltrattati
"Sono circa 450mila in Italia i minorenni in carico ai servizi sociali, di cui 91mila a causa di maltrattamenti". Lo sottolinea la ministra, citando una indagine nazionale sul maltrattamento dei minori effettuata nel 2015 dal Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l'abuso all'infanzia (Cismai) e Terre des Hommes Italia con il supporto del Garante nazionale per l'infanzia. "La ricerca- spiega Catalfo- analizza una platea di 2,4 milioni di bambini (25% del totale della popolazione infantile italiana) residenti in 231 comuni in tutta Italia".
Catalfo osserva che "pur sussistendo casi di poli-vittimizzazione si delinea il seguente quadro: per il 47% si ravvisa trascuratezza materiale e affettiva, frutto di difficoltà genitoriali nella relazione e nell'accudimento; per il 19,4 % violenza assistita; per il 13,7% maltrattamento psicologico; per l'8,4% patologia delle cure; per il 6,9% maltrattamento fisico e per il 4,2% abuso sessuale come motivo principale iniziale". Quindi dai dati emerge che "la famiglia svolge un ruolo cruciale e che le carenze affettive o materiali costituiscono nel nostro Paese la principale causa di diffusione di maltrattamenti a danno dei minori. Peraltro- continua la ministra- il bambino o l'adolescente che cresce in un contesto familiare caratterizzato da povertà, degrado sociale, emarginazione non solo risulta maggiormente esposto al rischio di subire violenza, ma potrebbe anche, a sua volta, risultare più facilmente incline ad atteggiamenti aggressivi e, dunque, diventare egli stesso un soggetto violento".
Nel 2019 un il Fondo per i progetti dei comuni da 28 milioni
Il Fondo nazionale "per favorire la promozione dei diritti, la qualità della vita, lo sviluppo, la realizzazione individuale e la socializzazione dell'infanzia e dell'adolescenza" da destinare a "interventi realizzati dalle amministrazioni locali" per il 2019 ha uno stanziamento "di 28.794.000 euro". Continua Nunzia Catalfo, osservando che tra gli strumenti promossi dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali "si riscontrano il Tavolo di coordinamento tra ministero stesso e le città riservatarie nonché la banca dati dei progetti".
Su 2,9 milioni, 750mila destinatari di Reddito di cittadinanza sono minorenni
“Tra gli strumenti di contrasto alla povertà minorile occorre chiaramente menzionare il Reddito di cittadinanza che rappresenta, ad oggi, la principale misura di lotta alla povertà”. Rivendica la ministra del Lavoro e delle politiche sociali, osservando che a giugno "del milione e 200mila famiglie che ricevono il RdC, il 35% ha figli. Inoltre, sul totale degli individui raggiunti dal RdC, 2,9 milioni di persone, 750mila sono minorenni. È indubbio, quindi, che esso rappresenti una misura fondamentale per la lotta alla povertà minorile".
Sostenere l’occupazione delle donne, soprattutto al Sud
Nel Family Act "sono contenute disposizioni di sostegno al lavoro femminile, incluse specifiche previsioni volte ad agevolare l'occupazione delle donne nel Mezzogiorno, ossia in quell'area territoriale in cui ancora oggi le donne faticano ad affrancarsi da un ruolo esclusivamente connesso alla cura della famiglia e il tasso di partecipazione del genere femminile al mercato del lavoro è del tutto insoddisfacente". Per la ministra "una effettiva parità di genere deve fondatamente tradursi in una maggiore tutela dei minori che si trovano a vivere all'interno di un contesto familiare violento: una donna inserita in un ambiente lavorativo e dotata di una propria capacità economica ha senz'altro maggiori risorse che le potrebbero consentire di emanciparsi da una condizione di violenza". (DIRE)