Migranti, 150 respinti al giorno alla frontiera tra Messico e Usa
Alla frontiera tra Messico e Stati Uniti il flusso di migranti provenienti dal resto dell'America Latina non si arresta, ma ormai sempre più persone denunciano di essere respinte prima ancora di poter presentare la domanda di asilo...
Alla frontiera tra Messico e Stati Uniti il flusso di migranti provenienti dal resto dell'America Latina non si arresta, ma ormai sempre più persone denunciano di essere respinte prima ancora di poter presentare la domanda di asilo.
Sono in media 150 persone al giorno - stando a quanto riferiscono le fonti di stampa americane - ad essere respinte indietro verso il Messico o rimpatriate in aereo, senza aver avuto la possibilità di presentare la richiesta di asilo politico. Molte di loro finiscono quindi nei sovraffollati centri d'accoglienza di Ciudad Juarez, in Messico, città che nel 2019 è stata classificata come la seconda più violenta al mondo, con un tasso di 105 omicidi ogni 100.000 abitanti.
Come riportano fonti di stampa internazionale, ad aver "blindato" il confine è un provvedimento fatto scattare dall'ex presidente Donald Trump a marzo dello scorso anno, all'inizio della pandemia di Covid-19. L'ex capo di Stato ha applicato una legge del 1944 che permette di chiudere l'ingresso agli stranieri in caso di emergenze sanitarie. Prima di quest'anno però, non era mai stata impiegata in tema migratorio.
I respingimenti - vietati dal diritto internazionale, che vincola gli Stati ad accogliere coloro che fuggono da situazioni di conflitto o pericolo per la propria incolumità - stanno continuando sebbene l'attuale presidente Joe Biden abbia assicurato una riforma delle leggi sull'immigrazione e più solidarietà verso chi lascia i paesi latinoamericani.
La maggior parte di coloro che parte non si lascia alle spalle solo la povertà, ma anche le violenze. In paesi come Honduras, Guatemala, El Salvador o lo stesso Messico, le violenze dei gruppi armati e delle bande criminali rende la vita a volte impossibile per le persone.
Dire - www.dire.it