Libia, il report: gli omicidi extragiudiziali sono la "nuova normalità"

La denuncia della World organisation against torture: in 2 anni lo stato e le milizie hanno ucciso 581 persone, tanto cittadini libici quanto migranti. I dati raccolti, si afferma, "mostrano fino a che punto le uccisioni extragiudiziali e illegali siano diventate procedure sistematiche e diffuse, praticate sia da funzionari che da gruppi armati"

Libia, il report: gli omicidi extragiudiziali sono la "nuova normalità"

In Libia, fra gennaio 2020 e marzo 2022, 581 persone, tanto cittadini libici quanto migranti, sono stati uccisi in un contesto extragiudiziale dalle forze di sicurezza governative e da attori non statali. E' quanto denuncia in un report una delle principali organizzazioni contro la tortura al mondo, la World Organisation Against Torture (Omct).

La ricerca, pubblicata oggi, è stata condotta sul campo dalla Libyan Anti-Torture Network (Lan), una rete di organizzazioni della società civile locali sostenuta da Omct. Gli anni oggetto del documento coincidono con la fase finale della guerra civile che ha attraversato il Paese fra il 2014 e il 2021, esplosa nel contesto dell'instabilità provocata dalla morte dell'ex presidente Muammar Gheddafi, ucciso nel 2011 dopo 42 anni alla guida del Paese, e la travagliata transizione con un governo unificato, pure segnata da tensioni e scontri fra milizie rivali.

Nel rapporto si sostiene che i dati raccolti "mostrano fino a che punto le uccisioni extragiudiziali e illegali siano diventate procedure sistematiche e diffuse, praticate sia da funzionari che da gruppi armati". Le morti documentate nel dossier si sono verificate o sono state individuate principalmente in quattro contesti: combattimenti armati in aree abitate da civili; in centri di detenzione, anche per migranti; in custodia della polizia; in fosse comuni. Un altro aspetto sottolineato nel report è che "in tutti i diversi ambiti gli autori dei crimini hanno potuto godere della piena impunità".

Il dato delle 581 persone di cui si dà conto nel report inoltre, secondo il segretario generale di Omct Gerald Staberock, "sono solo la punta di un iceberg". Il dirigente ha evidenziato che "le uccisione extragiudiziali, spesso precedute da orrende torture, hanno una diffusione endemica" in Libia. Staberock ha inoltre esortato la comunità internazionale a "non rimanere compiacente e a non permettere che crimini così eclatanti diventino la nuova normalità ".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)