Il rovescio della Silicon Valley. La diffidenza verso le grandi aziende digitali
I social network si sono rivelati estremamente invasivi e facilmente “influenzabili”. I filtri e i controlli sono scarsi, forse inefficaci.
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Se fino a due-tre anni fa erano considerate benefattrici dell’umanità, paladine del progresso e quant’altro di positivo, oggi le grandi multinazionali hi-tech di Silicon Valley cominciano a fare veramente paura. E l’atteggiamento comune sta cambiando in diverse parti del mondo.
Ci hanno regalato la capacità di destreggiarsi tra milioni di siti, di reperire informazioni e notizie in tempo reale, di muoverci in ogni angolo del mondo e di ampliare i business in modo globale, di contattare chiunque o quasi, di dire la nostra ad una platea più ampia di quella del bar. Gratis? A quanto pareva, sì. Poi qualcuno ci ha spiegato che, se il servizio è gratuito, allora il pagamento siamo noi: i nostri dati personali, i nostri desideri, la nostra vita.
Appunto. Ma un conto è ricevere qualche pubblicità di agenzie di viaggio mentre compulsiamo siti sul Messico, o imbatterci proprio in quel sito all’inizio della pagina video, sito che ha ovviamente pagato per essere in quella posizione. Un altro è il resto che sta emergendo da un paio d’anni a questa parte.
Anzitutto la pessima abitudine di non pagare le tasse; o meglio: di pagarle (pochissime) in determinati luoghi dove vengono opportunamente dislocate le sedi. Ma non laddove si generano i profitti. Così in Italia queste major rastrellano fatturati miliardari lasciando sul territorio poche briciole. L’Erario se n’è accorto, così pure l’Unione Europea e le cose stanno un po’ cambiando.
Poi queste sono mega-aziende che tendono naturalmente a creare situazioni di monopolio, che l’Occidente considera deleterie da molti decenni a questa parte. Se ne parla sia in Usa che in Europa per vedere come contrastare questa tendenza.
Ma c’è di peggio. I social network si sono rivelati estremamente invasivi e facilmente “influenzabili”. I filtri e i controlli sono scarsi, forse inefficaci. Così, dal 2016 a oggi, si è ripetutamente scoperto che pure il voto democratico può essere talmente influenzato da ritenersi a volte addirittura manipolato. La propaganda non si è mai fatta tanti scrupoli in tal senso, però ora può agire a livelli talmente allargati e sofisticati da determinare addirittura il destino di importanti Paesi.
Ne consegue che la diffidenza verso gli “strumenti” che veicolano queste manipolazioni sta diventando sempre più diffusa e consistente. Ci hanno fatto fare un salto di qualità, o hanno trasportato le nostre vite – in tutto e per tutto – verso un panorama di controllo e di manipolazione che non può che inquietare?
Così la diffidenza aumenta: l’assistente personale virtuale ci cambia la vita o è la spia che ci portiamo in casa? La realtà virtuale è l’anticipo programmato di quel che sarà poi quella reale?
Insomma anche questa moneta ha il suo rovescio. Vediamo come affrontarlo.