Il miracolo di un sorriso sincero. Il Pimpa in Ucraina e la raccolta fondi in memoria di Cece

Due storie che ci raccontano la magia di far accadere piccoli miracoli. A volte non serve la magia per far accadere un miracolo: basta un sorriso sincero.

Il miracolo di un sorriso sincero. Il Pimpa in Ucraina e la raccolta fondi in memoria di Cece

Fino al febbraio 2022 erano pochi a conoscere la città di Zaporizhzhya. Da tre anni a questa parte tutti hanno sentito parlare di quella che era la sesta città ucraina per popolazione, attraversata dal fiume Dnepr, che la divide in due. L’hanno imparata a conoscere perché è uno dei centri ucraini maggiormente attaccati dalle truppe russe, perché centro industriale, chimico, elettrotecnico, metallurgico, snodo portuale e ferroviario e, non da ultimo, perché è sede di numerosi impianti per la produzione di energia elettrica, tra cui la centrale nucleare di Enerhodar, la più grande d’Europa e tra le prime dieci al mondo.

Oggi Zaporizhzhya, come tante altre città ucraine, ha perso i suoi colori. È una distesa grigia, scandita da scheletri di palazzi, avvolti da una densa nebbia di polvere e calcinacci e dalla nostalgia delle voci dei bambini e delle scaramucce quotidiane che scandivano la vita nei condomini. E mentre l’aria è satura del suono delle sirene della difesa antiaerea, in mezzo ai calcinacci e alla polvere si fa strada la vita. Con i suoi colori. Come i fili d’erba che spuntano tra i sampietrini di porfido quando piove. Lo racconta sul suo account Ig sr. Sestra Olexia in un post pubblicato venerdì scorso, 21 marzo, primo giorno di primavera. “Quando un bambino sorride, il cielo si rallegra. Un uomo vestito in modo buffo e con un naso rosso finto estrae un nastro di stoffa brillante da un cappello apparentemente vuoto. I bambini scoppiano a ridere, gridano di gioia, saltano su e giù, i loro occhi brillano di felicità!”. 

Il Pimpa – al secolo Marco Rodari – fondatore dell’associazione “Per far sorridere il cielo”, si trova in questi giorni in Ucraina. Nel Centro di coordinamento umanitario della regione di Zaporizhzhya ha incontrato più di 100 bambini sfollati. Un incontro che ha permesso a questi piccoli di evadere per un paio d’ore dal grigiore e dalla paura. Un incontro fatto di siparietti comici e giochi di prestidigitazione, nel corso dei quali le uniche armi a sparare sono state un paio di pistole da cui uscivano decine di piccole bolle di sapone, che hanno ricoperto con il loro profumo e i loro fragili riflessi le teste dei piccoli, sorpresi e felici.

“Ogni giorno la guerra cerca di spezzare le nostre vite – scrive sr. Olexia su Ig – di portarci via le ultime gocce di gioia, speranza e fede, facendoci sprofondare nella paura, nell’incertezza e nella crudeltà. Tuttavia, grazie a Il Pimpa e ai suoi trucchi semplici ma così vivaci, i nostri bambini hanno potuto sperimentare la vera felicità e dimenticare per un po’ la terribile realtà di oggi. Anche gli adulti si sono immersi nell’atmosfera della magia e hanno partecipato attivamente agli spettacoli”. Perché la meraviglia è contagiosa. Lo sa bene Marco Rodari, che vestendo i panni del Pimpa, ha fatto tappa in questi giorni anche a Kam”ians’ke, altra città dell’Ucraina centrale – a circa 110 chilometri a nord di Zaporizhzhya – martoriata dalla guerra. 

“Mentre si vive una terza guerra mondiale a pezzi – scrive Il Pimpa sul suo account Ig – capita che in nome della “Meraviglia dei Bimbi della guerra” si riesca a riaprire un cinema, e dargli luce e ad accogliere centinaia di bimbi e bimbe, vivendo una giornata della meraviglia che va davvero oltre…”. Parole che accompagnano scatti tratti dallo spettacolo organizzato all’interno di un cinema chiuso per la guerra e riaperto grazie all’impegno di centinaia di volontari. “Da questa parte del fiume Dnipro oggi abbiamo vissuto la Pace. Nonostante tutto”, commenta Rodari che in una storia scrive: “Sono scappati ogni anno dalla loro vita. Hanno perso un amico ogni mese della loro vita. Hanno vissuto le bombe ogni giorno della loro vita. Hanno pianto ogni ora della loro vita. Hanno paura ogni secondo della loro vita. I bimbi della guerra. E ancora sorridono…”.

A volte non serve la magia per far accadere un miracolo: basta un sorriso sincero.

Un sorriso sincero che incontriamo, nello stesso giorno, a oltre 2.500 chilometri di distanza. È il sorriso del piccolo Cesare Zambon, Cece per chi lo ha imparato a conoscere in questi anni attraverso l’account Ig in cui sua mamma, Valentina Mastroianni, ha raccontato la sua storia. È trascorso un mese esatto da quando il piccolo di casa Zambon è morto. Ma non è morto il sorriso di questo bimbetto di 6 anni e mezzo, che nonostante la cecità e due tumori cerebrali provocati da una rara malattia genetica, la neurofibromatosi, non ha mai smesso di sorridere a quella vita che gli aveva riservato una strada disseminata di ostacoli e fatica. E lei, mamma Valentina, glielo aveva promesso il 21 febbraio scorso, sull’account Ig seguito da quasi mezzo milione di follower, che non si sarebbe arrabbiata con la vita e che avrebbe urlato solo cose belle in suo nome. Venerdì scorso, in memoria di Cece è stata aperta una raccolta fondi per finanziare l’ampliamento del Guscio, il reparto di cure palliative dell’ospedale Gaslini di Genova, dove Cece ha trascorso gli ultimi giorno di vita, avvolto dall’amore della sua famiglia. “In quei giorni di dolore sovrumano ci siamo sentiti così impotenti – ha raccontato in questi giorni mamma Valentina – ma al Guscio siamo stati accolti come una famiglia, ci hanno fatti sentire a casa dandoci la possibilità di stare vicino a Cece fino alla fine con amore e dignità. E tutto questo nel dolore è stato di una consolazione enorme.”. “Sogno in grande – racconta mamma Valentina nelle stories di Ig – ho incominciato a farlo quando ho deciso con Cesare fra le braccia che avremmo aiutato il reparto che ci stava accompagnando negli ultimi giorni di vita di nostro figlio. Come? Supportando un progetto già esistente, portato avanti dal dott. Manfredini e dall’associazione Maruzza, per dare vita a un nuovo piano di questo padiglione”. In poche ore il sito del Gaslini dove fare le donazioni è stato mandato in tilt e nel giro di un giorno è stato raggiunto il budget iniziale, di 200mila euro. Da qui la decisione di raddoppiare la somma a 400mila euro, per dare una spinta maggiore all’ampliamento del reparto, che oggi è costituito da quattro stanze pensate come miniappartamenti in cui vengono accolti i piccoli pazienti e le loro famiglie. “Occorre offrire a quante più bambini e famiglie possibili la possibilità di essere accolti e accompagnati con dignità e amore – aggiunge Valentina – e per questo è importante raccogliere ancora più fondi”. 

Venerdì scorso, Valentina con suo marito Federico era a Villa Erba a Como, ospite di “Comolake inclusion”, invitata a raccontare la storia di Cesare all’incontro promosso dal ministero per le disabilità. “Stavo pensando – ha raccontato sabato mattina in una storia di Ig – quando è incredibile. Tutte le emozioni che ho vissuto nelle ultime ore. Ringrazio tutti voi per quello che state facendo per il Guscio, ma ringrazio Cesare, perché anche il fatto di essere venuta a Cernobbio, di aver accettato questo invito in un momento in cui avrei potuto piangere distesa a letto e ne avrei avuto tutto il diritto, qualcuno mi ha detto “vai mamma” e tutto quello che è stato fatto ieri nella mia testa c’era Cesare che diceva “mamma che bel casino!”. Tanta roba!”.

A Cesare piaceva fare casino e piaceva tanto la musica. Lo sa bene Pietro Fasce, in arte Peppo, giovane cantautore genovese, amico della famiglia Zambon e amico di Cesare, che a Cece ha dedicato il brano “La tua storia”. Il primo assaggio è arrivato a fine febbraio su Ig, e poi il brano, nella sua versione definitiva è uscito venerdì su tutte le piattaforme digitali. “Mi ero ripromesso di non scrivere nulla sulla tua storia, è delicata, complessa – ha scritto sul suo profilo Ig –. Come sempre però la musica mi stravolge i piani. Questo brano è uscito da solo, aveva bisogno di parlare, di urlare. Spero possa volare così in alto fino ad arrivare a Cesare. Io lo spingerò più forte che posso. Facciamo casino per Cesare”. E il sorriso di Cece continua a conquistare i cuori grazie al video  de “La tua storia”, pubblicato da Peppo su Ig: “Puoi vedere con le mani anche se non vedi niente. Cesare ti sento dentro tutte le cose belle. Sei adrenalina tra la gente. Sei vivo con noi e lo sarei sempre. Ora non ho più paura, posso correre forte. Non mi faccio più domande, non voglio le risposte. La vivo come mi hai detto tu. So che se ti gira torni giù. Tra noi”.

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Fonte: Sir