Gaza, appello delle comunità arabe: “Italia promuova dialogo e pace”
Di nuovo scontri nella Striscia: tra le vittime, una bambina e una donna incinta. La richiesta di Comai e Cili, affinché l'Italia si muova subito a favore del dialogo e si impegni per fermare ogni forma di violenza, anche nel rispetto del Ramadam: “I morti civili non hanno colore né colpa. Dispiace il silenzio delle diplomazie internazionali”
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ROMA – A Gaza si contano i morti, dopo il lancio dei missili israeliani, ma il bilancio è ancora provvisorio e la situazione tutt'altro che stabile: ci sarebbero, finora, 11 vittime palestinesi, tra cui una bambina e una donna incinta. E oltre 125 feriti, di cui 25 gravi che necessitano interventi chirurgici. Di fronte ai nuovi scontri, si leva l'appello delle comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai) e della Confederazione Internazionale laica inter religiosa (Cili-italia), che chiedono al governo italiano di “muoversi subito a favore del dialogo e fermare ogni forma di attacco,violenza per risparmiare vite umane e civili da una parte e dall'altra perché noi crediamo che i morti civili non hanno né colore né colpa”.
Nell'esprimere “solidarietà al popolo palestinese e a Gaza”, le due associazioni seguono la situazione “con angoscia e dispiacere di fronte al silenzio delle diplomazie internazionali dichiara Foad Aodi Fondatore Co-mai e Amsi (associazione medici di origine straniera in Italia), che è in contatto diretto con i medici palestinesi a Gaza e con il ministero della Salute palestinese - La situazione sanitaria era già tragica – continua -, manca tutto quello che serve per la chirurgia d'urgenza, pediatria e ginecologia e ci sono più di mille amputati che da tempo aspettano cure e protesi, oltre ai malati a domicilio che non vengono curati in tempo per mancanza di medici e infermieri. Anche l'elettricità è molto scarsa e debole per soddisfare le esigenze di tutti gli ospedali”. Di qui l'appello delle comunità a “promuovere il dialogo e la pace, anche nel rispetto del Ramadam che sta iniziando”.