Emigrazione: Fond. Migrantes, “in 12 anni aumento del 64,7%, mobilità ricchezza per l’Italia”
“Venendo all’oggi e ai cittadini italiani cioè agli italiani con passaporto e cittadinanza residenti all’estero e iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, dal 2006 al 2018 il loro numero è aumentato del 64,7% passando, in valore assoluto, da poco più di 3,1 milioni a più di 5,1 milioni”.
È quanto si legge nel rapporto “Rim-Junior 2018-2019 – Le migrazioni italiane nel mondo raccontate ai ragazzi”, a cura della Fondazione Migrantes, presentato venerdì alla Camera dei deputati. Rispondendo alla domanda se “la mobilità di così tanti italiani è oggi per l’Italia un danno o una ricchezza”, nel rapporto si afferma che “la mobilità in sé è una ricchezza perché, come abbiamo visto, spinge ad andare oltre se stessi facendo incontrare l’altro per sua natura diverso, per cultura, lingua e tradizioni”.
“L’incontro con l’altro diverso da me è sempre un potenziale arricchimento”, si legge. Viene considerato, invece, un “problema” il fatto che “dall’Italia oggi si è obbligati a partire perché i giovani, i giovani adulti ma anche i cinquantenni rimasti disoccupati non riescono a trovare una occupazione e, una volta all’estero, non hanno la possibilità di tornare, perché le condizioni in Italia restano per loro proibitive”.
Ma “la forma più compiuta di migrazione è caratterizzata dalla circolarità”, ovvero “dal continuo andare e venire mettendo a frutto le competenze acquisite di ogni luogo che si incontra e soprattutto del posto da cui tutto è iniziato”. Un altro elemento considerato “negativo” della mobilità di oggi è la “non preparazione”, che causa il “fallimento del loro progetto migratorio”.
“Gli italiani cioè partono sprovvisti della fondamentale e necessaria ‘cassetta degli attrezzi’, che è fatta della conoscenza della lingua del posto in cui si va, della legge applicata in quel determinato Paese e dell’attenta analisi della necessità e dell’utilità di andare in quel territorio e non in un altro”.