Cresce la soddisfazione per la vita, ma non tra i più giovani. In calo quella per salute e relazioni

I dati Istat. Nel 2021 è in aumento la quota di persone di 14 anni o più soddisfatte per la propria vita nel complesso (+1,7%), con l’eccezione dei giovani di 14-19 anni. A fronte di un aumento del benessere soggettivo, diminuisce molto la soddisfazione per alcuni aspetti come il tempo libero (in particolare per giovani e donne) e le relazioni amicali. In calo anche la soddisfazione per la salute, in particolare nelle classi di età 45-54

Cresce la soddisfazione per la vita, ma non tra i più giovani. In calo quella per salute e relazioni

L’indagine “Aspetti della Vita Quotidiana” di Istat rileva la soddisfazione per le condizioni di vita dei cittadini attraverso una pluralità di indicatori. La soddisfazione per la vita nel suo complesso, in particolare, è uno degli indicatori utilizzati per la valutazione del benessere soggettivo degli individui e misura quanto gli individui sentono di vivere una vita conforme alle loro aspettative al di là delle contingenze momentanee.
“Oltre che nella sua dimensione generale, la soddisfazione delle persone è rilevata anche per alcuni ambiti fondamentali della vita quotidiana, quali le relazioni familiari e amicali, la salute, il tempo libero, il lavoro e la situazione economica –afferma l’Istat -. Su quest’ultima si rilevano anche le valutazioni delle famiglie rispetto agli ultimi 12 mesi e il giudizio sull’adeguatezza delle risorse economiche di cui la famiglia dispone. La fiducia negli altri misura invece la qualità delle relazioni sociali tramite quesiti utilizzati anche a livello internazionale. L’analisi degli aspetti soggettivi del benessere individuale e delle dimensioni più rilevanti della soddisfazione fornisce importanti elementi esplicativi anche per la valutazione dell’impatto avuto dalla pandemia”.

In aumento la soddisfazione per la vita nel complesso

Alla domanda “Attualmente, quanto si ritiene soddisfatto della sua vita nel complesso?”, in base a un punteggio da 0 a 10 (dove 0 indica “per niente soddisfatto” e 10 “molto soddisfatto”), nei primi mesi del 2021 il 46% delle persone di 14 anni e più attribuisce i punteggi più alti (8-10), il 39,5% giudica la propria vita mediamente soddisfacente (6-7) mentre il 12,7% la valuta con i punteggi più bassi (0-5).

Rispetto al 2020, la quota di chi esprime i punteggi più alti (tra 8 e 10) passa dal 44,3% al 46%, a scapito sostanzialmente dei punteggi intermedi (6-7) che scendono al 39,5% dal 41,3%. La percentuale di cittadini che ha una valutazione molto positiva della propria vita ritorna ai livelli che aveva prima del crollo verificatosi nel 2012. La dinamica della soddisfazione è sorretta soprattutto dalla ripresa nei segmenti “deboli” di popolazione: anziani, residenti nel Mezzogiorno, disoccupati, casalinghe e persone meno istruite.

Cresce la quota di persone soddisfatte per la propria vita, ma non fra i più giovani

La crescita della soddisfazione per la vita riguarda sia le donne sia gli uomini, anche se è più marcata per questi ultimi. Tra le prime la quota di fortemente soddisfatte passa dal 43,1% al 44,3% mentre nei secondi dal 45,5% al 47,7%.

Nei vari gruppi di età emerge una generale crescita della soddisfazione rispetto all’anno precedente, tranne che per i giovani di 14-19 anni: la quota di molto soddisfatti scende dal 55,8% del 2020 al 52,3% del 2021. La crescita è stata più elevata della media tra le persone di 75 anni e più (dal 36,4% al 39,4%).
“Questi andamenti non modificano in maniera sostanziale il quadro dei giudizi espressi dalle persone in relazione alle loro caratteristiche socio-demografiche – sottolinea l’Istat -. Gli uomini rimangono più soddisfatti delle donne (anzi le differenze di genere a favore degli uomini aumentano) e nel complesso della popolazione la soddisfazione diminuisce tendenzialmente con il progredire dell’età: la quota di molto soddisfatti più elevata è tra i 14-19 anni (nonostante il calo) e quella più bassa tra le persone di 75 anni e più (nonostante la crescita)”.

Più soddisfatti casalinghe, chi cerca occupazione e chi ha licenza elementare

Rispetto alla condizione occupazionale, chi è occupato o impegnato in un’attività formativa (studenti), esprime più frequentemente giudizi positivi di soddisfazione. Per il 50,3% degli occupati e il 49,9% degli studenti la soddisfazione è elevata.
Anche la posizione nella professione incide: tra coloro che sono occupati, i dirigenti, gli imprenditori e i liberi professionisti (53,9%), insieme ai quadri e agli impiegati (51,1%), dichiarano livelli di soddisfazione più alti rispetto agli operai (49,2%) e ai lavoratori in proprio (46,2%).
Rispetto all’anno precedente, tuttavia, non sono queste le categorie che hanno sperimentato il maggior incremento nella quota di soddisfatti. In particolare, gli studenti mostrano un calo (i soddisfatti erano il 52,1% nel 2020) e gli occupati una crescita modesta (rispetto al 49% del 2020).

Le persone in cerca di occupazione hanno registrato un aumento significativo dei giudizi positivi (dal 31,3% del 2020 al 35,5% del 2021). Anche le casalinghe risultano più soddisfatte (dal 39,9% del 2020 al 43,6% del 2021).

La soddisfazione generale aumenta con il titolo di studio. La stima dei molto soddisfatti riguarda il 39,6% di chi ha al massimo la licenza elementare e il 50,2% dei laureati. La soddisfazione dei laureati non evidenzia però alcuna crescita rispetto al 2020, mentre la categoria con l’incremento più elevato è quella dei meno istruiti (licenza elementare), era il 36,5%. Si tratta di un gruppo di popolazione per cui la crescita è avvenuta in tutte le fasce di età, anche se più forte in quelle più anziane.

Soddisfazione in miglioramento al Mezzogiorno e al Centro, stabile al Nord

Rispetto al 2020, le differenze territoriali permangono ma si riducono. Il Nord rappresenta la ripartizione in cui le persone esprimono una soddisfazione elevata (48,3%), ma non in crescita. Al Centro e ancora di più nel Mezzogiorno si registra invece un incremento nei punteggi alti della soddisfazione, rispettivamente 45,8% e 43%, assottigliando il gap storico con il Nord.
La regione con il più elevato livello di soddisfazione resta il Trentino-Alto Adige (60,8%) mentre la Puglia è quella con il livello più basso (39,5%). La Sicilia (43,2%) e la Campania (40,6%), che nel 2020 hanno rappresentato il fanalino di coda, sono le regioni dove la crescita è più marcata.

Cala la soddisfazione per le relazioni familiari e crolla per le relazioni amicali

La soddisfazione per le relazioni familiari registra una flessione rispetto al 2020, così come, in misura più marcata, quella per le relazioni amicali, probabilmente in ragione dei prolungati ostacoli posti dalla pandemia alla socialità.

La soddisfazione per le relazioni familiari è sempre stata molto alta, superiore a quella di ogni altra dimensione considerata: nel 2021 l’87,1% delle persone di 14 anni e oltre la valuta molto o abbastanza elevata. Solo una quota residuale, il 2,2%, giudica questo tipo di relazioni per niente soddisfacente. Nonostante sia molto elevata, rispetto agli anni passati si riduce la quota di chi si dichiara molto o abbastanza soddisfatto, a vantaggio di coloro che la considera bassa o nulla. In questo ambito gli uomini sono più soddisfatti delle donne (87,8% contro 86,5%). Rispetto all’età, la diffusione della soddisfazione è inversamente proporzionale all’età e, quindi, più elevata nella fascia 14-17 anni (91%) per poi decrescere lentamente fino agli over 75 (85,3%). In quest’ultima classe di età si è avuta la maggiore flessione rispetto al 2020 della quota di soddisfatti, probabilmente perché più colpita dalle restrizioni che l’hanno posta in una condizione prolungata di isolamento.

A livello territoriale, la quota dei soddisfatti per le relazioni familiari si riduce in tutte le ripartizioni. Il Nord presenta il decremento maggiore rispetto al 2020 attestandosi all’87,9%. Nonostante ciò, si conferma l’area che vanta la soddisfazione maggiore, seguita dal Centro (87,7%), che registra un decremento più contenuto. Il Mezzogiorno si pone su livelli inferiori a quelli delle altre ripartizioni territoriali con l’85,8%.

La dimensione delle relazioni amicali subisce un vero e proprio crollo rispetto al 2020, passando dall’81,6% al 72,1% di chi si dichiara molto o abbastanza soddisfatto. Emergono alcune differenze di genere: è soddisfatto il 73,7% degli uomini contro il 70,5% delle donne. La soddisfazione è più diffusa nelle fasce giovanili e meno all’aumentare dell’età.
I decrementi più consistenti rispetto all’anno precedente si riscontrano nelle fasce di età centrali, in particolare nella classe 55-59 anni dove si tocca il minimo del 70,4% (82,5% l’anno precedente).
Sul territorio le differenze non sono marcate. Come per le relazioni familiari, si osserva una forte decrescita al Nord, superiore alla media nazionale, dove le persone soddisfatte rappresentano il 72,2% del totale dei rispondenti (dall’83% nel 2020) e un calo più contenuto al Centro, dove i soddisfatti sono il 72,9% e al Sud (71,4%). La maggiore intensità del calo al Nord determina una riduzione del gap tra Nord e Sud del Paese che era aumentato l’anno precedente.

Peggiora la soddisfazione per la salute

Sul proprio stato di salute l’81% degli individui di 14 anni e oltre esprime un giudizio positivo (molto o abbastanza soddisfatti) anche se il dato è in lieve diminuzione rispetto al 2020 (81,6%), in particolare nelle classi di età 45-54 (dall’86,0% all’84,0%) e 65-74 anni (dal 74,4% al 71,9%).
Nel complesso, la soddisfazione per questo aspetto della vita diminuisce al crescere dell’età e raggiunge il minimo nella classe dei 75enni e più (59,1%). Le donne dichiarano una soddisfazione minore degli uomini: sono molto o abbastanza soddisfatte per il proprio stato di salute nel 78,8% dei casi rispetto all’83,2% degli uomini. La differenza tra i sessi è marcata nella classe degli over 75.
La soddisfazione per il proprio stato di salute è più alta al Nord che nelle altre ripartizioni: l’82,5% contro il 78,4% del Mezzogiorno. Il Centro presenta una quota di persone molto o abbastanza soddisfatte pari all’81,6%. In questo ambito, rispetto al 2020 si ha una flessione della quota di persone soddisfatte soprattutto al Nord.

Forte impatto della pandemia sulla soddisfazione per il tempo libero

La soddisfazione per il tempo libero riguarda una porzione di popolazione molto più contenuta se confrontata con gli aspetti della vita quotidiana finora considerati. In media, si dichiara molto o abbastanza soddisfatto il 56,5% della popolazione. Rispetto al 2020, la quota di soddisfatti subisce una forte flessione (era al 69,3%), in particolare tra i giovanissimi (14-19 anni), specialmente se donne.
La soddisfazione per il tempo libero è più diffusa nelle fasce giovanili, si riduce all’aumentare dell’età per poi riprendere tra le persone di 60 anni e più in relazione all’entità dei carichi di lavoro e delle responsabilità familiari nel corso della vita. Rispetto all’anno precedente la soddisfazione registra un vero e proprio crollo in tutte le classi di età, in particolare nella fascia giovanile. Le giovani generazioni hanno infatti subito un disagio maggiore per le limitazioni che hanno coinvolto le relazioni sociali e le attività del tempo libero fuori casa. Tra i 14 e i 19 anni la quota degli insoddisfatti cresce e passa dal 12,9% del 2020 al 33,6% del 2021.

A livello territoriale, è soddisfatto il 57,9% delle persone di 14 anni e più che vivono al Centro e il 57,8% di chi vive al Nord. Nel Mezzogiorno la quota è pari al 54,2%. Rispetto al 2020 il calo si registra ovunque, ma è superiore alla media nazionale sia al Nord che al Sud.

Diminuisce la soddisfazione lavorativa, soprattutto femminile

Nel 2021 il 77,5% degli occupati dichiara di essere molto o abbastanza soddisfatto del proprio lavoro. Rispetto al 2020 la quota dei soddisfatti risulta in diminuzione (era il 79%). La flessione è più evidente al Sud dove la soddisfazione registra un calo superiore alla media nazionale (dal 78,2% nel 2020 al 75,4% del 2021).
Uomini e donne, che nel 2020 avevano espresso lo stesso livello di soddisfazione per il lavoro, tornano a differenziarsi nel 2021 per il maggior calo femminile. Per le donne, infatti, la soddisfazione scende al 76,6% contro il 78,2% degli uomini. Il calo si verifica soprattutto tra le lavoratrici del Nord e i lavoratori del Mezzogiorno.
I livelli di soddisfazione sono più elevati al Centro e al Nord, dove gli occupati molto o abbastanza soddisfatti rappresentano il 78,6% e il 78,2%, contro il 75,4% nel Mezzogiorno.
Il calo di soddisfazione non è omogeneo tra le varie categorie di lavoratori. Nell’ambito del lavoro dipendente diminuisce soprattutto per dirigenti, imprenditori e liberi professionisti, dall’82,3% al 77,8%. Se tra questi si considerano le sole donne la flessione è ancora più ampia tanto che le lavoratrici soddisfatte in questa categoria sono il 74,5% dall’82,1% del 2020.

Stabile la soddisfazione per la situazione economica personale

Nei primi mesi del 2021 si mantiene stabile al 58,3% la quota di persone di 14 anni e più che si dichiara molto o abbastanza soddisfatte per la situazione economica personale. Non emergono differenze significative di genere. Rispetto al 2020 la soddisfazione cresce per la classe degli over 75 (dal 61,8% al 64,5%), specialmente se donne (dal 58,6% al 62,6%).
In relazione alla condizione professionale, come per la soddisfazione lavorativa si registra un decremento rilevante tra dirigenti, imprenditori e liberi professionisti (dal 68,8% al 64,1%), più marcato tra le donne (dal 69,9% al 61,9%). Anche i lavoratori in proprio e coadiuvanti mostrano una sensibile flessione (dal 51,5% al 46,3%), seguiti da coloro che sono in cerca di nuova occupazione (dal 31,3% al 27,0%).

A livello territoriale a dichiararsi molto o abbastanza soddisfatto è il 63% dei cittadini del Nord, il 58,7% di quelli del Centro e il 51,5% dei residenti nel Mezzogiorno. Rispetto al 2020 si rileva una certa stabilità in ciascuna ripartizione e il quadro delle disuguaglianze territoriali rimane sostanzialmente inalterato.

Segnali di peggioramento per la situazione economica familiare

I giudizi sulla percezione della situazione economica a livello familiare evidenziano qualche segnale di peggioramento. La maggioranza delle famiglie giudica invariata la propria situazione economica negli ultimi 12 mesi, anche se rispetto al dato dell’anno precedente si registra un calo (il 61,5% contro il 62,8% del 2020). In leggero aumento la percezione di peggioramento (il 30,5% rispetto al 29,1% del 2020).

I segnali di peggioramento della situazione economica familiare sono più diffusi al Centro, dove il 32,4% delle famiglie si esprime in questi termini. A seguire il 31,1% delle famiglie del Mezzogiorno dichiarano una situazione molto o un po’ peggiorata contro il 29,4% di quelli residenti al Nord.
Rispetto al 2020 la percezione peggiora soprattutto nel Mezzogiorno (il 31,1% rispetto al 28,0% del 2020).

Ancora adeguate alle proprie esigenze le risorse economiche familiari

Il giudizio delle famiglie sul livello di adeguatezza delle loro risorse economiche completa quello sulla valutazione della situazione economica. Cresce la quota di famiglie che valuta ottime o, perlomeno, adeguate alle proprie esigenze le risorse economiche di cui dispone la famiglia: (68,3% contro 66% del 2020). La valutazione positiva delle risorse economiche familiari è dovuta soprattutto alla crescita della componente di chi ritiene le risorse familiari adeguate.
Nel Mezzogiorno la quota di famiglie che valuta ottime o adeguate le proprie risorse passa dal 61,7% del 2020 al 64,8% del 2021, al Centro dal 66,3% al 68,3% e al Nord dal 68,7% al 70,8%. In tutte le aree territoriali la crescita è dovuta alla componente di chi ritiene le risorse adeguate.
Inoltre, all’aumento dei giudizi di adeguatezza delle risorse economiche familiari corrisponde una diminuzione della quota di famiglie che giudica le risorse a disposizione scarse, con un decremento più elevato della media nazionale nel Centro e nel Mezzogiorno.

Fiducia verso la gente più bassa al Sud

Il dato della fiducia verso il prossimo mostra come nel 2021 la cautela sia l’atteggiamento predominante. Alla domanda se ci si possa fidare della maggior parte delle persone oppure bisogna stare molto attenti, il 72,7% delle persone risponde che “bisogna stare molto attenti”, mentre il 25,5% è orientato a un atteggiamento di fiducia. Nonostante il prevalente atteggiamento di prudenza, rispetto al 2020 emerge un aumento della fiducia (era il 23,2% nel 2020).

Tra gli uomini, il 26,9% mostra un atteggiamento di apertura verso gli altri rispetto al 24,2% delle donne. In relazione all’età, la quota maggiore di fiduciosi si rileva tra gli adulti nella classe 55-64 anni (28,3%). Rispetto al 2020 si riscontra una crescita maggiore tra gli anziani, nella classe 65-74 anni (dal 22,3% al 26,2%).

Guardando la condizione professionale i più fiduciosi sono dirigenti, imprenditori e liberi professionisti: il 36,2% dichiara che ci si può fidare della maggior parte della gente rispetto al 18,1% di chi è in cerca di prima occupazione. In generale, tra gli occupati è più diffuso un atteggiamento di fiducia (29,4%) rispetto a chi è in condizione non professionale o non lavora. Anche le persone con un titolo di studio più elevato dichiarano di fidarsi di più degli altri: il 38,7% dei laureati e il 26,7% dei diplomati rispetto al 20,9% di chi ha al massimo la licenza media e al 17,0% di chi possiede la licenza elementare.

La fiducia verso la gente cresce procedendo da Sud a Nord. Nel Mezzogiorno, infatti, il 21,5% della popolazione di 14 anni e più ritiene che gran parte della gente sia degna di fiducia, al Centro è il 26,7% fino a raggiungere il 27,9% nelle regioni settentrionali.

Considerando il quesito sulla “restituzione del portafoglio smarrito da parte di un vicino di casa, un appartenente alle forze dell’ordine o un perfetto sconosciuto”, i rispondenti hanno dichiarato il maggior grado di fiducia verso gli esponenti delle forze dell’ordine (86%), seguiti dai vicini di casa (75,8%).

Soltanto il 17,2% si fida degli estranei. “Rispetto al 2020 una quota maggiore di persone si dichiara ottimista sulla restituzione del portafoglio nel caso di un perfetto sconosciuto (era il 15,7%) e ciò dimostra la crescita significativa di un atteggiamento di ottimismo e speranza nei confronti dell’altro”, sottolinea l’Istat.
Le donne hanno più fiducia degli uomini nelle forze dell’ordine e nei vicini di casa mentre non emerge alcuna differenza di genere nei confronti degli sconosciuti.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)