Covid, Istat: si contrae la speranza di vita in media di 14 mesi, male la Lombardia
Gli uomini sono i più penalizzati (79,7 anni, -1,4), mentre per le donne si attesta a 84,4 anni (- 1 anno). E' il Nord a pagare il prezzo più alto: nelle province di Bergamo, Cremona e Lodi, per gli uomini, oltre 4 anni di aspettativa in meno
Per effetto del forte aumento del rischio di mortalità, specie in alcune aree e per alcune fasce d'età, che ha dato luogo a 746mila decessi (il 18% in più di quelli rilevati nel 2019), la sopravvivenza media nel corso del 2020 appare in decisa contrazione, di 14 mesi in media. Lo rileva l'Istat.
La speranza di vita alla nascita, senza distinzione di genere, scende a 82 anni, ben 1,2 anni sotto il livello del 2019. Per osservare un valore analogo occorre risalire al 2012. Gli uomini sono più penalizzati: la loro speranza di vita alla nascita scende a 79,7 anni, ossia 1,4 anni in meno dell'anno precedente, mentre per le donne si attesta a 84,4 anni, un anno di sopravvivenza in meno. A 65 anni la speranza di vita scende a 19,9 anni (18,2 per gli uomini, 21,6 per le donne). La variazione annuale è sostanzialmente uguale a quella riscontrata nella speranza di vita alla nascita ma ha un impatto relativo più importante, stante l'esiguità della vita media residua sul quale un individuo può contare al 65° compleanno.
Tutte le regioni, nessuna esclusa, subiscono un abbassamento dei livelli di sopravvivenza. Tra gli uomini la riduzione della speranza di vita alla nascita varia da un minimo di 0,5 anni (vale a dire 6 mesi di vita media in meno) riscontrato in Calabria, a un massimo di ben 2,6 anni in Lombardia.
Le regioni del Centro-sud registrano perdite inferiori, poiché meno colpite dagli effetti della pandemia ma comunque importanti. In Abruzzo, Puglia e Campania, la riduzione di sopravvivenza per gli uomini è di oltre un anno rispetto al 2019. Ma è soprattutto il Nord a pagare il prezzo più alto: oltre che nella già citata Lombardia, gli uomini registrano riduzioni rilevanti anche in Piemonte (-1,7 anni), Valle d'Aosta (-1,7), Liguria (-1,6), Trentino-Alto Adige (-1,6) ed Emilia-Romagna (-1,5).
Lo schema si ripete tra le donne, anche se a un livello differente. Nelle regioni del Centro-sud si riscontrano variazioni più contenute, minime in Calabria e Basilicata (-0,3 anni) così come nel Lazio e in Campania (-0,4). Si tratta comunque di perdite importanti, dell'ordine dei 3-5 mesi di speranza di vita in meno, ma di certo non paragonabili ai 2 anni pieni persi dalle donne in Lombardia o ai 2,3 anni persi in Valle d'Aosta, dove si riscontra la condizione più critica.
Su base provinciale la correlazione tra la mappa della diffusione della pandemia e quella della sopravvivenza persa in base ad anni vissuti è ancora più netta che su scala regionale. Emerge la specificità di alcune aree del Paese, più colpite dalla pandemia nella sua fase di esplosione iniziale.
Tra queste, la provincia di Bergamo, dove per gli uomini la speranza di vita alla nascita è più bassa di 4,3 anni rispetto al 2019, e le province di Cremona e Lodi, entrambe con 4,5 anni in meno. In queste tre specifiche realtà sono ingenti anche le variazioni riscontrate tra le donne: -3,2 anni per Bergamo e -2,9 anni per Cremona e Lodi. Dati, questi ultimi, che arretrano le lancette del tempo al 2003.
Altra realtà fuori dai confini lombardi, ma strettamente contigua, è quella della provincia di Piacenza, dove si registrano riduzioni della speranza di vita alla nascita nella misura di 3,8 e 2,8 anni, rispettivamente per uomini e donne.
Oltre a questi casi più eclatanti, il quadro provinciale presenta molte situazioni nelle quali la perdita di sopravvivenza arriva a superare i due anni. Per gli uomini si tratta delle province di Vercelli, Alessandria e Biella in Piemonte, delle restanti province lombarde ad eccezione di Monza (che si ferma a -1,7 anni) e delle province di Pordenone, Parma e Pesaro-Urbino. Nel Mezzogiorno le sole province con un calo della speranza di vita superiore ai due anni sono Foggia ed Enna. Per le donne, data la relativamente minore aggressività della pandemia, sono molte meno le province con una simile portata di riduzione. Tra queste, oltre a quelle già menzionate, rientrano quelle lombarde di Brescia e Lodi. (DIRE)