Covid-19, in India “condizioni tragiche”: 350 mila contagi al giorno

La stima è che questa cifra possa arrivare a quota mezzo milione. “C’è panico in giro, la gente non riesce a cremare e seppellire i propri cari, non riesce ad accedere agli ospedali, l’ossigeno è poco e il mercato nero approfitta della crisi”

Covid-19, in India “condizioni tragiche”: 350 mila contagi al giorno

Il Covid-19 travolge l’India, dove ormai la situazione è fuori controllo e manca tutto ciò che servirebbe per affrontarla: ossigeno, posti d’ospedale, medicine, persino legna per bruciare i corpi. L’Organizzazione mondiale per la sanità definisce “tragiche” le condizioni.
I dati. Da alcuni giorni i contagi continuano ad aumentare al ritmo di 350mila ogni 24 ore e ci si aspetta che in breve tempo questa cifra possa toccare addirittura quota mezzo milione. Inoltre, è diffusa l’opinione che si tratti di dati parecchio sottostimati. E gli esperti prevedono che il picco sarà raggiunto non prima di un paio di settimane. 
Sunil Kumar Aledia, attivista dell’ong Centre for Holistic Development (Chd), dice a Osservatorio Diritti che “la situazione sta precipitando, c’è panico in giro, la gente non riesce a cremare e seppellire i propri cari, non riesce ad accedere agli ospedali, l’ossigeno è poco e il mercato nero approfitta della crisi. Una bombola di ossigeno, che costa intorno alle 10 mila rupie (circa 80 euro), viene venduta a 80-100 mila rupie”.
La seconda ondata. Nel 2020 il Covid-19 era stato arginato con un lockdown estremamente rigido, che aveva causato una grande migrazione dalle città ai campi. La prima ondata di coronavirus in India era arrivata all’atteso picco tra luglio e novembre, tanto che in seguito la destra hindu al potere aveva deciso di allentare le restrizioni.
Ma questa volta è andata in modo diverso, anche a causa di questo cambio di strategia: nei mesi passati è stato consentito il raduno religioso del Kumnh Mela (milioni di fedeli senza protezioni) e sono proseguiti i comizi elettorali del Bharatiya Janata Party, il partito del capo dell’esecutivo, con un grosso afflusso di gente. Tanto che il premier Narendra Modi è stato definito un “super diffusore” da Navjot Dahiya, vicepresidente nazionale dell'Associazione medica indiana. Dal canto suo, il governo ha fatto cancellare da Twitter i post di chi criticava la gestione della crisi sanitaria.
Gli “ultimi” sono le prime vittime. Vista la nuova situazione, diversi stati e città hanno ripreso ad imporre chiusure mirate. E a pagarne le conseguenze, dice ancora Aledia, sono lavoratori migranti e senzatetto: “Non ci sono le minime condizioni igieniche, è impossibile far rispettare le norme anti-Covid, mancano cibo, ripari e medicine”.
Vaccini. “La farmacia del mondo”, come è stato definito il Paese, si trova ora in grande difficoltà, tanto che l’export di vaccini è stato sospeso. Inoltre, Modi ha fatto sapere di voler far circolare i vaccini sul mercato libero.

L’articolo integrale di Maria Tavernini, "Covid India: 200mila morti e milioni di contagi, seconda ondata fuori controllo", può essere letto su Osservatorio Diritti.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)